Il Cristo velato, conservato nella cappella Sansevero di Napoli, è una delle opere più note e suggestive al mondo. Raimondo di Sangro incaricò Sanmartino, di realizzare "una statua di marmo scolpita a grandezza naturale..."
"...Rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua". L’arte di Sanmartino trasforma la sofferenza del Cristo nel simbolo universale del destino e del riscatto dell’intera umanità.
Non tutti sanno che il leggendario velo, impalpabile, leggero e trasparente, 'fatto con tanta arte da lasciare stupiti i più abili osservatori', per usare le stesse parole del principe di Sansevero, ha dato vita ad una leggenda nel corso dei secoli.
La curiosa ed esilarante leggenda narra che il committente, il famoso scienziato e alchimista Raimondo di Sangro, avrebbe insegnato allo scultore la calcificazione del tessuto in cristalli di marmo.
Il velo sarebbe stato quindi ottenuto da una sorta di "marmorizzazione alchemica" effettuata dallo stesso principe, il quale avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo, e questo si sarebbe marmorizzato nel corso del tempo attraverso un processo chimico.
Il Cristo Velato è considerato una delle sculture più straordinarie del mondo e si racconta che Canova rimase talmente colpito dall'opera che, pur di poterne vantare la paternità, avrebbe dato dieci anni di vita e che durante una sua visita a Napoli provò perfino ad acquistarla.
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Il Salone d'Ercole è il primo salone parte dei Gran appartement du roi, provenendo dalla Cappella Reale della reggia, ed era riservato ai ricevimenti. Le decorazioni vennero realizzate da Robert de Cotte, dall'architetto Jacques Gabriel e dal marmista Claude-Félix Tarlé.
Il camino in marmo, ornato da una serie di meravigliosi bronzi ad opera di Antoine Vassé, vede al centro un medaglione dorato raffigurante la testa di Ercole, coperto della pelle del leone, ed inquadrato da cornucopie e grappoli d'uva.
incantato da questa lettera d'amore del 1913 che aprendosi si trasforma in una galleria d'arte
La lettera fu scritta dal fumettista e illustratore americano Alfred Joseph Frueh alla moglie Giuliette Fanciulli il 10 gennaio del 1913.
Seguendo le istruzioni presenti nella lettera, il pezzo di carta si apre dando vita ad una galleria tappezzata di dipinti. Frueh realizzò questo piccolo capolavoro per informare sua moglie sui dettagli relativi ad una galleria d'arte che avrebbe visitato pochi giorni dopo.
Thrive è una scultura di Daniel Popper che raffigura il busto di una donna, danneggiata esteriormente, che apre il suo petto per rivelare un interno verde e rigoglioso.
La scultura estremamente evocativa, installata presso il Society Las Olas in Florida, è alta ben 9 metri, pesa circa 14 tonnellate ed è stata realizzata utilizzando cemento rinforzato con fibra di vetro.
queste scarpe con il tacco invertito furono usate dalle spie inglesi per confondere i nazisti durante la seconda #guerramondiale
Le spie venivano spesso paracadutate sul suolo dei paesi occupati durante la guerra e gli 007 inglesi dovevano percorrere svariati chilometri nei boschi prima di raggiungere i centri abitati.
Proprio per questo motivo, le spie avevano in dotazione queste scarpe speciali che servivano a condurre i nazisti nella direzione opposta, grazie alle impronte fuorvianti che gli inglesi si lasciavano alle spalle per merito di questo trucco ingegnoso.
gli archeologi hanno appena scoperto il più grande mosaico romano rinvenuto a Londra in oltre mezzo secolo
Il mosaico è stato rinvenuto nell'area di Southwark, nei pressi dello Shard, il grattacielo più alto d'Europa progettato da Renzo Piano (dove per altro ho lavorato per più di un anno), ed è stato definito dagli archeologi come "una scoperta che capita una sola volta nella vita."
Gli esperti del Museo archeologico di Londra hanno fatto presente che era da più di 50 anni che non veniva rinvenuto un mosaico romano così grande (pensate che misura quasi 18 metri quadrati) e ben conservato.
La Sala dei Giganti, affrescata da Giulio Romano tra il 1531 e il 1536, si trova all'interno del Palazzo Te di Mantova e regala allo spettatore una sorta di esperienza immersiva molto coinvolgente, simile a quella della "realtà virtuale".
La rappresentazione riprende il mito della Gigantomachia, la lotta dei Giganti contro Giove, come narrato da Ovidio: nella cupola troviam Zeus che, con un fascio di fulmini, sconfigge i Giganti, ritratti a partire dal pavimento mentre stanno cercando di ascendere all'Olimpo.