Claudia Quinta, lo sapevano tutti, era una donnaccia.
"Ma non vedi come s'è conciata??". "Ma non si vergogna??". "Tutto quel trucco! E tutta quella chincaglieria!". "E quel vestito? Che scostumata!!"
La vox populi la voleva pure pettegola, accusandola di ciò che in effetti subiva
e lei, bellissima e sfrontata, rispondeva a tono, zittendoli, anche a tutti quei vecchiacci che, vedendola passare discinta, non le risparmiavano i commenti peggiori. Certo il basso profilo proprio non le apparteneva. Ma perché avrebbe dovuto, del resto?
È probabile che anche lei
stessa si stupì quando un bel giorno l'oracolo la indicò come la "castissima femina" incaricata di accogliere a Roma la statua della Magna Mater in arrivo via fiume.
Come, proprio lei?? E il pudor? La pudicitia? Roba da matti! Di sicuro così fu accolta la notizia tra la gente che
tanto s'era impegnata a screditarla e condannarne i costumi. E infatti quando la barca con la statua si arenò in un'ansa del Tevere, beh, sembrava essere proprio la prova provata che l'oracolo aveva toppato!.. Ma Claudia non si perse d'animo e, invocando la dea, si slacciò la
cintura, la legò alla barca e con le sue sole forze la disincagliò, riuscendo a trarla a riva.
Al che le riconobbero tutti quella virtù di cui avevano sempre dubitato, e la vera grazia che la dea le fece, probabilmente,fu il cessare di tutte quelle gran rotture di balle.
Ci volle
un miracolo, insomma, perché laggente la piantasse di complicarle la vita. Certo, non prima di averla costretta a dimostrare la propria innocenza, il proprio valore e a farsi, letteralmente, un mazzo così.
Ma era 2200 anni fa, poi per fortuna ci siamo evoluti.
No?
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