“Fu all'epoca di accerchiamento di #Macallè che il comando italiano, temendo una disfatta, applicò il procedimento che ho il dovere di denunciare al mondo. Dei diffusori furono istallati a bordo degli aerei in modo da vaporizzare, su vaste distese di territorio..1
una sottile pioggia micidiale. A gruppi di nove, di quindici, di diciotto, gli aerei si succedevano in modo che la nebbia emessa da ciascuno formasse una coltre continua. Fu così che, a partire dalla fine di gennaio 1936, i soldati, le donne, i bambini, il bestiame, i fiumi, 2
i laghi, i pascoli, furono di continuo spruzzati con questa pioggia mortale. Per uccidere sistematicamente gli esseri viventi, per avvelenare le acque e i pascoli, il comando italiano fece passare e ripassare gli aerei. Questo fu il suo principale metodo di guerra."3
Hailè Selassiè dinanzi all'assemblea ginevrina il #30giugno 1936
"Andrea Ghira, dice che ci porterà a Roma ma poi ci hanno addormentate. Ci fanno tre punture ciascuna, ma io e Rosaria siamo più sveglie di prima e allora passano ad altri sistemi. Prendono Rosaria e la portano in un'altra stanza per cloroformizzarla dicono, la sento piangere 1
e urlare, poi silenzio all'improvviso. Devono averla uccisa in quel momento. Mi picchiano in testa col calcio della pistola, sono mezza stordita, e allora mi legano un laccio al collo e mi trascinano per tutta casa per strozzarmi, svengo per un po',
e quando mi sveglio sento uno che mi tiene al petto con un piede e sento che dice: "Questa non vuole proprio morire", e giù a colpirmi in testa con una spranga di ferro. Ho capito che avevo una sola via di uscita, fingermi morta, e l'ho fatto.
“Dopo aver razziato il loro bestiame, distrutti i raccolti agricoli e saccheggiato tutte le case, i militari bulgari appiccarono il fuoco alla quasi totalità delle abitazioni, in numerose delle quali erano stati rinchiusi gli abitanti che pertanto vi morirono bruciati vivi. 1/3
Contemporaneamente i carnefici diedero sfogo ai loro istinti più bassi: tagliarono teste con l’uso di seghe a mano; crocifissero persone a testa in giù ad alberi; ne fecero morire alcune per dissanguamento dopo averle legate a sedie ed averle scorticate; 2/3
fratturarono con martelli e mazze gli arti dei bambini, lasciandoli ai bordi delle strade; squarciarono i ventri di alcune donne incinte, uccidendole ed estraendone i feti, fatti oggetti di tiro a segno dopo averli gettati in aria;3
Il #26settembre 1944 a #BassanodelGrappa, furono impiccati 31 giovani patrioti, arrestati nei giorni precedenti. Furono caricati su un camion, con le mani legate con il fil di ferro dietro la schiena e un cartello al collo (“Bandito”).1
Un giovane milite fascista metteva al collo del prigioniero un cappio fatto con un cavo telefonico, fissato all’albero del Viale principale di #BassanodelGrappa. Una brusca accelerata e il partigiano rimaneva appeso all’albero.2
31 fermate, 31 cappi con il filo del telefono, 31 accelerate. E i corpi lasciati per 22 ore appesi, tra i lazzi e le offese dei fascisti ragazzini.
Ancora più cruda fu l'ultima operazione che venne effettuata a chi non era ancora morto:3