Luis Sepulveda nel settembre 1973 era poco più di un ragazzo, militante e volontario delle guardie di sicurezza di Allende,dentro la Moneda al momento del golpe. In una intervista spiegava perchè nella sua attività di scrittore non abbia mai raccontato la violenza e la sofferenza
degli anni della dittatura...
" Ho cercato di essere sempre molto pudico per quanto riguarda le sofferenze, perché io sono stato male, sono stato due anni e mezzo in carcere e i primi sette mesi in un buco immondo, un buco in cui non potevo né sdraiarmi né stare in piedi,
sopportando tutti i giorni i soldati che mi sputavano addosso, che orinavano su di me. Ma ho sempre capito che per scrivere di queste cose avevo bisogno di una distanza, di molta distanza e per ragioni evidenti. Io ho superato tutto questo, perché sono un militante, perché ho un
passato da guerrigliero che mi ha reso molto forte, ma ci sono migliaia di compagni che non l'hanno superato e per rispettare le ferite di questi compagni sono stato molto restio ad affrontare questi argomenti".
Un grande uomo, un grande compagno ✊ #pernondimenticare
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«Io non sono, non ho mai preteso, né pretendo di essere un uomo rappresentativo della cultura. Però sono rappresentativo di qualche cosa. Io credo di essere rappresentativo di quegli strati profondi delle masse popolari più umili e più
povere che aspirano alla cultura, che si sforzano di studiare e cercano di raggiungere quel grado del sapere che permetta loro non solo di assicurare la propria elevazione come persone singole, di sviluppare la propria personalità, ma di conquistarsi quella condizione che
conferisce alle masse popolari un senso più elevato della propria funzione sociale, della propria dignità nazionale e umana. La cultura non soltanto libera queste masse dai pregiudizi che derivano dall’ignoranza, dai limiti che questa pone all’orizzonte degli uomini:
L'ora più buia è quella in cui abbiamo bisogno di tutta la vostra luce.
Corteo h. 19.30 sabato #6aprile.
Difendere il presidio e l' assemblea permanente. Difendere il festival. Aiutateci con i generatori al presidio. Che affluiscano tutte le competenze solidali al festival.
Un atto inquietante. Su di noi aleggiano interessi poco chiari, meccanismi strani.
Stanotte degli strani criminali si sono introdotti nel perimetro dell' azienda, hanno sbarbicato la porta della cabina elettrica e hanno tolto la corrente alla fabbrica.
Strani questi criminali
che sanno esattamente dove mettere mano. Non sappiamo nulla di specifico sulla loro identità.
Questi però alcuni fatti: recentemente l' azienda aveva fatto i propri sopralluoghi,aveva provato a installare un servizio di investigazione dentro l'azienda e - guarda coincidenza
Il motto di questo governo sarà "Non disturbare chi vuole fare"
Il nuovo patto fiscale (ancora?) poggerà su tre pilastri: 1. Riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie con l'introduzione del quoziente familiare e con l'estensione della tassa
piatta (basta inglesismi) 2. Tregua fiscale per le PMI (uhm...) affinché possano regolarizzare la propria posizione con il fisco
3.Serrata lotta all'evasione fiscale a partire dagli evasori totali, dalle grandi imprese e dalle grandi frodi Iva.
Inoltre i risultati dell'Agenzia
delle entrate dovranno essere ancorati agli importi effettivamente incassati e non alle contestazioni "come incredibilmente avvenuto finora". Come, come?
Tradotto: ennesimo condono, meno controlli e rapporto conflittuale con Ade. Meloni non sa che l'attività dell'Agenzia delle
#29agosti 1980 moriva Franco Basaglia
"Io ho detto che non so che cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. È una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione
quanto la follia. Invece questa società riconosce la follia come parte della ragione, e la riduce alla ragione nel momento in cui esiste una scienza che si incarica di eliminarla. Il manicomio ha la sua ragione di essere, perché fa diventare razionale l'irrazionale. Quando
qualcuno è folle ed entra in un manicomio, smette di essere folle per trasformarsi in malato. Diventa razionale in quanto malato. Il problema è come sciogliere questo nodo, superare la follia istituzionale e riconoscere la follia là dove essa ha origine, come dire, nella vita."
«Voi borghesi inorridite perché vogliamo abolire la proprietà privata. Ma nella vostra società la proprietà privata è abolita per i nove decimi dei suoi membri; ed esiste proprio per il fatto che per il 90% non esiste. Dunque ci rimproverate di voler abolire una proprietà che
presuppone come condizione necessaria la privazione della proprietà per l’enorme maggioranza della popolazione. Insomma, ci rimproverate di voler abolire la VOSTRA proprietà. Certo, è questo che vogliamo! Se il lavoro non può più essere trasformato in capitale, cioè quando la
proprietà personale non può più convertirsi in proprietà borghese, voi dichiarate che è abolita la "persona". Dunque confessate che per persona non intendete nient’altro che il proprietario borghese. Ebbene, è proprio questa “persona” che deve essere abolita».
“Il male minore o il meno peggio (da appaiare con l’altra formula scriteriata del “tanto peggio tanto meglio”). Si potrebbe trattare in forma di apologo (ricordare il detto popolare che “peggio non è mai morto”). Il concetto di “male minore” o di "meno peggio" è dei più relativi.
Un male è sempre minore di uno susseguente maggiore e un pericolo è sempre minore di un altro susseguente possibile maggiore. Ogni male diventa minore in confronto di un altro che si prospetta maggiore e così all’infinito. La formula del male minore, del meno peggio, non è altro
dunque che la forma che assume il processo di adattamento a un movimento storicamente regressivo, movimento di cui una forza audacemente efficiente guida lo svolgimento, mentre le forze antagonistiche (o meglio i capi di esse) sono decise a capitolare progressivamente, a piccole