Il 13 dicembre scorso, la lunga eruzione vulcanica in corso sull'isola di #LaPalma, alle Canarie, è improvvisamente terminata dopo essere diventata l'eruzione più distruttiva che ha colpito una nazione europea dal dopoguerra ad oggi. Ripercorriamo insieme la sua storia 👇🧵
Nel corso della notte tra il 10 e l’11 settembre, una corposa sequenza sismica ha iniziato ad interessare la zona meridionale dell’isola di La Palma, una delle sette isole maggiori che compongono l'arcipelago delle Canarie.
Le Canarie sono un insieme di isole di origine vulcanica nate a causa di un "hot spot", ovvero di una specifica zona in cui è presente una risalita di magma proveniente direttamente dal mantello terrestre profondo.
L’isola di La Palma in particolare, è una delle più giovani dell’intero arcipelago ed è formata da ben due edifici vulcanici: la caldera di Taburiente a nord e il giovane Cumbre Vieja a sud.
La sequenza sismica di settembre ha interessato proprio la parte sud-occidentale dell’isola, ovvero quella che fa parte del sistema vulcanico del Cumbre Vieja, uno dei vulcani più attivi di tutte le Canarie.
In appena otto giorni, i sismologi dell’Istituto Geografico Nazionale (IGN) hanno registrato in quest’area oltre 25.000 terremoti, alcuni dei quali di magnitudo superiore a 3.
Le analisi satellitari svolte dai ricercatori spagnoli hanno sin da subito chiarito l’origine di questa corposa sequenza, si trattava di un’intrusione magmatica profonda che si stava muovendo piuttosto velocemente verso la superficie.
In pochi giorni infatti, una specifica area del versante occidentale dell’isola si è sollevata di circa 15 centimetri, un valore significativo in così poco tempo.
La sequenza sismica pre-eruzione ha raggiunto il culmine nel corso del pomeriggio del 19 settembre, più precisamente mentre era in corso l’evacuazione a scopo precauzionale di tutte le persone fragili e/o sole che vivevano nell’area maggiormente interessata dalle deformazioni.
Proprio nella fase clou di questa evacuazione però, una frattura eruttiva lunga 557 metri si è aperta lungo il versante occidentale dell’isola, più precisamente in una specifica zona che dista poche centinaia di metri da un’area densamente popolata.
Durante le prime ore di attività, tale frattura ha prodotto delle fontane di lava alte circa un centinaio di metri e una piccola colata di lava che è riuscita ad avanzare, molto lentamente, verso i centri abitati posti poco più a valle.
Il lavoro svolto dai geologi nei giorni e nelle ore precedenti è stato però preziosissimo, nonostante l’eruzione fosse iniziata all’improvviso a poche centinaia di metri di alcune abitazioni infatti, l’intera eruzione non ha provocato feriti o vittime dirette.
In tre lunghi mesi di attività, l’eruzione vulcanica ha espulso – secondo le stime preliminari – oltre 200 milioni di metri cubi di materiale vulcanico, 34 dei quali hanno formato un edificio vulcanico alto circa 200 metri
una nuova montagna nata completamente grazie alla ricaduta di brandelli di lava, cenere, lapilli e bombe vulcaniche, oltre che alla sovrapposizione di numerose colate di lava.
Eppure la parte più importante di quest’eruzione è stata la sua notevole distruttività, in tre mesi infatti, le colate di lava emesse dalla frattura eruttiva hanno ricoperto una superficie di 1.241 ettari, ovvero poco più di 12 chilometri quadrati
un dato che rende l’eruzione del 2021 la più voluminosa tra le sette eruzioni che sono avvenute sull’isola dal 1430 ad oggi.
In questi 12 km², le varie colate di lava hanno travolto e distrutto, secondo il catasto, oltre 1676 edifici – 2.988 secondo le analisi satellitari – il che classifica l’eruzione in questione come la più distruttiva che ha colpito una nazione europea dal dopoguerra
oltre che la più distruttiva della storia delle Canarie. Intere piccole località come Todoque e La Laguna sono state completamente distrutte, il che ha provocato una perdita sia sociale che economica davvero importante per la popolazione locale.
Stiamo parlando di un’eruzione che ha causato la perdita di numerose abitazioni, scuole, ospedali, industrie, allevamenti e campi coltivati, un evento talmente importante che secondo il governo spagnolo ha provocato una quantità di danni stimata per almeno 900 milioni di euro.
Una parte di questi danni è da attribuire anche all’ingente ricaduta di materiale vulcanico che ha interessato, in modo significativo, oltre 60 km² della superficie dell’isola
un fenomeno che ha provocato danni economici e materiali anche a quei numerosi terreni agricoli che non sono stati coinvolti direttamente dall’avanzata delle colate di lava.
In alcuni punti in particolare, l’accumulo di cenere e lapilli ha superato addirittura i 20 metri di altezza, un valore incredibile che ha permesso ai fotografi locali di immortalare interi edifici sepolti sotto una spessa coltre grigia ed anonima.
Fortunatamente però, l’eruzione vulcanica del Cumbre Vieja non ha prodotto soltanto danni e perdite economiche. Durante i mesi di ottobre e di novembre infatti, alcune colate di lava alimentate dalla frattura eruttiva hanno lentamente raggiunto l’oceano
in almeno tre punti diversi della zona costiera del versante occidentale dell’isola, un fenomeno che ha generato una serie di delta lavici che hanno esteso la superficie dell’isola di ben 48 ettari.
L’eruzione comunque, si è improvvisamente conclusa nel corso della tarda serata del 13 dicembre dopo un’intensa fase esplosiva che ha interessato le bocche sommitali dell’edificio vulcanico.
Nel suo complessivo, l’eruzione del 2021 è durata ben 85 giorni e 8 ore, un altro valore record che rende l’eruzione di quest’anno come la più lunga tra le sette eruzioni che hanno interessato l’isola di La Palma dal 1430 ad oggi.
A scopo precauzionale però, l’ufficialità della fine dell’eruzione è arrivata soltanto il 25 dicembre, un vero e proprio regalo di Natale che ha permesso agli oltre 7.000 abitanti evacuati di gioire e di festeggiare dopo tre lunghi mesi di ansia e terrore.
Concludiamo questo lunghissimo thread facendo i nostri più sentiti auguri a tutti gli abitanti dell'isola di La Palma che sono stati coinvolti in questa lunga e distruttiva eruzione che ha cambiato per sempre la vita di migliaia e migliaia di persone.
La foto principale è stata scattata pochi giorni fa da Javier Martínez Morán e mostra proprio la rinascita della natura nella zona del nuovo edificio vulcanico che si è formato durante l'eruzione.
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Dopo una quiescenza di 472 anni si è risvegliato il vulcano #Krasheninnikov, sulla penisola di #Kamčatka, in Russia. Ecco cosa sappiamo sulle dinamiche dell'eruzione e sul suo possibile collegamento con il violento terremoto di M 8.8 che ha colpito la penisola pochi giorni fa 🧵
L’eruzione è di natura esplosiva e sta avvenendo da una delle due bocche sommitali, dove è in corso un’attività freatomagmatica causata, probabilmente, dall’interazione del magma con la neve e il ghiaccio che ricoprono la cima del vulcano.
Dai sorvoli aerei sembra intravedersi anche una frattura eruttiva laterale a quote più basse da cui sembra essere in corso una modesta attività stromboliana. Su quest'ultimo aspetto attendiamo eventuali notizie ufficiali che per il momento non sembrano esserci.
Il violento #terremoto di M 8.8 che ha colpito ieri la #Kamčatka è il sesto più forte avvenuto sul nostro pianeta in epoca moderna. La scossa ha innescato uno #tsunami che si è propagato in tutto il pacifico senza provocare vittime. Cosa sappiamo? Ecco un (lungo) riassunto! 🧵
Il violentissimo terremoto di M 8.8 è stato localizzato 130 km ad est di Petropavlovsk-Kamčatskij, capoluogo del territorio, ad una profondità di 35 km. Parliamo di una zona non molto abitata in cui gli edifici sono stati costruiti con criterio. Mappa di @LastQuake
Qui la placca pacifica va in subduzione – ovvero sprofonda - sotto la microplacca di Okhotsk, un'estensione della più nota placca nord-americana. Questo scontro tra titani avviene ad una velocità media di 8 cm l’anno, tra le più alte al mondo!
All'alba del 21 luglio 365 d.C. un violentissimo #terremoto di magnitudo stimata tra 8.0 e 8.5 si è verificato sull’isola di #Creta, in Grecia, lì dove la placca africana va in subduzione sotto la microplacca egea. Ecco cosa sappiamo su questo evento catastrofico 🧵
Il terremoto ha avuto una durata sicuramente superiore al minuto e oggi viene considerato l'evento sismico più intenso avvenuto nel Mediterraneo in epoca storica. Non a caso l'area in cui si è verificato è tra le più sismiche di tutto il continente.
Nel giro di pochi istanti il fondale marino si sollevò di 8-9 metri, un valore incredibile che ha modificato per sempre la morfologia di un intero paesaggio. Oggi possiamo vedere i segni di questa trasformazione sul molo di Phalasarna, l'antica città portuale di Creta.
Questo video entra di diritto nella storia della geologia: ci mostra la rottura in diretta della faglia di Sagaing durante il #terremoto di M 7.7 in #Myanmar. L'intero paesaggio slitta lateralmente di diversi metri in pochi secondi, ecco una faglia trascorrente dal vivo!
È come se le illustrazioni dei libri di geologia prendessero vita! Vi consiglio di rivedere il video più volte, concentrandovi sempre in punti diversi del paesaggio, così da notare tutti gli effetti della rottura sul contesto urbano e naturale.
Il video è stato ripreso da una telecamera di sorveglianza nella città di Thazi, un centinaio di chilometri a sud dell'epicentro del violento terremoto.
L'Osservatorio Vesuviano ha rivisto i dati del forte #terremoto che giovedì è avvenuto ai #CampiFlegrei: la magnitudo è passata da 4.4 a 4.6, la più alta in assoluto da quando l’area viene monitorata. Ecco un lungo riassunto di quello che è successo (nessun complotto!) 🧵
Tutti i terremoti che vengono pubblicati sul sito dell’INGV possono subire delle variazioni più o meno marcate con il passare dei giorni o delle settimane per l’arrivo di nuovi dati che si vanno a sommare ed integrare con quelli usati nelle prime ore dell'evento (Gargano 👇🏻).
La magnitudo di tutti i terremoti è sempre soggetta ad un margine di errore nell’ordine di ± 0.3. Questo vuol dire che nel caso del terremoto di giovedì scorso, la magnitudo dell’evento era di 4.4 ± 0.3, quindi la stima finale poteva variare tra 4.1 e 4.7, come poi è stato.
Il 18 marzo del 1944 avveniva l’ultima eruzione del #Vesuvio. Ecco un (lungo) riassunto dell'eruzione che ha decretato la conclusione del ciclo eruttivo a condotto aperto e l'inizio di quello a condotto chiuso, in cui ci troviamo tutt'ora! 🧵
L'eruzione del 1944 è l'ultimo capitolo di un periodo eruttivo iniziato nel 1913. Il materiale emesso in quei 3 decennì finì per rimpire completamente il cratere sommitale e contribuì a formare un piccolo cono di scorie che superò in altezza i bordi stessi del cratere.
L’equilibrio raggiunto in quegli anni si spezzò nel pomeriggio del 18 marzo 1944, quando un’attività stromboliana più intensa provocò la distruzione di questo piccolo cono e permise alla lava di traboccare verso l’esterno formando due colate che avanzarono sui fianchi del vulcano