Giuseppe Pastore Profile picture
Giornalista per @ilfoglio_it, @CronacheTweet, eccetera. Appassionato di sport, di cinema, di gggente. IG: giuseppe.pastore85

Aug 8, 2021, 28 tweets

ArigaTokyo! I Giochi 2020/2021 sono finiti: non li dimenticheremo mai. Brainstorming di storie, facce, imprese, cose notevoli di #Tokyo2020 in 26 diapositive in ordine casuale.

1) Mauro Nespoli che spacca il bersaglio con un 10 perfetto nella semifinale dell'individuale contro il taiwanese Tang: la meticolosità di chi ha aspettato 5 anni, la precisione del grandissimo atleta.

2) Le lacrime di disperazione della tedesca Annika Schleu, prima a metà gara nel pentathlon moderno prima di incappare nel sorteggio del cavallo sbagliato e mandare tutto all'aria: simbolo di uno sport illogico e crudele, come del resto talvolta è la vita.

3) L'esultanza da orgasmo di Dean Boxall, l'allenatore australiano di Ariarne Titmus, pochi secondi dopo che la sua allieva ha incenerito Katie Ledecky nei 400 stile libero.

4) La punta del doppio pesi leggeri di Valentina Rodini e Federica Cesarini, 14 centesimi più veloci delle francesi: il secondo oro dell'Italia e la prima inversione di tendenza di un'Olimpiade in cui iniziavamo a sentire puzza di bruciato dopo la prima settimana.

5) L'urlo meravigliato e sconcertato di Giorgia Bordignon, argento nei 64 kg, simbolo della grande rivelazione italiana a Tokyo: il sollevamento pesi che torna a casa con tre medaglie, dopo che non ne vincevamo dal 1984.

6) La realtà romanzesca: il Canada che vince il suo primo titolo internazionale nel calcio femminile, battendo la Svezia grazie al rigore decisivo, di sinistro, di Julia Angela Grosso.

7) Il folle tuffo a bordo campo del ct Laurent Tillie su una schiacciata di Wilfredo Leon nel tie-break del quarto di finale Polonia-Francia: simbolo dello spirito di una delle Nazionali più belle dell'Olimpiade, tra le maggiori sorprese di Tokyo 2020. Un oro meritatissimo.

8) I primi ori di sempre: il Qatar, le Filippine e soprattutto le Isole Bermuda, 64mila abitanti scarsi, che entrano nella mappa dell'olimpismo grazie alla vittoria di Flora Duffy nel triathlon femminile.

9) L'Olimpiade delle sorprese, del crollo (anche nervoso) di molti favoriti e dei trionfi in ottava corsia. Per informazioni chiedete al tunisino Ahmed Hafnaoui, vincitore a sorpresa di un 400 stile libero senza padroni.

10) La cultura, il rispetto, l'intelligenza, l'integrazione: tutto questo è il doppio inchino riservato da Massimo Stano ai due avversari giapponesi finiti secondo e terzo nella 20 km di marcia a Sapporo.

11) In alcune discipline il domani è già arrivato, e anche il dopodomani: nello skate femminile, specialità street, la 13enne brasiliana Rayssa Leal (argento) si congratula con la 13enne giapponese Momiji Nishiya (oro).

12) Una delle storie minori di Tokyo 2020: il russo Artur Naifonov, bronzo nella lotta libera 86 kg, originario dell'Ossezia del Nord. 17 anni fa era stato uno degli oltre 700 bambini sequestrati nella scuola di Beslan e sua madre era rimasta uccisa nel tentativo di difenderlo.

13) Che Olimpiade per San Marino, tre medaglie in un colpo solo! Il simbolo è la riminese Alessandra Perilli, bronzo nel trap e argento nella prova mista. Tre podi per un Paese da 33.860 abitanti fanno una medaglia olimpica ogni 11mila cittadini.

14) L'ammirazione, il mistero, l'inquietudine nel volto senza sorrisi della cinese Quan Hongchan, nata il 28 marzo 2007 e non particolarmente impressionata dal pensiero di aver appena raggiunto la perfezione dalla piattaforma 10 metri.

15) Quella linea obliqua bianca poco sotto la testa del giudice di sedia è la racchetta lanciata verso gli spalti (vuoti) da Novak Djokovic, atteso al crollo nervoso nella finale per il bronzo persa contro Carreno Busta. L'Olimpiade è una brutta bestia anche per i giganti.

16) L'americano Ryan Crouser, uno dei pesisti più forti di tutti i tempi, dedica il suo oro (con record olimpico) alla memoria di suo nonno Larry, scomparso una settimana prima della finale: ce l'abbiamo fatta, nonno.

17) Simone Biles atterra fuori dalla pedana nelle qualificazioni del corpo libero: il primo campanello d'allarme di un disagio liberatorio, per prendere a cazzotti l'idea malsana che i grandi atleti debbano per forza comportarsi da supereroi.

18) La stoppata da cinema di Nicolas Batum su Klemen Prepelic all'ultimo secondo della semifinale Francia-Slovenia, simbolo dello strapotere francese negli sport di squadra (tre ori e un argento nel basket maschile, secondi solo agli USA).

19) Un momento di commedia all'italiana nella notte giapponese di uno stadio vuoto: Tamberi e Barshim, gemelli diversi e uniti nel desiderio di vincere la medaglia d'oro e farla vincere anche al grande amico. Two is megl che uàn, si dice dalle nostre parti.

20) Il grandissimo Tom Daley, oro nel sincro e bronzo dalla piattaforma, sferraglia all'uncinetto in tribuna durante una gara di tuffi. Ironia, libertà, leggerezza, divertimento.

21) L'ultimo volo al volteggio dell'uzbeka Oksana Chusovitina, 46 anni, quasi il triplo dell'età di molte sue avversarie che le hanno rispettosamente reso omaggio per la sua ottava e ultima recita olimpica.

22) Atterraggio perfetto, su tendini martoriati ma finalmente obbedienti, e Vanessa Ferrari può chiudere un conto aperto da 15 anni con i Giochi Olimpici: un argento gigantesco, manifesto della resistenza e della forza mentale.

23) Gregorio Paltrinieri sfinito al traguardo degli 800 stile libero dove ha arpionato la medaglia d'argento con un numero alla Alberto Tomba. Vincerà anche un inaudito bronzo nella 10 km: al di fuori del comune di Desenzano del Garda, l'atleta italiano di Tokyo 2020.

24) L'Italia che si dispera e l'Italia che s'innamora: i venti minuti celestiali della domenica pomeriggio del 1° agosto 2021, che hanno cambiato il verso alla nostra Olimpiade, alla nostra atletica leggera e chissà a quante altre cose.

25) Piste veloci? Scarpe velocissime? Non basta, non solo per il sovrumano norvegese Karsten Warholm, che demolisce il suo record dei 400 ostacoli ed esulta con un misto di superomismo e bambinesca incredulità, stracciandosi la tuta sul petto.

26) Il treno dei desideri capitanato da Filippo Ganna, che mangia da solo 8 decimi alla fortissima Danimarca negli ultimi 600 metri e inverte il corso della finale dell'inseguimento a squadre. Anche con lui, ci rivediamo a Parigi.

POSTILLA: Correre, nuotare, saltare, lanciare o tirare di scherma, insomma tutto lo sport rimane pur sempre un fatto fisico, concreto, reale, così come il tempo e lo spazio: supremo simbolo di tutto questo, il centesimo di secondo che abbiamo risparmiato sulla Gran Bretagna.

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