Un piccolo🧵su come potremmo interpretare il #GiornoDelRicordo senza farne strumento di lotta. L'evento direttamente collegato al 10/2/1947 è la firma a Parigi del trattato di pace fra le potenze Alleate e i satelliti di Hitler: Italia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Finlandia. 1/
Il trattato di pace offrì all'Italia la possibilità di rientrare nel consesso democratico internazionale dopo il fascismo e l'avventura militare con Hitler. Non fu un trattato complessivamente punitivo e contribuì anzi ad accelerare la ricostruzione pacifica del nostro paese 2/
Il #giornodelricordo commemora poi le vittime delle violenze dei partigiani jugoslavi dall'autunno 1943 fino agli anni Cinquanta e la tragedia dei 250 mila giuliano-dalmati invitati/costretti a lasciare i territori occupati dalla Jugoslavia per "rimpatriare" in Italia 3/
La parossistica attenzione sulle foibe, trasformate dalla destra in un contraltare ideologico ad Auschwitz e troppo a lungo negate o giustificate ("i fascisti lo meritavano") a sinistra, ci priva della capacità di inserire questa tragedia nelle trasformazioni etniche in Europa.
La cacciata degli italiani dall'Istria e dalla Dalmazia, con il suo carico di morti, non ebbe purtroppo nulla di speciale nel contesto europeo postbellico. Sei milioni di tedeschi vennero espulsi dalla Polonia, tre dalla Cecoslovacchia (molti morirono di violenza o stenti). 5/
Nella Jugoslavia di Tito i nazionalisti sloveni e croati furono massacrati a decine di migliaia, molti gettati in "foibe". 15-20 mila ungheresi della Voivodina furono uccisi nell'autunno 1944 dalle truppe dell'OZNA, poi Tito fermò i massacri e integrò i sopravvissuti 6/
In Bosnia e in Kosovo i regolamenti di conti seguirono una guerra che aveva già fatto centinaia di migliaia di vittime, in gran parte civili. L'impianto di motivazioni per questi massacri ed espulsioni era essenzialmente triplice: etnico, politico/ideologico ed economico. 7/
Il nuovo potere comunista jugoslavo si impose ovunque con il terrore delle armi, perseguitando le minoranze sgradite (albanesi), riducendole a "macchie antropologiche" ricattabili per il loro passato (italiani, ungheresi) o facendole sparire per sempre (tedeschi del Banato) 8/
La Jugoslavia di Tito non era quel paradiso della convivenza etnica che molti immaginavano e/o pensano ancora oggi. Era una macchina di potere che utilizzava violenza fisica e pressione psicologica, agendo nel 1945 nella logica del terrore rivoluzionario preventivo sul nemico. 9/
Per come viene oggi gestito nella sfera pubblica, il #GiornoDelRicordo è occasione di caciara mediatica e manipolazioni ideologiche. Occorrerebbe ricordare le vittime e inserire l'esodo 🇮🇹 dopo la 2. gm nella storia dell'omogeneizzazione forzata delle aree europee di confine 10/
Per concludere, qualche consiglio di lettura. Sulla storia dell'Istria e delle sue genti dal 1943 ad oggi, segnalo il nuovo libro di Mila Orlic: Identità di confine. Storia dell'Istria e degli istriani dal 1943 a oggi (Viella, 2023):
Sul contesto storico dei processi di nazionalizzazione violenta fondamentale Antonio Ferrara-Niccolò Pianciola, L'età delle migrazioni forzate (Il Mulino, 2012)
Sul contesto europeo raccomando Philipp Ther, Ana Siljak eds., Redrawing Nations: Ethnic Cleansing in East-Central Europe, 1944-1948 (Rowman&Littlefield, 2001).
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