Qui iniziava la storia, 40 anni fa. Una Nazionale capace di zero vittorie nel 1982, qualificata con tre pareggi, dileggiata da giornalisti e tifosi, chiamata a eliminare i campioni uscenti e i più forti del mondo. Thread in 40 capitoli su Italia-Argentina del #29giugno 1982.
🇮🇹🇦🇷
1) "Italia Facci Sognare" titola quel mattino la Gazzetta, ispirandosi a uno striscione comparso sugli spalti durante le partite di prima fase. L'hanno portato in Galizia due ragazzi di Pavia, Mauro Aguzzoni e Luigi Luguni, giunti a Vigo a bordo di un'Autobianchi A112.
2) Aguzzoni è l'interno di centrocampo del Pavia che si è salvato in C2 un mese prima. Lo striscione originale era dedicato proprio a lui, "Mauro Facci Sognare": per la versione Mundial i due ragazzi hanno deciso di sostituire la parola "Mauro" con "Italia".
3) Nella prima fase l'Argentina non ha brillato, ma visto il rendimento dell'Italia è la logica favorita. La vigilia è scaldata da una frase sgradevole di Menotti, che ci definisce "la squadra più squilibrata e squinternata del torneo, indietro di 50 anni". Bearzot non gradisce.
4) Alle 11:30 del mattino il presidente FIGC Federico Sordillo riceve un telegramma da otto campioni dell'Italia di Vittorio Pozzo: "Gli azzurri vincitori dei titoli mondiali 1934 e 1938 offrono il loro vecchio cuore alla Nazionale stop". Porterà fortuna?
5) La questione tattica più urgente riguarda Maradona: chi lo marca? L'abbiamo affrontato una sola volta in un'amichevole a Roma nel 1979: Bearzot lo aveva accoppiato con Oriali cambiando idea dopo 10 minuti e affidandolo a Tardelli (che aveva causato un rigore). E tre anni dopo?
6) Niente Tardelli: Diego ormai gioca stabilmente punta e non ha senso affidarlo a un centrocampista. Così Tardelli si occuperà di Kempes, temibilissimo negli inserimenti, mentre Maradona finisce nelle grinfie di Claudio Gentile, e buona fortuna.
7) La partita è introdotta da un caotico minuto di silenzio per la morte avvenuta due ore prima di Francisco Diaz Sanchez, un agente della Guardia Civil che scortava il pullman argentino al Sarrià, vittima di un incidente stradale (e non di un malore come dice Martellini).
8) Nel caldo delle 5 del pomeriggio di Barcellona l'Argentina parte forte con un pressing feroce che costringe Bruno Conti a mettere subito le cose in chiaro: eccolo in questo numero alla Iniesta, trent'anni prima di Iniesta.
9) Maradona invece si nasconde per i primi 15 minuti, facendosi notare solo per questo velleitario tentativo in acrobazia molto alto sulla traversa. Partita bloccatissima.
10) Agli occhi di uno spettatore di oggi, il metro arbitrale è incomprensibile: l'arbitro rumeno Rainea tollera una lunga serie di entrate brutali (guardate questo tackle su Tardelli di Tarantini, nemmeno ammonito) mentre il primo giallo se lo becca Paolo Rossi per proteste.
11) Rainea è lo stesso arbitro protagonista di una delle ammonizioni più tristemente famose della storia: quella al numero 2 dello Zaire 1974 Joseph Mwepu Ilunga, terrorizzato dalle conseguenze di una possibile sconfitta con oltre tre gol di scarto dei suoi contro il Brasile.
12) Per capirci meglio: ecco una carrellata di tutte le carezze riservate a Maradona dalla nostra difesa, da Gentile ma non solo. Solo uno di questi falli verrà punito con l'ammonizione.
13) Anzi, il primo a essere ammonito è proprio Maradona! Ovviamente per proteste, dopo un fallo invertito a centrocampo.
14) Non solo Gentile, dicevamo: per una volta che Maradona è riuscito a liberarsi del suo carceriere, dove non arriva "Gheddafi" (soprannome che detestava) ecco Scirea che usa la falce senza troppi complimenti. Nemmeno ammonito (anzi, viene ammonito Ardiles per proteste).
15) Al 42' persino Rainea deve rassegnarsi e tirare fuori il giallo a Gentile per questa manata a palla lontana. Non passa neanche un minuto che Gentile sgambetta Diego venti centimetri prima che riesca a entrare in area: Rainea pensa che per oggi ha già dato.
16) Il gol annullato a Tardelli a inizio secondo tempo è utile per un ripasso della regola del fuorigioco dell'epoca: sul lancio di Antognoni l'offside non è di Tardelli bensì di Paolo Rossi in basso, in una posizione che oggi verrebbe considerata passiva. Ma allora no.
17) Dopo le botte del primo tempo, nella ripresa s'inizia a giocare a calcio e sboccia una grande Italia, la migliore del Mundial. Conti dà spettacolo (la sua magia si apprezza meglio nel replay) e manda al tiro Graziani, che spara sul cartellone della Gillette.
18) Intanto, sempre più irretito, Maradona si fa trasparente: timoroso di prendere altre botte, Diego accelera le giocate e le forza sempre più, come in questo cross sghembo direttamente in curva.
19) S'ode a destra uno squillo di tromba: è quello di Marco Tardelli, incaricato delle soluzioni a lunga gittata. La sua fiondata da 35 metri viene alzata in angolo da Fillol. Adesso ci siamo.
20) Il gran correre del primo tempo ha sfiancato gli argentini. L'Italia passa alla cassa con un contropiede di grande modernità, condotto in verticale da Conti, Tardelli (velo), Antognoni e ancora Tardelli, che incrocia alla grande sul secondo palo. 1-0!
21) Mentre esce di scena il fantasma di Ramon Diaz e Martellini confonde Valencia (21) con Van Tuyne (22), quasi l'Argentina pareggia: Zoff risponde presente sulla zuccata da pochi metri di Olguin, sbucato in mezzo a Cabrini e Gentile.
22) Mai dare fuori partita Maradona: dopo l'ennesimo calcione di Gentile, si ribella al suo destino di uomo-delusione del Mundial e scheggia il palo a Zoff stra-battuto (Martellini lo confonde con Passarella)! È una delle 25 punizioni calciate da Diego ai Mondiali – zero gol.
23) Bella la vita dei portieri anni '80! Guardate quanto può prendersela comoda Zoff (ma lo facevano tutti) nel bloccare la palla, lasciarla andare, accarezzarla coi piedi, riprenderla, lanciare lungo...
24) Quella di Zico non sarà l'unica maglia strappata di un nostro avversario: prima di lui Ardiles, maltrattato da Oriali. Ardiles gioca con la 1 perché le maglie dell'Argentina vengono assegnate in ordine alfabetico – unica eccezione la 10 di Maradona (gli spetterebbe la 12).
25) L'Italia raddoppia con un'altra azione-capolavoro, paradossalmente avviata dall'ennesimo errore dello stralunato Pablito che innesca la gimcana di Conti: alla fine dell'arcobaleno c'è il gran sinistro sotto la traversa di Cabrini. 2-0!
26) E così l'Italia di Bearzot ha segnato all'Argentina di Menotti con uno juventino al minuto 67: era già successo quattro anni prima a Buenos Aires, quando Bettega aveva battuto Fillol su splendido assist del vicentino Paolo Rossi.
27) Ora possiamo giustamente dedicarci all'assedio. L'Argentina è stremata e il suo palleggio ci fa appena il solletico: alle brutte arriva una sana spazzata in tribuna, come fa Collovati che manda la palla in tribuna stampa. Sapete chi è il giornalista che la raccoglie?
28) Ma al minuto 83 Passarella riapre la partita con una punizione irregolare, dal momento che la barriera sta ancora indietreggiando. Rainea non fa una piega, mentre il povero Zoff - dopo le polemiche del 1978 - subisce un altro gol da fuori area...
29) Quello di Passarella è il primo e tuttora ultimo gol su punizione subito dall'Italia ai Mondiali: da allora ci hanno provato in tanti (qui Ballack nella semifinale 2006) e poi a un certo ai Mondiali abbiamo smesso direttamente di andarci.
30) Rainea si fa nuovamente benvolere dagli azzurri cacciando un minuto dopo Gallego (perfetta la pronuncia alla Buffa di Martellini) per un calcetto a Tardelli a palla lontana certamente non più grave di quelli tollerati per 85 minuti.
31) L'unico guizzo maradoniano del secondo tempo è questo numero da foca fine a sé stesso eppure spettacolare, curiosamente simile a un suo gol con il Napoli a Pescara nel 1984, in Coppa Italia (e anche quel giorno giocherà insieme a Bertoni).
32) Daniel Passarella, sempre amabile: qui dà il benvenuto al suo futuro compagno di squadra Altobelli, entrato da pochi minuti, con un pugno in faccia sotto gli occhi dell'assistente che si limita a segnalare la rimessa laterale.
33) In mezzo agli argentini incarogniti, a cominciare dal cagnaccio Ardiles, splende altissima la stella di Bruno Conti, che insegna in mondovisione come si nasconde il pallone a tre giocatori contemporaneamente.
34) Peccato che Bruno non sia sempre uno stoccatore formidabile, altrimenti sarebbe da Pallone d'Oro: al 90' si divora a tu per tu con Fillol il gol del 3-1 che, col senno di poi, ci avrebbe fatto arrivare a Italia-Brasile in ben altra situazione di differenza reti...
35) Ma è l'ultima azione, e finisce 2-1! Al triplice fischio di Rainea, non inquadrato, Gentile si libera della tensione di queste settimane urlando "bastardi!" verso la tribuna stampa. All'indirizzo di qualcuno in particolare...
36) Lo ha gridato verso i banchi dei cronisti dei giornali di Roma e Napoli, i più feroci verso il ct e la Nazionale per motivi di campanile. Quando il 3 luglio Lino Cascioli (Messaggero) si avvicina in ritiro a chiedere spiegazioni, quasi scoppia una rissa con Bearzot.
37) Ma il clima volge al sereno. Gli azzurri ricevono la visita di Spadolini. “Martedì ero a Bruxelles per la riunione CEE e la Thatcher mi ha puntato l'indice contro: dovete battere l'Argentina a tutti i costi. Le ho risposto: signora, lo faremo ma con animo diverso dal vostro".
38) Pertini ha visto la partita al Quirinale, invitando nel suo studio anche il personale di anticamera. Il suo commento a fine partita ("Attaccare!") non è dissimile dalla visione del calcio di un altro uomo politico di trent'anni dopo.
39) Il giorno dopo la Gazzetta parla di trionfo, elogia Gentile e a proposito del silenzio-stampa rivolge un invito agli azzurri tra il serio e il faceto: per favore, ragazzi, state ancora zitti. Non se lo faranno dire due volte.
40) La strada è tracciata: si tornerà in campo al Sarrià martedì 5 luglio, ma da spettatori tre giorni prima, sugli spalti per osservare la campale Brasile-Argentina. (fine prima parte)
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