No, se lavori in un ufficio non sempre sei privilegiat*. Nemmeno se ti regalano il caffè o ti hanno riservato il parcheggio per il monopattino. #lavoro 1/14
Abbiamo ereditato dalle generazioni precedenti la falsa convinzione che passare (se va bene) otto ore in un grigio palazzo sia un privilegio che ci rende separati, o forse protetti, da coloro che sono ingiustamente ritenuti “lavoratori di serie B”. #lavoro 2/14
Al netto della ipocrisia formale, le morti dei “lavoratori manuali” sono comunemente considerate dalla società una spiacevole ma necessaria conseguenza del nostro sistema produttivo e per questo, purtroppo, normalizzate. #lavoro 3/14
Tuttavia, non serve essere un muratore o un’operaia per mettere a repentaglio la propria esistenza nel tentativo di “guadagnarsi da vivere”. #lavoro 4/14
La letteratura sulle conseguenze fisiche e psicologiche dei lavori da ufficio è ampia, tanto che si comincia a riconoscere come malattia da #lavoro il “burnout”: uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale che l’OMS ha classificato come una forma di stress lavorativo. 5/14
L’individuo è esposto ad ambienti dove le pressioni di colleghi e superiori sono sempre più costanti e dove molte forme di espressione sono soppresse, in virtù di un processo che li riduce a meri ingranaggi aziendali. #lavoro 6/14
I ritmi di lavoro e il timore di non essere abbastanza formati fanno il resto, invadendo ogni sfera esistenziale delle persone e limitandole ad una vita sociale malsana. #lavoro 7/14
A ciò si aggiungono i danni meccanici, legati ad ambienti fisici, che possono avere conseguenze gravi: la postura di una vita sedentaria, l’aria malsana degli uffici e l’uso prolungato di schermi sono alcuni esempi di condotte che provocano danni alla nostra salute. #lavoro 8/14
Tra il 2020 e il 2021 in molti Paesi si registrano incrementi nei tassi di depressione, ansia e stress. A questo si aggiunge un fenomeno che la stampa statunitense ha definito “Great Resignation” ovvero un aumento di dimissioni volontarie. #lavoro 9/14
Sembra che le persone, semplicemente, non ce la facciano più. #lavoro 10/14
In queste ore ho diffuso un sondaggio chiedendo ai miei follower se abbiano pensato negli ultimi due anni di licenziarsi. Il risultato è impressionante: l’85% di loro ha risposto di sì. #lavoro 11/14
Le motivazioni (oltre duemila raccolte in meno di 24 ore) erano molteplici: scarsa stima, ambiente tossico, micromanaging, scarse tutele o salari indegni e gerarchie poco rispettose delle persone (soprattutto tra le donne). #lavoro 12/14
Per quanto poco scientifico, questo test ha dimostrato come cresca lo scollamento tra mondo del lavoro e individui. La soluzione? Meno lavoro e più diritti, per tutti e tutte. E organizzazione, dal basso. #lavoro 13/14
(Fonti: The Relationship between Work-Stress B. Thorsteinsson et all, C. Volpato in Le radici psicologiche della disuguaglianza, Strazdins, D’Souza, Lim, Broom, & Rodgers, 2004; e.g., Appels, 2000; Kant et al., 2003) #lavoro 14/14

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