Qui era quando #Bocelli invitava tutti a restare a casa e ad avere fiducia, perché “insieme” ce l’avremmo fatta.
Era il 10 marzo.
Il 12 aprile in un video dava indicazioni sui comportamenti da tenere usando l’ht #iorestoacasa
Chissà cos’è successo dopo o nel frattempo #sgarbi
Tina Merlin, giornalista, aveva scritto una trentina di articoli per denunciare i pericoli della diga del #Vajont ma non solo non fu ascoltata, 1)
fu denunciata ai carabinieri per "diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico".
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Portata a processo fu assolta con formula piena e le toccò subire anche gli insulti e la derisione da signorini grandi firme del calibro di Montanelli e Buzzati che dalle pagine del Corriere della Sera la definivano “Cassandra del Vajont” e parlavano di disastro naturale.
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«L'abbiamo bastonato di brutto per mezz'ora».
«Si è ammazzato così, da solo, dovete dire che qui era da solo».
«Oh, nessuno degli altri deve sapere di questa cosa».
E, in sottofondo, le risate dei poliziotti. 1)
Il #25settembre 2005 moriva Federico Aldrovandi, ucciso di botte durante un fermo da quattro agenti di polizia, condannati successivamente ad una pena ridicola per "eccesso colposo in omicidio colposo", un reato praticamente inventato per alleggerire le loro responsabilità.
2)
I quattro, condannati a tre anni e sei mesi, tanto vale la vita di un ragazzo di diciotto anni per la giustizia italiana hanno potuto usufruire dell'indulto, del decreto svuota carceri e non hanno perso nemmeno il posto di lavoro.
3)
A novembre 2020 renzi mentì in commissione di inchiesta quando disse di aver saputo della scomparsa di Giulio Regeni il 31 gennaio 2016, a dirlo è un documento mostrato in esclusiva da Report redatto dall'ambasciatore Massari che porta la data del 28 gennaio:
1)
ieri renzi al processo ha ripetuto di nuovo la stessa cosa.
Il 3 febbraio 2016, lo stesso giorno in cui fu ritrovato il corpo martoriato di Giulio l'allora ministra Guidi era in missione proprio in Egitto perché bisognava siglare un accordo con l'Eni.
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Ecco perché né palazzo Chigi, né la Farnesina e nemmeno la stampa internazionale volevano occuparsi del caso di Giulio Regeni: per non disturbare gli affari.
3)
Anni a mettere in testa alla gente che "il pezzo di carta" non serve a niente, che senza un diploma e una laurea si può fare tutto, perfino il presidente del consiglio, ed ecco come si materializza il sentire comune:
1)
col partito di governo che, anziché, incentivare i ragazzi a impegnarsi nello studio perché è quello e solo quello il loro dovere primario, perché è solo con quello che avranno la possibilità di imparare, di non sfigurare
2)
in una società sempre di più fatta a misura di ignoranti, vuole accorciare i tempi e diminuire gli anni di scuola perché serve schiavitù fresca, giovane e forte.
#statocanaglia
#14settembre
#Sangiuliano, che in queste ore viene dipinto come un pover'uomo fragile caduto in tentazione perché si sa, la carne è debole, è questa roba qui: ex militante missino, ultraclericale vicino all'opus dei, docente alla Libera Università Maria Santissima Assunta,
1)
già consigliere nella fiamma tricolore a Soccavo, direttore e vicedirettore di fogliacci di destra e dei telegiornali del servizio pubblico #Sangiuliano entrò in Rai nel 2003 in quota alleanza nazionale,
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questo perché come recita il vittimismo dei camerati in Italia non si lavora se non sei di sinistra.
La meloni l'ha piazzato alla cultura col preciso intento di rilanciare l'ideologia fascista e trasformare il ministero nel minculpop targato fratelli d'italia.
3)
E così scopriamo che esistono altre foto di #Sangiuliano e #Boccia che però, "per delicatezza" non sono state pubblicate.
Quando una decina di anni fa in Francia uscirono delle foto di Hollande che incontrava una donna mentre aveva una relazione stabile con un'altra
1)
lui fece una conferenza stampa in cui non solo non smentì, non sequestrò il servizio pubblico di stato per giustificarsi né frignò per la privacy violata ma disse:
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"Sono protetto da un’immunità e voi lo sapete. Se facessi causa al giornale sarei in una condizione di disparità: io non sono denunciabile e non denuncio".
3)