Thread by @DinoGiarrusso

Thread breve tangentopoli:

Quasi tutti quelli che parlano di #Tangentopoli dimenticano (volutamente o meno) un punto fondamentale: c’era gente che RUBAVA, si appropriava di denaro non dovuto, lo accumulava all’estero o lo occultava altrimenti.
La magistratura ha il DOVERE di (1)

perseguire chi viola la legge: non è un capriccio o una scelta discrezionale, è il compito per il quale i magistrati sono (da noi tutti) pagati.
Se viola la legge un politico, un operaio o un avvocato non cambia nulla: lo Stato deve accertarsi dei fatti e sanzionare (2)

chi non ha rispettato la legge. L’imputato può difendersi (in Italia esistono enormi garanzie) e dimostrare la sua innocenza o eventuali cavilli che ne assicurano la non punibilità. In Tangentopoli (come in qualunque processo) ci sono stati colpevoli, prescritti e assolti (3)

ma è INNEGABILE -perché confermato da migliaia di atti processuali, documenti, prove tangibili di ogni genere- che esisteva un sistema di corruzione spaventoso, su cui dei Giudici (non solo a Milano) hanno indagato. Alcuni imprenditori dicevano che bisognava andare dai (4)

politici che decidevano sugli appalti “con l’assegno in bocca”, e la conferma di quel modus operandi sta nei miliardi trovati nei conti (a volte pure nelle case) di alcuni dei protagonisti di quegli anni. La cosa sconvologente dei resoconti che si fanno oggi è che si parla (5)

di TUTTO ma non del fatto che allora una ingente quantità di politici e dirigenti pubblici RUBAVA, cioè riceveva denaro NON DOVUTO, sottraendolo alla comunità o ai privati.
Omettere scientemente il fatto che fu alla base delle inchieste, significa davvero tentare un goffo (6)

e imbarazzante revisionismo storico, che NON FA BENE A NESSUNO, vieppiù trattandosi di fatti recenti e documentati.
Un paese che tollera o peggio consente a qualcuno (addirittura ad alcune categorie) di rubare, è un paese che nn ha futuro né può aspirare ad essere competitivo (7)

e ciò che più mi stupisce di questa discussione legata al trentennale di tangentopoli è che si parli davvero di tutto (compresi i vestiti o i gusti musicali dei protagonisti di quegli episodi) e si ometta di ricordare le ruberie documentate e il clima, la deriva culturale (8)

che a quelle ruberie, tollerate e drammaticamente diffuse, era inevitabilmente connesso.
Lo stupore non dovrebbe essere oggi legato alla scelta di alcuni giudici o al loro (criticabile come tutto) modo di agire, ma a quanto fosse “normale” allora rubare, e a quanto poco sia (9)

cambiato dopo trent’anni.
L’involuzione culturale per cui c’è chi può infrangere la legge o arricchirsi illecitamente mantenendo il rispetto sociale e quello postumo (gli omaggi alla memoria dei pregiudicati sono una vergogna), è dovuta a mio parere alla involuzione del (10)

dibattito sui giornali, in TV e non solo.
Di certo oggi si sta peggio, se -a differenza di allora- chi ruba e viene indagato può alzarsi e dire orgoglioso “sono un perseguitato” prima ancora che il processo inizi.
Forse se quando si parla di quegli anni si ricordasse anche (11)

quanto si rubava, sì farebbe un buon servigio sia alla memoria di quegli anni per chi c’era, sia al racconto della storia per le nuove generazioni.

(Fine)

P.S. Non ho riletto dunque mi scuso preventivamente per refusi ed errori.