1)Oggi finalmente si gioca.Ora al di là delle polemiche di questi giorni e la vittoria che mi auguro arrivi,penso di essere arrivato al capolinea della mia storia da tifoso. La maglia l'ameró finché campo sia chiaro,ma non mi riconosco + in quella che ormai è la strada tracciata
2)da questo calcio moderno, che ci obbliga ad essere clienti+che tifosi.Attenzione,non sono i risultati di questi ultimi tempi a farmi maturare questa decisione,la serie C è ancora un bel ricordo. La ferrea applicazione del regolamento d'uso dello stadio ha dato la mazzata finale
3)L'esperimento sociale ora in atto ammazzerà definitivamente la passione. Il Napoli è conosciuto da sempre più per la passione dei propri tifosi che per la propria bacheca. Da piccoli TUTTI entrando allo stadio più che la partita abbiamo guardato la curva tifare innamorandocene
4)Uno stadio senza colori, senza bandiere e senza voce è un cimitero di persone che guardano una palla. Il tifo é l'essenza del calcio, senza tifo non ha senso la partita. Sostenere vuol dire giocarla la partita, non guardarla! Essere il 12° in campo, vuol dire quello!
5)Perché potrete dire di tutto dai vostri pulpiti, ma chi c'è sempre stato, nel bene e nel male, sono quei ragazzi al centro della curva, non voi che pontificate dalle vostre tastiere professando la vostra fede a chiacchiere...
6)Lo stadio teatro non mi appartiene, la partita la voglio guardare in piedi, voglio stare con i miei amici, voglio poter portare le mie figlie allo stadio (con il rdu non mi è possibile), voglio essere libero di mettermi dove mi pare, voglio essere libero di tifare!!! #FNS
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+Thread sul calcio romantico+
Forse i più giovani non lo sanno, ma Napoli ha avuto la sua seconda squadra di calcio a cavallo tra gli anni 70/80. Squadra che sfiorò l'impresa storica della serie B, svanita solo all'ultima giornata. Sto parlando del glorioso Campania Ponticelli.
Nel 1975,il dentista napoletano Antonio Morra Greco,spinto da amici commercianti di Via Toledo,che già seguivano le sorti di due squadre locali, Mercede e Montecalvario, decise di intraprendere l'avventura calcistica.Dalla fusione delle due squadre nacque così l'SSC Campania
La squadra fu iscritta al campionato di Prima Categoria 1975/76. Le partite venivano disputate tra il campo della Loggetta e il Collana, ma spettatori neanche a pagarne. La stagione, nonostante i grandi investimenti e una grossa campagna acquisti non fu delle più esaltanti
Volevo dire umilmente la mia sulla questione "indignazione da screenshot". Non amo questa pratica e non ne ho mai fatto ricorso, perché l'ho sempre trovata una cosa infantile, che aveva come unico scopo quello di insultare la persona oggetto dello screen.
Molti tra quelli che ora si offendono e si indignano erano tra quelli che in passato usavano questa metodo, per mettere alla gogna quelli che gli stavano sulle palle. Io stesso fui preso di mira per un like! Screenshottato e fatto oggetto di pesanti insulti! Per un like!
Mi definirono "la parte peggiore di Napoli". Lo stesso tipo scrisse che Napoli mi avrebbe vomitata. Cosa che, visto il soggetto, me la sono fatta scivolare addosso. E ci mancherebbe altro. Questa situazione però è un tantino diversa, e mi spiego meglio.
30 anni fa a quest'ora facevo un giro in vespa per tutta Napoli Est con un amico. Avevo il bandierone con il tricolore cucito al centro da mia mamma. Si aggregarono decine di motorini, sfilavamo felici e nonostante fossero appena le 8:30 le strade già erano piene e festanti
Volevamo goderci il nostro quartiere, visto che saremmo rientrati (come da programma) a notte inoltrata dallo stadio e dai festeggiamenti in città. Alle 9:30 con l'ansia e l'adrenalina che ci saliva ci avviammo direzione Fuorigrotta. Vesuviana e metropolitana
Campi Flegrei e lo stadio che si intravedeva tra gli alberi di Piazzale Tecchio. C'era gente in fila, la partita era alle 16, ci accodammo. Il resto è storia, il goal di Baroni, la festa e il ritorno a casa, rigorosamente a piedi, godendoci ogni piccolo istante!
Mi manca passeggiare serenamente tra la folla dei vicoli del centro storico e la pizza fritta da Di Matteo. Mi manca il Napoli, lo stadio, gli amici dello stadio, le birre e gli abbracci alle esultanze con gli sconosciuti. Mi mancano le zuffe finte a lavoro con i colleghi
Mancano i treni affollati e i visi familiari di ogni giorno. Mancano gli abbracci delle mie figlie perché per paura faccio fatica anche a stringerle a me. Mancano i miei genitori che in questi giorni avrò visto furtivamente un paio di volte da giù e senza salire da loro
Manca quella quotidianità fatta di sorrisi ormai celati da queste orrende mascherine che purtroppo porteremo ancora a lungo. Manca il rumore di sottofondo della città perché a questo silenzio non ci si può abituare.
Che poi detto tra noi, me ne frega di chi siede sulla panchina del Napoli. La cosa che più mi preme e che andrebbe veramente sottolineata è la distruzione di quello che una volta era un catino infuocato. L'uccisione di una passione! Uno stadio ridotto a cimitero. 1/4
Composto da clienti, tristi spettatori, intenti a sgranocchiare patatine, seduti comodamente con le gambe accavallate. Uno stadio dove si sentono chiaramente le voci dei calciatori in campo e le urla dell'allenatore avversario. Cose che manco in terza categoria. 2/4
Uno stadio che una volta eliminato il problema (a detta di tanti) ultras, avrebbe dovuto riempirsi di "veri" sostenitori e invece come al solito, pontificate sui social, ma poi delle curve e di come si sostenga veramente una squadra non ne avete proprio la benché minima idea 3/4