-1 a #Tokyo2020! Dov'eravamo rimasti? Ah sì: la TOP 10 dei grandi momenti olimpici italiani 1988-oggi!
10) Italia-Lituania 2004, la semifinale di Atene in cui tutti i pianeti si allinearono, nonché l'ultima vittoria ai Giochi del nostro basket (speriamo solo per pochi giorni).
9) Di bronzi che valgono ori, per il tempismo, il pathos, semplicemente l'emozione: l'ultimo tuffo della carriera olimpica di Tania Cagnotto che a Rio le vale la medaglia individuale tanto inseguita per 16 anni.
8) L'unico oro olimpico di Federica Pellegrini, a Pechino 2008, in una gara essa stessa espressione della sua relazione di amore-odio verso i Giochi: anche in uno stato di grazia psico-fisica, ci mancò poco che rovinasse tutto una Isakovic qualunque.
7) Gli Anni Ottanta in purezza nella sontuosa cavalcata dei fratelloni Abbagnale + Peppiniello Di Capua, sospinti verso il bis olimpico nella notte italiana, a Seul 1988, da un debordante Galeazzi che ci mette anche del suo per respingere l'assalto della Germania Est.
6) Più dei sei ori olimpici, è un bronzo a determinare la grandezza di Valentina Vezzali: il terzo posto artigliato a Londra 2012 a 38 anni, sotto di quattro stoccate a 20 secondi dalla fine contro la coreana Nam. Una gara che è la rappresentazione del Rifiuto della Sconfitta.
5) All'ultimo giorno di Barcellona 1992, il Settebello di Rudic ghiaccia le Piscine del Picornell con un'impressionante prova di solidità e ferocia agonistica, uscendo vivi da una finale da vittime sacrificali. E, nella miglior tradizione italiana, vinciamo ai supplementari.
4) Fioravanti canta Fioravanti: quanto è difficile commentare un oro olimpico atteso da 104 anni? C'è un prima e un dopo i 100 rana di Sydney 2000: una delle giornate più gloriose del nostro sport, la gara che cambiò per sempre - in meglio - la storia del nuoto italiano.
3) La voce emozionata ed emozionante di Giacomo Mazzocchi accompagna la rimonta di Gelindo Bordin, nobile geometra vicentino, alle prime luci del mattino dell'ultimo giorno di Seul 1988. Con il gibutiano Saleh indimenticabile attore non protagonista.
2) "Ora c'è solo il silenzio". La felicissima trovata di Andrea Fusco lascia spazio ai brusii, ai respiri, allo scuotersi delle funi e al rumore morbidissimo dell'atterraggio di Jury Chechi, Atlanta 1996. Una delle più grandi emozioni della storia dello sport italiano.
(Prima del numero 1, chiedo scusa per le grandi esclusioni: Giovanni Parisi 1988, Casartelli 1992, Bettini 2004, Montano 2004, Schwazer 2008, la spada maschile 2000, il Setterosa 2004, Paola Pezzo... forse andava fatta una top 30)
1) L'ultima sera di Atene 2004, Stefano Baldini vive l'immenso onore e l'emozione di entrare per primo nello stadio dove sono nati i Giochi moderni, al culmine di una maratona rocambolesca dove c'è spazio pure per un agguato al battistrada. "Bravo, bravo, bravo!".
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Che succede? Che si avvicina #Sanremo2024 e allora, come ogni anno, il consueto MEGA-THREAD sanremese con la top 30 delle mie canzoni preferite dei Festival di cui ho memoria (quindi, a spanne, dal 1989 a oggi).
30) "Cosa resterà (degli anni '80)" (Raf, 1989). "Anni ballando ballando/Reagan Gorbaciov", nove mesi prima della caduta del Muro. La giacca rossa di Raf a Sanremo 1989 è uno dei miei primi ricordi in assoluto, non solo in tv, insieme ai testi del Festival su Sorrisi & Canzoni.
29) "Lasciarsi un giorno a Roma" (Niccolò Fabi, 1998). "Il pavimento/del paradiso sei per me". L'energia del romano Niccolò Fabi, indie prima che il termine non esistesse ancora, vestito come uno studente di liceo invitato a un compleanno.
Stasera a Celtic Park l'Atletico Madrid indosserà una divisa speciale, maglia rossa e calzoncini blu, per celebrare Celtic-Atletico 0-0, semifinale d'andata di CoppaCampioni 1973-74: la dimostrazione che il calcio "di una volta" non era così bello come lo si dipinge oggi.
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A riassumere le scorrettezze di quella partita basterebbe il tabellino: tredici cartellini estratti dall'arbitro turco Babacan, dodici dei quali ai danni dell'Atletico. Ma le immagini televisive renderanno ancora meglio la brutalità di Celtic-Atletico 1974.
L'Atletico era allenato dall'argentino Juan Carlos Lorenzo, ex tecnico della Lazio (dove sarebbe tornato negli anni 80) e santone del calcio sudamericano: per esempio, era il ct dell'Argentina che ai Mondiali 1966 aveva scioccato l'Europa per lo stile di gioco "machiavellico".
6 anni dopo aver spedito in rete un pallone che gli era valso il Premio Puskas, Olivier #Giroud ha cambiato consonante e ha soffiato palla a Puscas. Viaggio nel pazzo mondo dei portieri casuali di Serie A, a cominciare dall'unica volta che era capitata al Milan... 100 anni fa!
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Accadde 100 anni fa, il 4 novembre 1923: un Milan-Pro Vercelli 1-3 in cui il portiere Midali fu espulso al 72' per "un atto di giustizia sommaria" secondo la Gazzetta. Le sostituzioni non esistevano: in porta andò il difensore Rinaldo Bronzini, che riuscì a non prendere gol.
Singolare quel che accadde in Milan-Bologna del 28 febbraio 1982, quando Rosario Lo Bello (non ancora famigerato presso i milanisti) espulse Piotti per una scaramuccia con Franco Colomba, ma con democristiana prontezza fischiò la fine della partita subito dopo.
"Nervi saldi, cervello fresco e grandi gambe". 25 anni fa, il #27luglio 1998, sul Col du Galibier, il tormento e l'estasi di Marco Pantani (anzi PAN-TA-NI, come scandiva immancabilmente Adriano De Zan): chi c'era, non potrà mai dimenticare.
Partito con un ritardo di 3'01" dalla maglia gialla Ullrich, a 47 km dal traguardo Pantani inizia a "sentire le voci", come ha scritto quella mattina Gianni Mura su Repubblica. Prende atto che Ullrich non lo segue, aspetta per un po' Leblanc ma poi molla anche lui al suo destino.
La Grenoble-Les Deux Alpes diventa presto un calvario per Ullrich, che ancora arranca sul Galibier quando Pantani ha già scollinato ed è in discesa - con un unico brivido quando pensiamo che sia caduto ancora, e invece sta solo indossando la mantellina offerta da Orlando Maini.
Un anno ai Giochi di Parigi che inizieranno il #26luglio 2024. E allora THREAD ispirazionale con i 30 momenti olimpici più belli della nostra vita (o perlomeno da Seul 1988 in poi). Bonus track: l'ultimo dei tre podi tricolore della storia, conquistato dalle fiorettiste a Londra.
30) Nell'inferno di Sant Sadurnì d'Anoia lo sprint di Fabio Casartelli sull'olandese Dekker e il lettone Ozols a Barcellona 1992, nell'ultima edizione olimpica in cui il ciclismo era ancora limitato ai dilettanti.
29) Atene 2004, l'unico oro femminile conquistato negli sport di squadra: il Setterosa di Pierluigi Formiconi, Melania Grego, Tania Di Mario, che risale dalla buca di un -2 nei supplementari contro le padrone di casa, com'era riuscito ai maschi dodici anni prima.
25 anni fa, il #30giugno 1998, andò in scena una delle più grandi partite della storia dei Mondiali e contemporaneamente uno dei momenti più tragici della storia del giornalismo sportivo, per giunta sulla BBC, ad opera di Brian Moore e Kevin Keegan. Ma andiamo con ordine.
La partita in questione è Argentina-Inghilterra, ottavi Francia 1998, stadio Geoffroy-Guichard di Saint Etienne. Una partita che vive di momenti di grande cult, come il celebre assolo del Wonder Boy Michael Owen che, nell'estasi del momento, a molti inglesi ricordò Maradona.
L'Argentina arpiona il pareggio a fine primo tempo con questo geniale schema su calcio piazzato dal limite: tutti si aspettano la parabola di Veron o la stangata di Batistuta, invece...