Se la "fiaba LGBT" l'avessero fatta Pio e Amedeo ci saremmo accorti subito che era imbarazzantemente reazionaria.
Perché a differenza di Pio e Amedeo, Checco Zalone è un bravissimo performer, e siccome nella comicità ciò che fa ridere è la tecnica e non il contenuto ->
la sua bravura fa sì che guardarlo ci infonda una gran quantità di sensazioni positive.
Quindi che succede?
Che se lo stereotipo del trans che parla un portoghese farlocco e fa solo doppi sensi sessuali vi dà moooolto fastidio ->
il bilancio "stereotipo contro performnace" penderà sulle sensazioni negative.
Se invece lo stereotipo vi diverte, o vi è indifferente, o tutto sommato lo accettate, insomma non vi dà moooolto fastidio,
il bilancio è positivo. ->
Questo bilancio emotivo è ciò che guiderà la vostra mente nel cercare di spiegarsi se quel pezzo fosse transfobico o meno.
Da anni si dice che Checco Zalone "prende in giro l'italiano medio", ma secondo voi "l'italiano medio" quando guarda sketch come quello di ieri ->
su un palco così importante
si sente preso in giro, o si sente rappresentato?
Pensa "che stronzo questo che mi prende in giro" o pensa "ahhaha grande Checco è quello che dico anche io"? ->
Una performance comica che si occupa di temi sociali critici non si valuta solo in quanto tale, ma anche in base alla società in cui si manifesta.
Semplicemente quel pezzo ha regalato alla società italiana 50 punti transfobia. #CheccoZalone#sanremo
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