Sono state annunciate delle importanti restrizioni per gli abitanti di Vulcano Porto, la città più importante dell'isola di #Vulcano. Si tratta di una sorta di allontanamento della popolazione locale concentrato maggiormente nelle ore notturne, ma partiamo dall'inizio 👇🧵
Nel corso dell'ultimo mese e mezzo abbiamo parlato molto spesso di Vulcano, il famoso sistema vulcanico delle Isole Eolie che a partire dal mese di luglio ha iniziato a far registrare una serie di variazioni geochimiche e geofisiche
concentrate principalmente nella zona sommitale del Cratere della Fossa, il cratere principale del vulcano. Queste modeste variazioni sono continuate in modo ancora più marcato anche nei mesi di agosto e di settembre
il che aveva richiesto, il primo ottobre, l'organizzazione di una riunione speciale tra la Protezione Civile, la Commissione Grandi Rischi e l'INGV per innalzare l'allerta vulcanica dal livello verde (BASE) al livello giallo (ATTENZIONE).
Questo aumento di allerta è servita per potenziare la rete di monitoraggio dell'isola. In particolare, i ricercatori dell'INGV hanno installato una serie di nuove stazioni sismiche, geochimiche, deformative, clinometriche e multigas in diverse zone dell'isola.
L'attuale fase di unrest - ovvero di agitazione - consiste, in soldoni, in un aumento della temperatura dei gas fumarolici, un importante aumento dell'emissione di gas magmatici come l'Anidride Carbonica (CO2) e l'Anidride Solforosa (SO2)
un aumento di piccoli terremoti superficiali e perfino una modesta deformazione del suolo che ha sollevato l'area del cratere di circa 3.5 centimetri in poco più di un mese.
Fino alle prime due settimane di ottobre, le anomalie più significative erano concentrate soprattutto al Cratere della Fossa, una zona che è stata immediatamente interdetta sia ai turisti che agli abitanti dell'isola.
A partire dalla seconda metà di ottobre però, l'area interessata da queste forti anomalie si è gradualmente estesa anche alle zone più lontane dal cratere. In particolare, un importante aumento dei flussi di CO2 è stata rilevata anche in una piccola area abitata
denominata "Porta Uccelli", il che aveva spinto le autorità locali ad allontanare alcuni nuclei familiari che vivevano proprio in quella zona.
E qui arriviamo all'ordinanza annunciata ieri dal sindaco di Vulcano e dalla regione Sicilia. La fase di unrest che stiamo vivendo da quest'estate sull'isola di Vulcano si è ulteriormente aggravata.
In particolare, i flussi di CO2 stanno aumentando in modo significativo anche nell'area abitata di Vulcano Porto, ovvero la città principale dell'isola di Vulcano.
Trattandosi di un gas che ad elevate concentrazioni può provocare problemi respiratori e, nei casi peggiori, anche la perdita di conoscenza o addirittura la morte, c'è un urgente bisogno di una nuova campagna di rilevamenti
per capire se queste elevate concentrazioni di CO2 sono spalmate in tutta l'area di Vulcano Porto oppure se ci sono delle zone particolari in cui i flussi sono più concentrati.
Siccome per completare questa campagna ci vorrà del tempo, il Sindaco ha deciso che Vulcano Porto diventerà zona ROSSA per un mese. In questa particolare zona la popolazione locale non potrà pernottare o stazionare nelle abitazioni dalle ore 23 alle ore 6
e non potrà utilizzare i piani interrati delle abitazioni anche durante le ore diurne. In questa particolare zona inoltre, la popolazione non potrà svolgere attività fisica e non potrà far stazionare gli animali domestici.
Trattandosi di un gas più pesante dell'aria infatti, la CO2 tende a concentrarsi maggiormente al suolo, di conseguenza le aree più pericolose per la salute della popolazione sono le cantine, i garage, i pozzi, i pani terra delle abitazioni e le aree depresse in generale.
I soggetti più vulnerabili in tal senso sono i bambini e gli animali in quanto avendo una statura molto più bassa tendono a respirare ancora più CO2 degli altri.
Non a caso nel corso dell'ultimo mese questo aumento dei flussi di anidride carbonica ha provocato la morte di diversi gatti e uccelli che sono stati uccisi proprio a causa delle elevate concentrazioni di questi gas presenti all'altezza del suolo.
Oltre a queste restrizioni comunque, sull'isola di Vulcano non potranno sbarcare nemmeno i turisti o i non residenti, mentre saranno comunque ammessi tutti coloro che ci lavorano o ci effettuano un'attività di monitoraggio.
Se la campagna di rilevamenti darà esiti positivi - ovvero se le elevate concentrazioni di CO2 risulteranno particolarmente concentrate soltanto in delle determinate aree - tali restrizioni verranno revocate
e la maggior parte della popolazione di Vulcano Porto potrà tornare a pernottare e stazionare all'interno delle proprie abitazioni, seppur con molta cautela ed attenzione.
In quel determinato scenario il sindaco di Vulcano provvederà a far diventare zona rossa soltanto quelle specifiche aree in cui sono state rilevate elevate concentrazioni di anidride carbonica.
L'INGV, i Vigili del Fuoco e l'Arpa Sicilia in questi trenta giorni si impegneranno sia a potenziare il numero delle stazioni permanenti che ad effettuare una serie di rilevamenti tramite l'ausilio di una serie di stazioni mobili che sono già in fase di allestimento.
Il potenziamento della rete di monitoraggio dei gas servirà anche per rilevare eventuali aumenti delle concentrazioni di anidride solforosa (SO2) provenienti, in particolari condizioni meteorologiche, dal pennacchio che si eleva dalla cima del Cratere della Fossa.
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Dopo una quiescenza di 472 anni si è risvegliato il vulcano #Krasheninnikov, sulla penisola di #Kamčatka, in Russia. Ecco cosa sappiamo sulle dinamiche dell'eruzione e sul suo possibile collegamento con il violento terremoto di M 8.8 che ha colpito la penisola pochi giorni fa 🧵
L’eruzione è di natura esplosiva e sta avvenendo da una delle due bocche sommitali, dove è in corso un’attività freatomagmatica causata, probabilmente, dall’interazione del magma con la neve e il ghiaccio che ricoprono la cima del vulcano.
Dai sorvoli aerei sembra intravedersi anche una frattura eruttiva laterale a quote più basse da cui sembra essere in corso una modesta attività stromboliana. Su quest'ultimo aspetto attendiamo eventuali notizie ufficiali che per il momento non sembrano esserci.
Il violento #terremoto di M 8.8 che ha colpito ieri la #Kamčatka è il sesto più forte avvenuto sul nostro pianeta in epoca moderna. La scossa ha innescato uno #tsunami che si è propagato in tutto il pacifico senza provocare vittime. Cosa sappiamo? Ecco un (lungo) riassunto! 🧵
Il violentissimo terremoto di M 8.8 è stato localizzato 130 km ad est di Petropavlovsk-Kamčatskij, capoluogo del territorio, ad una profondità di 35 km. Parliamo di una zona non molto abitata in cui gli edifici sono stati costruiti con criterio. Mappa di @LastQuake
Qui la placca pacifica va in subduzione – ovvero sprofonda - sotto la microplacca di Okhotsk, un'estensione della più nota placca nord-americana. Questo scontro tra titani avviene ad una velocità media di 8 cm l’anno, tra le più alte al mondo!
All'alba del 21 luglio 365 d.C. un violentissimo #terremoto di magnitudo stimata tra 8.0 e 8.5 si è verificato sull’isola di #Creta, in Grecia, lì dove la placca africana va in subduzione sotto la microplacca egea. Ecco cosa sappiamo su questo evento catastrofico 🧵
Il terremoto ha avuto una durata sicuramente superiore al minuto e oggi viene considerato l'evento sismico più intenso avvenuto nel Mediterraneo in epoca storica. Non a caso l'area in cui si è verificato è tra le più sismiche di tutto il continente.
Nel giro di pochi istanti il fondale marino si sollevò di 8-9 metri, un valore incredibile che ha modificato per sempre la morfologia di un intero paesaggio. Oggi possiamo vedere i segni di questa trasformazione sul molo di Phalasarna, l'antica città portuale di Creta.
Questo video entra di diritto nella storia della geologia: ci mostra la rottura in diretta della faglia di Sagaing durante il #terremoto di M 7.7 in #Myanmar. L'intero paesaggio slitta lateralmente di diversi metri in pochi secondi, ecco una faglia trascorrente dal vivo!
È come se le illustrazioni dei libri di geologia prendessero vita! Vi consiglio di rivedere il video più volte, concentrandovi sempre in punti diversi del paesaggio, così da notare tutti gli effetti della rottura sul contesto urbano e naturale.
Il video è stato ripreso da una telecamera di sorveglianza nella città di Thazi, un centinaio di chilometri a sud dell'epicentro del violento terremoto.
L'Osservatorio Vesuviano ha rivisto i dati del forte #terremoto che giovedì è avvenuto ai #CampiFlegrei: la magnitudo è passata da 4.4 a 4.6, la più alta in assoluto da quando l’area viene monitorata. Ecco un lungo riassunto di quello che è successo (nessun complotto!) 🧵
Tutti i terremoti che vengono pubblicati sul sito dell’INGV possono subire delle variazioni più o meno marcate con il passare dei giorni o delle settimane per l’arrivo di nuovi dati che si vanno a sommare ed integrare con quelli usati nelle prime ore dell'evento (Gargano 👇🏻).
La magnitudo di tutti i terremoti è sempre soggetta ad un margine di errore nell’ordine di ± 0.3. Questo vuol dire che nel caso del terremoto di giovedì scorso, la magnitudo dell’evento era di 4.4 ± 0.3, quindi la stima finale poteva variare tra 4.1 e 4.7, come poi è stato.
Il 18 marzo del 1944 avveniva l’ultima eruzione del #Vesuvio. Ecco un (lungo) riassunto dell'eruzione che ha decretato la conclusione del ciclo eruttivo a condotto aperto e l'inizio di quello a condotto chiuso, in cui ci troviamo tutt'ora! 🧵
L'eruzione del 1944 è l'ultimo capitolo di un periodo eruttivo iniziato nel 1913. Il materiale emesso in quei 3 decennì finì per rimpire completamente il cratere sommitale e contribuì a formare un piccolo cono di scorie che superò in altezza i bordi stessi del cratere.
L’equilibrio raggiunto in quegli anni si spezzò nel pomeriggio del 18 marzo 1944, quando un’attività stromboliana più intensa provocò la distruzione di questo piccolo cono e permise alla lava di traboccare verso l’esterno formando due colate che avanzarono sui fianchi del vulcano