Giuseppe Pastore Profile picture
Giornalista per @ilfoglio_it, @CronacheTweet, eccetera. Appassionato di sport, di cinema, di gggente. IG: giuseppe.pastore85

Jul 11, 2022, 41 tweets

I 40 capitoli finali su #ItaliaGermania, #11luglio 1982: i 40 anni della notte più dolce per almeno tre generazioni di italiani che non potevano ricordarsi del 1934 e del 1938, quando non c'era la televisione né il Presidente della Repubblica, e già soffiava un brutto vento.

1) La mattina dell'11 luglio la Gazzetta apre con il più accorato degli incoraggiamenti: titolo ancora innocuo, dodici anni prima che diventi un partito politico. Con un atto di speranza mette titolare Antognoni che però non riuscirà a recuperare dall'infortunio al piede.

2) Non tutti sanno che: in caso di pareggio, Italia-Germania non prevedeva i rigori ma una ripetizione (48 ore dopo) che sarebbe stata arbitrata dall'israeliano Klein (quello di Italia-Brasile), che in quest'intervista del 2018 alla Stampa confessò che tifava per il pareggio.

3) Italia-Germania radunerà 36,7 milioni di telespettatori, ma la partita sarà trasmessa da Rai2 (anzi Retedue): il Primo Canale punterà infatti su "Ore di paura", un episodio del telefilm "Sulle strade della California", prima di mezz'ora di Domenica Sportiva.

4) Allo Stadio Comunale di Torino è in programma il primo di due concerti dei Rolling Stones, anticipato al pomeriggio per evitare di sovrapporsi alla finale. Mick Jagger pronostica un 3-1 per l'Italia e canta "Satisfaction" con la maglietta numero 20 di Paolo Rossi.

5) Scortato dall'amico Juan Carlos, la domenica mattina Pertini fa visita agli azzurri nel ritiro di Madrid e discetta delle sue 400 pipe con il ct: "Bearzot, bruci le sue amarezze nel fornello!". Poi dice che il secondo posto va bene lo stesso (altri tempi, davvero altri tempi).

6) In dieci giorni il clima attorno all'Italia è davvero cambiato, ma Bearzot dimostra di avere memoria da elefante: "Se prima soffrivo molto le offese, adesso soffro molto di più le adulazioni".

7) Al Bernabeu calcio d'inizio alle 20. Bearzot sostituisce Antognoni con Bergomi e disegna una specie di 3-4-3 in cui Cabrini e Gentile corrono a tutta fascia e Graziani e Conti agiscono ai lati di Rossi. Un problema tecnico interrompe l'inno di Mameli all'altezza del "poropò".

8) Invece, sotto gli occhi del cancelliere Helmut Schmidt, l'inno tedesco fila liscio come l'olio. La Germania è regolarmente capitanata da Rummenigge: il ct Derwall non se l'è sentita di mandarlo in panchina anche nella finale mondiale.

9) Ma che Kalle sia lontanissimo dalla forma migliore lo si capisce all'istante, alla prima azione: Bergomi gli lascia un metro per girarsi e tirare, ma i risultati sono pessimi. Sarà il suo unico cenno di vita.

10) Non è più fortunata l'Italia e in particolare Graziani, che dopo aver abbandonato la semifinale per infortunio è costretto a farlo anche in finale: dopo 7 minuti cade male sulla spalla e lascia il posto a Spillo Altobelli, senza gesti eroici stile Beckenbauer 1970.

11) Nei primi venti minuti la Germania si fa preferire a un'Italia bloccata e un po' soggiogata dal ritmo alto dei tedeschi. Ad ogni modo, zero occasioni: ma al 22' Briegel frana banalmente da dietro su Bruno Conti e Coelho non ha dubbi nell'indicare il dischetto.

12) In "Ovosodo" (Paolo Virzì, 1997), romanzo di formazione di un giovane livornese, c'è una scena che gira proprio attorno a un rigore calciato l'11 luglio 1982, Rossi contro Schumacher: non tanto per il tiro in sé, ma per la successiva imprevista scoperta del piccolo Piero...

13) L'Italia non calciava un rigore in un Mondiale da 28 anni (Italia-Belgio 1954, gol di Pandolfini). In assenza di Antognoni il rigorista designato è Cabrini, discreto specialista nella Juventus. Ma Antonio si fa prendere dall'ansia e zappa orribilmente il tiro. "Fuoooori!".

14) Seguono lunghi istanti di angoscia, tensione, smarrimento. Martellini non le manda a dire: quando venti secondi dopo Cabrini manca lo stop sul cambio di gioco di Bruno Conti Nando non si fa problemi a sottolineare che il ragazzo "è sotto choc".

15) Il primo tempo scivola via sotto anestesia. 0-0, tutto in bilico. In tribuna Pertini dispensa sorrisi e si rivolge a uno spettatore in basso, con una gestualità anti-protocollare che quarant'anni dopo diventerebbe uno di quei meme internazionali sull'italiano medio.

16) Intervallo gravido di tensione. Mentre un uccellino zompetta sull'erba del Bernabeu, Nando Martellini si chiede - e tutta Italia con lui - perché il rigore non l'abbia tirato Pablito, che questa settimana fa gol ogni volta che respira.

17) Dopo un intervallo trascorso a tranquillizzare Cabrini e rinforzare gli ormeggi, Bearzot rientra con piglio da generale asburgico e la nuova pipa consegnatagli in mattinata dalla ditta canturina Castello. Lui e Pertini sono stati gli ultimi grandi italiani a fumare la pipa.

18) Torna la rubrica "Giocatori del Mundial che dimostravano molto più della loro età". Difficile da credere, ma l'11 luglio 1982 Paul Breitner aveva 30 anni ed era più giovane, per esempio, degli attuali Insigne o Griezmann.

19) L'Italia 1982 è il trionfo del catenaccio? Solo se non avete visto le partite: cross magnifico di Gentile (che nella vulgata era quello che menava e basta) in un'area con quattro azzurri, tra cui l'altro esterno Cabrini. Ovviamente segna Pablito, al sesto gol in sette giorni.

20) Vent'anni prima che gli appassionati italiani di motori potessero simpatizzare nello stesso momento sia per un Rossi che per uno Schumacher, l'11 luglio 1982 vide i due cognomi ferocemente contrapposti: ecco qui il pazzo "Toni" in libera uscita contro Pablito.

21) Tra gli eroi meno celebrati della finale 1982 anche Lele Oriali, "anni di fatiche e botte" condensati in 90 minuti da martire, ripetutamente livellato al suolo da Stielike e Dremmler. All'ennesimo calcione uno spettatore urla "Basta!".

22) La Germania è al tappeto ma si produce in un ultimo singulto: cross velenoso di Briegel che semina scompiglio nell'area piccola, con Collovati decisivo nell'anticipo sull'ombra di Rummenigge e poi su Fischer, in tandem con Zoff, all'unico intervento della finale.

23) L'Italia 1982 è il trionfo del catenaccio? Davvero, solo se non avete visto le partite: Rossi recupera palla e sguinzaglia Scirea che duetta (anche di tacco) con Bergomi in area, prima di caricare il sinistro di Tardelli che sembra aspettare quel pallone da tutta la vita.

24) In tribuna d'onore, tra un'esultanza e l'altra, Pertini dà al mondo un'impareggiabile dimostrazione di stile: si accorge che gli si è sbottonata la giacca e se la richiude prontamente.

25) L'urlo di Tardelli da varie angolazioni. Una di quelle foto fu scattata nientemeno che da Daniele Massaro, zero minuti giocati nel Mundial, suo malgrado trasformatosi lentamente in fotografo semi-ufficiale degli azzurri accanto a Cesare Galimberti di Lapresse.

26) Il nemico è scappato, è vinto, è battuto. Dietro la metà campo non c'è più nessuno: solo Spillo Altobelli, e silenzio, e Conti. Tedeschi a spasso nella loro area di rigore, con gli azzurri che gli nascondono la palla a piacimento: ko tecnico, Italia-Germania 3-0.

27) "E non ci prendono più".

28) Il particolare più impressionante del 3-1 di Breitner è che, nonostante manchino ancora almeno sette minuti alla fine, nessun tedesco corre a prendere il pallone in fondo alla rete, tanto che deve pensarci Coelho.

29) Il resto è accademia: Bearzot mantiene la promessa e all'88' manda in campo il vecchio Barone Causio che 4 anni prima in Argentina era stato sostituito all'intervallo della "semifinale" con l'Olanda per risparmiarlo in vista di una finale che l'Italia non avrebbe mai giocato.

30) Dopo aver confezionato il gol di Tardelli, Scirea e Bergomi toccano anche gli ultimi due palloni prima che Coelho si avventi sulla palla con la cattiveria agonistica mancata sei giorni prima ai suoi connazionali. Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo.

31) Ne "La meglio gioventù" (Marco Tullio Giordana, 2003) la finale 1982 fa da sfondo a una struggente scena nelle sale deserte del Museo di Scienze Naturali di Torino (anche se dalla radio ascoltata dai vigilanti sarebbe dovuta uscire la voce di Ameri e non di Martellini).

32) Pertini abbraccia il presidente FIGC Federico Sordillo e il presidente CONI Franco Carraro e poi ripete, forse ordina: "Andiamo a trovarli!".

33) Le lacrime di Bruno Conti, il miglior giocatore del Mondiale; la gioia di Pertini; la compostezza di Zoff anche mentre solleva una Coppa del Mondo.

34) Strizzato nella Lacoste rossa d'ordinanza, Beppe Viola intervista Bearzot. Sarà la sua ultima partita da inviato della Nazionale: morirà all'improvviso il 18 ottobre 1982, colpito da infarto mentre stava montando in RAI il servizio di Inter-Napoli per la Domenica Sportiva.

35) Il 12 luglio 1982 i giornali sportivi superano abbondantemente il milione di copie vendute, inaugurando una lunga epoca d'oro e, in futuro, una certa refrattarietà alle critiche, per paura che il fantasma del Mundial torni a far loro visita quando meno se lo aspettano.

36) Sul volo Madrid-Roma Paolo Rossi si toglie la soddisfazione di fare il giornalista e chiama in causa nientemeno che il suo alter ego Franco Selvaggi, l'uomo a cui Bearzot scherzando aveva detto di non portarsi nemmeno le scarpe, che tanto non gli sarebbero servite.

37) Il lunedì sera va in onda sulla Retedue uno Speciale Mixer condotto da Gianni Minà che come sempre trabocca di ospiti e clamorose sorprese, come il collegamento in diretta dal camerino dei Rolling Stones in compagnia del loro fan Claudio Gentile.

38) Eh sì, perché gli Stones hanno ancora da esibirsi nella seconda data al Comunale di Torino - e stavolta Mick Jagger canta Satisfaction con la maglia numero 6 di "Gheddafi", non più baffuto, non più arcigno, per sempre campione del mondo.

39) Dopo aver consigliato a Spadolini di sfruttare l'enorme popolarità di quei giorni per organizzare un golpe militare, a Paolo Villaggio spetta la morale della storia: questo Mondiale ci diede una gioia incredibile perché per quarant'anni "non avevamo mai vinto un cacchio".

40) E a scopa chi vince? La coppia Causio-Bearzot, grazie a un colpo da maestro del Barone che cala il sette pur avendone uno solo. Pertini abbocca, lascia passare e Bearzot non perdona, portando a casa il Settebello. Nel 1983, quando Zoff si ritirerà, Pertini gli chiederà scusa.

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