SIAMO GIORNALISTI, NON GENERALI
Sulla guerra in Ucraina a #Piazzapulita abbiamo le idee chiare: si tratta di una gravissima aggressione di un pericoloso dittatore, Putin, che calpesta la sovranità di una nazione democratica. (1)
Ma il dovere di chi fa informazione, una volta espresso il proprio punto di vista, è offrire più strumenti a chi guarda o legge, all'opinione pubblica.
Ci sono già troppi elmetti in giro, l'unico indossato dalla nostra squadra è quello degli inviati in zona di guerra.
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Per questo, oltre che con i reportage, continueremo ad arricchire il dibattito mettendo per esempio a confronto chi crede nella necessità di intervenire più massicciamente armando un popolo aggredito e chi invece crede che questa sia una via foriera di ulteriori massacri.
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Armare o disarmare? Le vie della diplomazia sono davvero troppo impervie? Quali sono oggi le ragioni del pacifismo? Possibile che ogni dissenso rispetto alla ragione delle armi debba essere bollato come "putinismo"?
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Giovedì scorso, in seguito ai loro interventi a Piazzapulita, il professor Alessandro Orsini e la professoressa Donatella Di Cesare sono stati bersagliati, trattati da quinte colonne sovietiche.
Non è possibile, questa è una barbarie culturale.
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Orsini, docente della Luiss, ha addirittura ricevuto una lettera di censura da quell'università.
È una linea che non condividiamo: l'opinione pubblica si forma non restringendo il dibattito bensì allargandolo anche alle posizioni più radicali.
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Trattare i telespettatori da bambini è un vecchio riflesso che speravamo scomparso.
Per questo, giovedi a #Piazzapulita, ospiteremo nuovamente Donatella Di Cesare e Alessandro Orsini.
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Affinché possano esprimere con calma le loro idee e confrontarle con posizioni diverse, perfino opposte.
Siamo giornalisti, non generali.
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