La @SerieA 2020-2021 non sarà la prima volta solo per lo #Spezia, ma anche per ACERBIS, azienda di Albino (Bergamo) che dopo 47 anni di onorata attività ha l'onore di debuttare in serie A. E allora MEGA-THREAD sugli altri sponsor tecnici one-shot della storia della serie A!
Superga: Torino 79-82. Superga non è solo un luogo sacro per la storia del Toro ma anche uno storico marchio torinese fondato nel 1911, specializzato soprattutto in scarpe, che in serie A s'è affacciato solo una volta.
Playground: Roma 80-82. Piccola azienda romana che ebbe l'onore di firmare la prima maglia indossata da Paulo Roberto Falcao oltre che da una lunga serie di grandi giocatori, tra cui il signore qui in foto.
Linea Milan: Milan 1981-82. Annata disgraziata di cui ha fatto le spese anche questo logo, appoggiato sul risvolto del colletto. In quella sventurata stagione, contro l'Inter sponsorizzata dalla Mac Sport, diede vita a un derby più unico che raro.
Mauri Sport: Genoa 81-82. Mauri era un negozio del centro storico in via San Luca che sponsorizzò il Grifone per due anni dal 1980 al 1982: ha chiuso nel 2015, sostituito da un negozio di borse.
JD Farrows: Fiorentina 81-83. Clamorosa iniziativa dei Pontello che tolgono di mezzo il giglio storico dopo 55 anni e lo sostituiscono con la divisa del marchio J.D. Farrow's, il cui nome campeggia enorme al centro della maglia. Molte contestazioni, durerà due anni.
Americanino: Udinese 81-84. Lo sponsor della prima Udinese di Zico (l'anno successivo passò a Diadora) fu quest'azienda fondata da un autista di ambulanze di Chioggia e fallita nel 1992, con due pellerossa stilizzati nel logo che diventarono un piccolo cult da paninari.
Fabra: Cagliari 82-83. Ramo italiano del gruppo Converse-All Star che si limitò - con discrezione tipicamente sarda - a cucire un cerchietto nero sul lato destro della maglia. Stagione non fortunatissima: arriva la retrocessione in B.
Tixo Sport: Torino 82-84. La clamorosa rimonta in tre minuti contro la Juventus da 0-2 a 3-2 è stata compiuta vestendo questo misconosciuto marchio di cui non si trova più traccia da nessuna parte. Gran bella maglia, però.
Rolly Go: Milan 1984-85. Cos'è la Rolly Go, il marchio del debutto di Maldini e della celebre foto di Hateley su Collovati nel derby dell'ottobre 1984? Un brand di abbigliamento sportivo inventato nel 1971 dal grande giornalista sportivo Rolly Marchi, specializzato nello sci.
Linea Time: Napoli 1984-85. Un solo anno, ma leggendario: la prima maglia napoletana di Maradona era griffata da questo marchio di cui si sono totalmente perse le tracce e sopravvive solo nella venerazione degli appassionati.
Gianni Rivera: Milan 1985-86. Incredibilmente il Golden Boy è stato anche sponsor tecnico: nello scalcagnato Milan 85-86 è vicepresidente e titolare dell'azienda che disegna le maglie (e quella R è uguale alla R maiuscola della firma di Rivera).
Gazelle: Brescia 86-87. Questo è il grande Claudio Branco, punta di diamante del Brescia che vestiva questo marchio locale che oggi si chiama "Gazelle e Oltre Zeta Group" e ha sede in un paese dal meraviglioso nome di Borgosatollo (Brescia).
Latas: Atalanta 87-89. Il marchio della cavalcata della Dea in Coppa delle Coppe è un brand oggi scomparso che all'epoca campeggiava sopra il mitico logo delle moquette Sit-In.
Gems: Pisa 90-91. La maglia del Pisa di Diego Simeone fu firmata da un marchio nato a Torino nel 1979 e affacciatosi in serie A solo nell'ultima stagione dei nerazzurri di Romeo Anconetani. Oggi sono specializzati soprattutto nel calcio a 5.
Galex: Perugia 96-97, 1998-2004. L'epopea picaresca del Perugia di Gaucci, Cosmi, Nakata, Materazzi eccetera gira anche intorno alla Galex, azienda fondata nel 1991 da Alessandro Gaucci (e come te sbaji), le cui azioni furono sequestrate nel 2006.
Fila: Fiorentina 97-00. Storico marchio piemontese di Stenmark e Alberto Tomba, è arrivato in serie A solo con la Fiorentina super-glamour di Trapattoni, Batistuta, Edmundo, Rui Costa, negli anni in cui faceva parte delle "sette sorelle".
Kronos: Venezia 98-00. Fondata a fine anni Settanta, diventata famosa nella nicchia delle scarpe da calcio e da basket (indossate da Stoichkov, Balbo e Drazen Petrovic), sbarca in serie dal 1998 al 2001 con il Venezia del Chino Recoba o, più modestamente, di Hiroshi Nanami.
Champion: Parma 99-05. Multinazionale di Winston-Salem che produce scarpe e tute ideali per lavare la macchina la domenica mattina e ha griffato non solo il Dream Team di basket a Barcellona 1992, ma anche l'ultimo Parma di Tanzi prima dell'implosione.
Garman: Brescia 2000-2002. Solo due anni ma buonissimi per quest'azienda con sede a Ghedi (Brescia) che ha appiccicato il suo nome sul Brescia di Baggio, Luca Toni, Andrea Pirlo, Dario Hubner, Carletto Mazzone, la corsa sotto la curva dell'Atalanta...
Mizuno: Fiorentina 01-02. Colosso giapponese dello sportswear che ha sponsorizzato Carl Lewis e, più modestamente, anche la Fiorentina più sfigata della storia, che retrocesse in B prima di fallire e ricominciare l'anno successivo dalla C2.
A-Line: Cagliari 2004-2005. Azienda fondata tra gli altri da Gianluca Festa e Christian Karembeu che oltre a Zola e compagni sponsorizzò una dozzina di squadre, compresa la Samb, il Milton Keynes Dons e la Nazionale del Libano. Fallì nel 2013.
Onze: Reggina 2005-2009. Negli quattro anni di serie A, tra cui quello della miracolosa salvezza da -11 con Mazzarri in panchina, la Reggina ha vestito il marchio di quest'azienda di San Marco Argentano (Cosenza) fondata dall'imprenditore Pino Turano.
Sportika: Sassuolo 2013-2015. Marchio che esiste dal 1982 e ha sede a Ovada (Alessandria), fortissimo sul campionato albanese, che ha vestito il Sassuolo nella sua cavalcata dalla C1 alla serie A prima di farsi educatamente da parte.
HS Football: Udinese 13-18. Brand fondato nel 2011 a Pradamano (Udine) di cui è titolare Massimiliano Ferrigno, che ricorderete protagonista di una storiaccia di una ventina d'anni fa, alla fine di un Como-Modena di serie C.
Royal Sport: Empoli 2014-15. Quest'azienda di Cava de' Tirreni ha accompagnato la sorprendente stagione dell'Empoli di Sarri, quello che "non puoi pensare di dominare a San Siro" come disse l'attuale tecnico del Benevento.
Frankie Garage: Benevento 17-18. Tanta serie B ma solo il Benevento di due anni fa per questo marchio di streetwear di proprietà di Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, con un logo ispirato a Frank Zappa (niente meno).
M908: Lecce 2019-20. Primo caso di sponsor tecnico autoprodotto (in Cina) dalla stessa società, che si sta anche allargando ad altri sport come il tennis. - FINE
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Che succede? Che si avvicina #Sanremo2024 e allora, come ogni anno, il consueto MEGA-THREAD sanremese con la top 30 delle mie canzoni preferite dei Festival di cui ho memoria (quindi, a spanne, dal 1989 a oggi).
30) "Cosa resterà (degli anni '80)" (Raf, 1989). "Anni ballando ballando/Reagan Gorbaciov", nove mesi prima della caduta del Muro. La giacca rossa di Raf a Sanremo 1989 è uno dei miei primi ricordi in assoluto, non solo in tv, insieme ai testi del Festival su Sorrisi & Canzoni.
29) "Lasciarsi un giorno a Roma" (Niccolò Fabi, 1998). "Il pavimento/del paradiso sei per me". L'energia del romano Niccolò Fabi, indie prima che il termine non esistesse ancora, vestito come uno studente di liceo invitato a un compleanno.
Stasera a Celtic Park l'Atletico Madrid indosserà una divisa speciale, maglia rossa e calzoncini blu, per celebrare Celtic-Atletico 0-0, semifinale d'andata di CoppaCampioni 1973-74: la dimostrazione che il calcio "di una volta" non era così bello come lo si dipinge oggi.
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A riassumere le scorrettezze di quella partita basterebbe il tabellino: tredici cartellini estratti dall'arbitro turco Babacan, dodici dei quali ai danni dell'Atletico. Ma le immagini televisive renderanno ancora meglio la brutalità di Celtic-Atletico 1974.
L'Atletico era allenato dall'argentino Juan Carlos Lorenzo, ex tecnico della Lazio (dove sarebbe tornato negli anni 80) e santone del calcio sudamericano: per esempio, era il ct dell'Argentina che ai Mondiali 1966 aveva scioccato l'Europa per lo stile di gioco "machiavellico".
6 anni dopo aver spedito in rete un pallone che gli era valso il Premio Puskas, Olivier #Giroud ha cambiato consonante e ha soffiato palla a Puscas. Viaggio nel pazzo mondo dei portieri casuali di Serie A, a cominciare dall'unica volta che era capitata al Milan... 100 anni fa!
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Accadde 100 anni fa, il 4 novembre 1923: un Milan-Pro Vercelli 1-3 in cui il portiere Midali fu espulso al 72' per "un atto di giustizia sommaria" secondo la Gazzetta. Le sostituzioni non esistevano: in porta andò il difensore Rinaldo Bronzini, che riuscì a non prendere gol.
Singolare quel che accadde in Milan-Bologna del 28 febbraio 1982, quando Rosario Lo Bello (non ancora famigerato presso i milanisti) espulse Piotti per una scaramuccia con Franco Colomba, ma con democristiana prontezza fischiò la fine della partita subito dopo.
"Nervi saldi, cervello fresco e grandi gambe". 25 anni fa, il #27luglio 1998, sul Col du Galibier, il tormento e l'estasi di Marco Pantani (anzi PAN-TA-NI, come scandiva immancabilmente Adriano De Zan): chi c'era, non potrà mai dimenticare.
Partito con un ritardo di 3'01" dalla maglia gialla Ullrich, a 47 km dal traguardo Pantani inizia a "sentire le voci", come ha scritto quella mattina Gianni Mura su Repubblica. Prende atto che Ullrich non lo segue, aspetta per un po' Leblanc ma poi molla anche lui al suo destino.
La Grenoble-Les Deux Alpes diventa presto un calvario per Ullrich, che ancora arranca sul Galibier quando Pantani ha già scollinato ed è in discesa - con un unico brivido quando pensiamo che sia caduto ancora, e invece sta solo indossando la mantellina offerta da Orlando Maini.
Un anno ai Giochi di Parigi che inizieranno il #26luglio 2024. E allora THREAD ispirazionale con i 30 momenti olimpici più belli della nostra vita (o perlomeno da Seul 1988 in poi). Bonus track: l'ultimo dei tre podi tricolore della storia, conquistato dalle fiorettiste a Londra.
30) Nell'inferno di Sant Sadurnì d'Anoia lo sprint di Fabio Casartelli sull'olandese Dekker e il lettone Ozols a Barcellona 1992, nell'ultima edizione olimpica in cui il ciclismo era ancora limitato ai dilettanti.
29) Atene 2004, l'unico oro femminile conquistato negli sport di squadra: il Setterosa di Pierluigi Formiconi, Melania Grego, Tania Di Mario, che risale dalla buca di un -2 nei supplementari contro le padrone di casa, com'era riuscito ai maschi dodici anni prima.
25 anni fa, il #30giugno 1998, andò in scena una delle più grandi partite della storia dei Mondiali e contemporaneamente uno dei momenti più tragici della storia del giornalismo sportivo, per giunta sulla BBC, ad opera di Brian Moore e Kevin Keegan. Ma andiamo con ordine.
La partita in questione è Argentina-Inghilterra, ottavi Francia 1998, stadio Geoffroy-Guichard di Saint Etienne. Una partita che vive di momenti di grande cult, come il celebre assolo del Wonder Boy Michael Owen che, nell'estasi del momento, a molti inglesi ricordò Maradona.
L'Argentina arpiona il pareggio a fine primo tempo con questo geniale schema su calcio piazzato dal limite: tutti si aspettano la parabola di Veron o la stangata di Batistuta, invece...