Il mio nome è Elena, e mio padre mi ha soffocato con le sue mani. Morire è difficile, ed io ho cercato con forza un respiro che mi svegliasse dall’incubo, ma non riuscivo, non riuscivo a prendere aria. Poi solo uno spasmo ed il caldo dell’urina che mi colava tra le gambe. 👇 
Ma non ho voglia di raccontarvi di me, perché è di voi che voglio parlare.Di voi che “il mio assassino era una brava persona che andava all’oratorio”, di voi che il mio carnefice “era depresso per colpa della separazione”, 👇
di voi che giustificate l’abominio perché siete abominevoli.
Non ho più alcun motivo di essere buona, ed è per questo che per ogni immagine che mi ritrae felice con chi mi ha ammazzata, per ogni parola allusiva contro mia madre, per ogni singola sillaba fuori luogo, 👇
Non ho più alcun motivo di essere buona, ed è per questo che per ogni immagine che mi ritrae felice con chi mi ha ammazzata, per ogni parola allusiva contro mia madre, per ogni singola sillaba fuori luogo, 👇
io vi auguro il male. Ho provato sulla mia pelle cosa significhi avere un genitore osceno, e spero che nessuno debba mai più vivere la mia esperienza, ma visto quello che scrivere e pubblicate sui vostri giornali, i vostri figli non possono certo dormire sonni tranquilli. 👇
#VERGOGNA
L’autore di questo testo è il mio amico Cristiano Maria Bellei, Professore di Antropologia Politica e Psicologia Sociale. Prima di pubblicarlo ho chiesto il suo consenso
L’autore di questo testo è il mio amico Cristiano Maria Bellei, Professore di Antropologia Politica e Psicologia Sociale. Prima di pubblicarlo ho chiesto il suo consenso
Scrivete (correttore automatico 😢 )
