#23settembre - #GiancarloSiani - La verità non è mai andata di moda in questo paese.
Va negoziata ma più che altro negata.
Chi tocca i fili del potere che spesso s'intrecciano con quelli delle mafie, muore. /1
Oggi i giornalisti in Italia non si ammazzano più, quelli che credono ancora che il giornalismo sia un servizio necessario per i cittadini e la democrazia semplicemente vengono messi dalla parte del torto dal potere politico e anche da gente che fa lo stesso mestiere. /2
Quei pochi che lavorano per la verità disegnati come per sovversivi e, grazie ai conflitti di interesse di chi manovra potere e informazione la "verità" passa per le voci e le penne di chi parla e scrive sotto dettatura, stando ben attento a non disturbare i padroni del vapore /3
Giancarlo Siani è morto il 23 settembre 1985 a 26 anni, ammazzato dalla camorra perché voleva fare il giornalista, non l'impiegato al servizio del potere.
Per trovare i suoi assassini lo stato ha impiegato dodici anni. /end
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Negli stati uniti un singolo cittadino che si è ammalato di tumore per lavorare ha portato in tribunale una multinazionale e, grazie ad un avvocato che ha creduto nelle sue battaglie ha vinto.
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Qui un paese, Malles, ha vinto un referendum per chiedere che venisse interrotta la pratica criminale di inquinare terreni e cibi coi pesticidi [della Monsanto, la multinazionale di cui sopra] ma il consiglio di stato ha detto no e lo ha annullato [bella la democrazia eh?]
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e di recente il parlamento europeo su pressioni degli agricoltori che sono andati coi trattori fino a Bruxelles ha detto no alla riduzione dei pesticidi nelle coltivazioni.
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"Chi mi ha passato questo video? Il problema del video è quello che c'è nel video, e non da dove arriva, il problema è un giudice che va in piazza a fare certe cose", disse salvini a proposito del video che riprendeva la giudice Apostolico al porto di Catania
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insieme a chi chiedeva di far sbarcare i migranti sulla Diciotti, video che lui stesso pubblicò sui suoi social mettendo a rischio la reputazione e l'incolumità di Apostolico.
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E siccome salvini come il suo omonimo non conosce vergogna disse anche che "il caso Apostolico è motivo di profondo imbarazzo per le istituzioni".
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Per la strage di Piazza Fontana, quel #12dicembre di 54 anni fa l'unico condannato, prima da Vespa in diretta tivù e poi da un tribunale fu Pietro Valpreda che restò in carcere tre anni da innocente. 1)
Le circostanze della morte di Giuseppe Pinelli, la diciottesima vittima, volato dal quarto piano della questura di Milano dopo tre giorni dalla strage fascista di Piazza Fontana mentre veniva interrogato dagli inquirenti,
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i quali anziché indagare sui fascisti spostarono le indagini sulla falsa pista dell'attentato di matrice anarchica non sono mai state chiarite.
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La Divisione investigazioni generali e operazioni speciali, per brevità chiamata #digos, ha il compito di agire in contrasto alle attività eversive dell'ordine democratico, alle attività terroristiche
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e di controllare tutte le attività di gruppi estremisti che hanno come finalità il sovvertimento sociale.
Questi si dovrebbero occupare di eversione, di reati che mettono a repentaglio la sicurezza nazionale, non di quello che rientra perfettamente nei diritti democratici
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di una repubblica nata grazie a una Resistenza antifascista come dire una semplicissima frase che rispecchia la verità.
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«Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata de "Il Fatto". Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti. 1)
Signor Presidente Berlusconi, non tocca a lei licenziarmi. Penso che qualcuno mi accuserà di un uso personale del mio programma che, del resto, faccio da anni,
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ma per raccontare una storia che va al di là della mia trascurabile persona e che coinvolge un problema fondamentale: quello della libertà di espressione».
[Enzo Biagi, 18 aprile 2002, ultima puntata de Il Fatto, chiuso su richiesta di berlusconi]
Michela Murgia spiega benissimo su Instagram perché la vicenda della ragazza molestata dal bidello assolto perché secondo i giudici la molestia non è durata abbastanza per essere tale: non tutti lo hanno scritto ma il porco le ha messo le mani nelle mutande,
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è grave quanto quella del presunto [sic] stupro di cui è accusato il figlio di la russa. Entrambe raccontano una società in cui ancora, nel terzo millennio, la volontà delle donne non conta niente e viene prevaricata da quella dei maschi predatori e sessuomani
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che possono fare quel che fanno senza rischiare niente e, cosa ancora più grave, senza ricevere nemmeno una condanna morale.
Se al posto della ragazzina ci fosse stata un'insegnante, una dirigente scolastica sarebbe andata a finire nello stesso modo?
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