Il volto di un soldato prima e dopo la guerra: 1941 vs 1945
Kobytev era un artista, scrittore e insegnante, quando i nazisti invasero l'Unione Sovietica divenne un artigliere privato dell'821° reggimento di artiglieria. Ferito in battaglia, fu imprigionato nel campo di concentramento di Khorol dove furono assassinati 90.000 prigionieri.
Kobytev riuscì a sopravvivere distraendosi con l'arte: prese appunti e disegnò molti schizzi in cui immortalò la vita nel campo. Quando le guardie scoprirono che cosa stava facendo, iniziarono ad ordinargli di disegnare i loro ritratti.
Le guardie, entusiaste del lavoro svolto dal prigioniero, iniziarono a pagarlo in cibo, cibo di pessima qualità, ma pur sempre cibo extra. Naturalmente i ritratti delle guardie erano molto più lusinghieri di quelli che fece dopo la fine della guerra:
Nel 1943, Kobytev riuscì a fuggire dalla prigionia e si unì nuovamente all’Armata Rossa. Dopo la fine della seconda guerra mondiale gli fu conferita la medaglia come eroe dell’Unione Sovietica per il suo eccellente servizio militare durante le battaglie.
Dopo la guerra diventò un artista e si dedicò all’insegnamento nella scuola d’arte di Krasnojarsk. Nel 1959 creò una serie di dipinti “All’ultimo respiro” sul cameratismo e sul coraggio del popolo sovietico. L'arte lo aiutò e riuscì anche a scrivere un libro sulle sue esperienze.
Kobytev realizzò anche questo splendido dipinto:
Le prime due foto non mostrano soltanto il volto di un soldato prima e dopo la guerra, bensì prima e dopo gli orrori della guerra e le inimmaginabili sofferenze di un campo di concentramento.
Evgeny Stepanovich Kobytev morì nel 1973, trent’anni dopo essere uscito dall’inferno del campo di Khorol e dopo aver visto, prima di tutto sul proprio volto allo specchio, i devastanti effetti di una guerra disumana.
Thread of historical photos you've (probably) never seen before 🧵
1. A wheat field in Manhattan, 1982
2. Oppenheimer and Einstein, 1947
This photo by A. Eisenstaedt shows Robert Oppenheimer in conversation with Albert Einstein, immortalizing the meeting of two of the most influential figures in 20th-century physics.
The colorization gives the moment an almost tangible feel.
3. A mob of outraged parents shout insults at 6-year-old Ruby Bridges as she walks into a formerly all-white school — the first Black child to do so in the American South, 1960.
The construction of this architectural marvel began in 1386 and wasn't fully completed until 1965.
It is the largest church in the Italian Republic— St. Peter's Basilica is in the Vatican, a separate sovereign state—and the third largest in the world.
2. Galleria Vittorio Emanuele II
Situated in the center of Milan, it is Italy’s oldest active shopping gallery.
It is named in honor of Victor Emmanuel II, the first king of the Kingdom of Italy.