Giuseppe Pastore Profile picture
Giornalista per @ilfoglio_it, @CronacheTweet, eccetera. Appassionato di sport, di cinema, di gggente. IG: giuseppe.pastore85

Aug 24, 2020, 11 tweets

Chi è il signor Hans-Dieter #Flick e perché tutti stiamo parlando di lui? 55 anni, alla prima esperienza in carriera da allenatore di prima divisione, è arrivato dove quasi tutti i suoi colleghi nemmeno sognano: campionato, coppa, Champions League. Riavvolgiamo il nastro.

Mediano di rottura senza qualità particolarmente brillanti, Hansi Flick debutta nel Sandhausen e vive i suoi anni migliori nel Bayern della seconda metà degli anni Ottanta: qui lo vediamo segnare il suo unico gol in Coppa dei campioni Contro l'Austria Vienna.

Ma Flick è anche attore non protagonista di uno dei momenti più brucianti della storia europea del #Bayern: il "tacco di Allah" dell'algerino Madjer che propizia la clamorosa rimonta del Porto nella finale 1987 (Flick è il numero 7, impotente sulla linea di porta).

Giorni fa l'abbiamo visto steso da Maradona, e difatti Flick in Europa ha incrociato tante italiane, dal Milan di Sacchi all'Atalanta di Pierluigi Frosio da cui fu eliminato in UEFA quando giocava a Colonia. Qui arriva in ritardo in scivolata sul gol di Eligio Nicolini.

A causa dei troppi infortuni rimane in Bundesliga solo fino ai 27 anni: il suo ultimo gol lo segna da fuori area in un Colonia-Schalke del settembre 1992 a un giovane Jens Lehmann. Poco dopo apre un negozio di articoli sportivi.

Ricordate questa scena dello scorso febbraio in cui Flick andò a fare brutto ai tifosi del Bayern che avevano offeso il patron dell'Hoffenheim? Dietmar Hopp è stato il suo primo boss: cinque anni dal 2000 al 2005, tuttavia senza mai raggiungere la promozione in Zweite Liga.

Dopo l'esonero a Hoffenheim (novembre 2005) passa qualche mese al Red Bull Salisburgo come assistente di Trapattoni e Matthaeus: "Dava troppa importanza alla fase difensiva, ma mi ha insegnato moltissime cose di tattica e nel rapporto con i giocatori".

Nel 2006 inizia la lunga esperienza come assistente di Joachim Loew sulla panchina della Nazionale. Durerà fino al 2014 e lo vedremo in prima linea solo una volta, durante il quarto di finale a Euro 2008 contro il Portogallo, per sostituire Loew squalificato e in tribuna.

Ma la rivoluzione culturale della Nationalmannschaft lo riguarda da vicino: il punto più alto è naturalmente il titolo mondiale vinto al Maracanà dopo il clamoroso 1-7 al Brasile. Qui si prende i complimenti della Cancelliera dopo la vittoria in finale sull'Argentina.

Dopo il Mondiale 2014 diventa direttore sportivo di tutte le Nazionali fino al gennaio 2017, quando interrompe il contratto con la federazione per "motivazioni personali e familiari". Senza di lui, chissà quanto casualmente, arriverà il clamoroso naufragio tedesco a Russia 2018.

Qualche mese per ricaricare le batterie e torna nel maggio 2017 da direttore tecnico dell'Hoffenheim, chioccia del giovane Nagelsmann. A luglio 2019 la chiamata del Bayern per fare da assistente a Niko Kovac, di cui prende il posto a novembre. E il resto è cronaca.

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