Giuseppe Pastore Profile picture
Giornalista per @ilfoglio_it, @CronacheTweet, eccetera. Appassionato di sport, di cinema, di gggente. IG: giuseppe.pastore85

Jan 31, 2022, 31 tweets

Thread in trenta capitoletti su tutto il cult, scult, trash, kitsch, cringe e memorabilia non solo musicali degli ultimi quarant'anni di #Sanremo.

(Nella foto: Eros Ramazzotti e Renzo Arbore, primi due classificati a Sanremo 1986, premiati dal Totip con i cavalli Kavir e Faiz)

1981 - "E cerco invano qualcosa da inventare in mutande": forse il pubblico più giovane ignora che la prima cantante a portare il tema dell'autoerotismo femminile sul palco del Festivàl sia stata l'insospettabile Fiorella Mannoia con "Caffè nero bollente".

1982 - Vasco Numero 1: alla fine di Vado Al Massimo intende fare il ganzo infilandosi il microfono in tasca per consegnarlo al prossimo cantante, ma non ha fatto i conti con il filo troppo corto e quello gli scappa spetasciandosi sul pavimento dell'Ariston con un tonfo clamoroso.

1983 - Poche scene sono state più suggestive di Peter Gabriel che volteggia aggrappato a una liana alla fine di "Shock the Monkey", non facendo un plissé nemmeno dopo la botta pazzesca rimediata schiantandosi col fondoschiena contro un altoparlante.

1983 - Vasco Numero 2: alla fine di "Vita Spericolata", dimentico che c'è ancora una parte cantata, abbandona il palco in anticipo e lo lascia deserto con la sua voce in playback. Uno dei momenti involontariamente più vaschiani di sempre.

1985 - Statistica Inutile: nella stessa edizione si esibiscono Antonella Ruggiero, voce dei Matia Bazar decimi con "Souvenir", e Antonella Ruggiero, ottava tra le Nuove Proposte con "Sul Mare". Unico caso di omonimia nella storia del Festival.

1986 - Da Mino Reitano a Emanuele Filiberto, il trashone ha sempre avuto ottima cittadinanza a Sanremo. Ma pochissime canzoni come "Futuro" di Orietta Berti, che sfidò a mani nude Reagan e Gorbaciov con un attacco micidiale: "Il giornale che ci tortura/il Sudafrica fa paura".

1988 - Una delle idee più balzane della storia del Festival: la penultima serata del 1988 trasformata nel Processo di Biscardi, con tutti i cantanti imputati, il presidente del CONI Franco Carraro (!) in giuria e un imperdibile Franco Califano ineffabile accanto a Loredana Berté.

1989 - Difficile da credere oggi, ma quest'innocua esibizione del Trio Solenghi-Lopez-Marchesini scatenò accuse di blasfemia da parte della stampa cattolica (si scrisse addirittura di "versetti satanici") che durarono, come sempre, lo spazio di ventiquattr'ore.

1989 - Molto più dirompente il monologo di Beppe Grillo nella serata finale, in cui si scagliò contro i vertici della RAI e del Festival e diede del "coglione" al giornalista Sandro Mayer (che lo querelò). Non rimetterà più piede in RAI fino al 1993.

1992 - "Cavallo Pazzo" Mario Appignani fa irruzione sul palco dopo pochi minuti della prima serata e annuncia che il Festival è truccato e lo vince Fausto Leali - momento celeberrimo, deliziosamente citato nel 2019 da Fabio Rovazzi.

1995 - La cosa bella di Pippo Baudo è che sicuramente non era permaloso: ecco come reagisce al pacco tiratogli da Elton John, super-ospite arrivato fino a Nizza e poi tornato indietro a Londra.

1995 - Un certo Pino Pagano minaccia di buttarsi di sotto in mondovisione. Farsaccia senza un briciolo di autenticità, anche se non s'è mai capito se Pippo sapesse o fosse all'oscuro. "Poco dopo Baudo mi diede 500 mila lire e me le consegnò dicendomi: per il cappuccino".

1996 - Uno dei momenti più suggestivi della storia di Sanremo: Bruce Springsteen che inaugura l'edizione 1996 cantando "The Ghost of Tom Joad" introdotto da Baudo in platea. Tocco di classe, per nulla banale all'epoca, i sottotitoli in diretta.

1996 - Due ore dopo lo stesso Baudo non sa chi siano i Blur ("i nuovi Bìtels!") e quelli lo trollano amabilmente, portando sul palco un cartonato con le fattezze del chitarrista Graham Coxon e la guardia del corpo di Damon Albarn al posto del bassista Alex James.

1998 - Madonna canta "Frozen" e poi vorrebbe salutare Pippo Baudo, non riconoscendolo nell'ancor più attempato Raimondo Vianello ("You've changed!"). A Vianello non frega una mazza di Madonna ma solo procedere nella scaletta chilometrica, e la liquida come se fosse Marisa Laurito

2000 - Tra le esibizioni più surreali e fuori contesto della storia di Sanremo merita una citazione "La croce" della Nuova Proposta Alessio Bonomo, finito su quel palco chissà perché: "Roba da spaccargli un palo in mezzo agli occhi!".

2000 - Un Jovanotti nella sua fase terzomondista si rivolge al presidente del Consiglio Massimo D'Alema (!) con un rap in cui chiede di azzerare il debito estero dei Paesi dell'Africa. L'idea va a segno, accendendo i riflettori su un argomento ben poco conosciuto all'epoca.

2000 - Una delle tre scene più cult della storia di Sanremo, scheggia impazzita di reale, surreale, contaminazione e situazionismo tipico del Festival: Bono che s'inchina a Mario Merola durante l'esibizione di "The Ground Beneath Her Feet".

2001 - Forse gli incartapecoriti spettatori delle prime file dell'Ariston non sono il pubblico più sensibile all'arte di Brian Molko, che porta a Sanremo "Special K" credendo di essere a Glastonbury.

2002 - Tra i momenti migliori di "Rai dire Sanremo", appendice radiofonica del Festival curata per anni dalla Gialappa's, la reazione del signor Carlo all'incongrua apparizione del 35enne Giacomo Celentano, "figlio di" mandato allo sbaraglio tra le Nuove Proposte.

2004 - Tra le sempiterne vette del cringe quest'ospitata di uno scazzatissimo Dustin Hoffman che infarcì la performance di parolacce e battute surreali tra cui spicca il "fare una cacca" rivolto alla povera Stefania Sandrelli, con Simona Ventura inviperita come una iena.

2005 - Altrettanto cringe l'ossequiosa intervista di Paolo Bonolis a Mike Tyson, trattato come se fosse Martin Luther King, fino alle immortali parole: "Lei è una bella persona".

2008 - Tra tutti i Dopofestival con cui la RAI ha inteso stiracchiare il Festival fino alle prime luci dell'alba merita una citazione l'edizione 2008 condotta da Elio e le Storie Tese, con momenti inarrivabili come questo monologo di Rocco Tanica.

2009 - La peggior canzone della storia di Sanremo? Contest difficilissimo, ma spezzo una lancia per la disgustosa "Luca era gay" di Povia, che finì seconda (!): notate la musica che si fa drammatica e ansiogena quando "Luca" racconta di come "ha scoperto di essere omosessuale".

2010 - Grande bagarre da parte degli orchestrali per l'allucinante approdo in finale del Trio Monnezza con Emanuele Filiberto, a discapito di interpreti più meritevoli: punto di non ritorno nel rapporto tra il Festival e un gusto popolare ormai leggermente rivedibile.

2012 - Nel monologo fluviale e delirante di Celentano, che a un certo punto invocò la chiusura di Avvenire e Famiglia Cristiana, anche questo incredibile pistolotto sulla vita e la morte: "Ci rattristiamo se quel deficiente di Aldo Grasso scrive idiozie sul Corriere!".

2013 - In piena campagna elettorale Maurizio Crozza visse il peggior incubo per un comico: essere contestato e interrotto da due fan berlusconiani davanti a una platea di 15 milioni di spettatori. Fazio, impeccabile, confermò nell'emergenza di essere un signor presentatore.

2013 - Tra i numeri da fuoriclasse di Elio e le Storie Tese anche l'aver portato all'Ariston, nella serata dei duetti, il vecchio amico Rocco Siffredi nelle vesti di consulente sentimentale.

2018 - Momento altissimo nella miglior edizione dell'ultimo decennio: Pierfrancesco Favino che recita un estratto de "La notte poco prima della foresta" di Bernard-Marie Koltès, riuscendo ugualmente a incantare l'Ariston.

2020 - E ovviamente questo, andato in scena all'una e 45 minuti a beneficio di pochi e fortunati nottambuli: uno dei più grandi momenti notturni della storia della tv italiana insieme a Italia-Germania 4-3 e l'uomo sulla Luna.

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