Nell'elenco degli epurati eccellenti dalla Rai compilato dal Fatto manca la censura che più di tutti definisce cos'è il servizio pubblico nelle mani dei partiti: la chiusura di RaiOt dopo la prima puntata 1)
perché Sabina Guzzanti ebbe l'ardire di denunciare le anomalie della commistione tra informazione e politica e per questo le volevano imporre il monitoraggio preventivo dei contenuti
2)
[ma noi mica siamo la Russia e la colpa dello sprofondo rosso dell'informazione è dei troll cattivi, s'intende].
3)
Quella era la Rai di Flavio Cattaneo, turbo berlusconiano, di Lucia Annunziata presidente 'di garanzia' e di Claudio Petruccioli presidente della vigilanza.
4)
Solo l'anno prima della messa in onda di RaiOt berlusconi cacciava dalla Rai Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro, chi avrebbe dovuto e potuto fare qualcosa per impedirlo non lo ha fatto e quelli che si sono girati dall'altra parte hanno fatto tutti carriera. #8maggio
Nella seconda puntata Guzzanti avrebbe dovuto parlare del conflitto di interessi di berlusconi.
Allora andava di moda solo quello come se fosse l'unico.
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Augias qualche anno fa disse in tivù che lo stato fece bene a trattare con la mafia "per evitare altre stragi", che è un po' come dire che il commerciante fa bene a pagare il pizzo per evitare che la mafia dia fuoco al negozio.
1)
Oggi sappiamo che la trattativa per salvare Aldo Moro non ci fu, perché quell'accordo politico che si sarebbe concretizzato se Moro non fosse stato ucciso non era conveniente per un sistema immutabile dove le cose non possono mai cambiare in meglio.
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Aldo Moro e Peppino Impastato avevano lo stesso obiettivo: rendere l’Italia un paese migliore ma sono stati ammazzati, come altri prima e dopo di loro che avevano provato a fare la stessa cosa.
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Le quote rosa aiutano solo le donne che hanno la possibilità di farsi aiutare in casa e coi figli.
1)
Quelle che non hanno questa possibilità non arriveranno mai a sfondare il famoso tetto di cristallo, perché saranno sempre messe davanti alla scelta di lavorare o di fare figli e potersene occupare.
2)
L'impiegata, l'operaia, la commessa che guadagnano mille euro al mese non possono pagare la colf e la tata mentre tentano di fare carriera.
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L'articolo 27 del Codice delle Pari Opportunità dice che non si possono fare discriminazioni negli annunci di lavoro, nei colloqui di lavoro e nelle assunzioni.
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L'avvocato Taormina fu condannato in Cassazione perché, intervistato in una radio, disse che non avrebbe mai assunto omosessuali nel suo studio.
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Io non faccio la giurista, ma dire che è meglio assumere le quarantenni che hanno già messo un punto fermo nella loro vita a scapito delle ventenni e trentenni che ancora stanno provando a costruirsela credo che equivalga ad una forma di discriminazione.
3)
Solo qualche anno fa una gestione così nefasta dell'informazione del servizio pubblico avrebbe provocato ben altre reazioni, anche migliaia di cittadini in piazza.
1)
Oggi tutto tace, a parte i social non c'è un altro luogo dove si facciano critiche e osservazioni serie sullo stato dell'"arte".
2)
Questo perché per anni ci hanno indicato berlusconi come unico artefice di censure, tagli ed epurazioni, invece basta fare un po' di attenzione alla cronologia dei fatti per capire che le cose peggiori in Rai le hanno sempre fatte i suoi cosiddetti avversari
3)
Hanno costruito la loro web reputation sotto falsissimi nomi, improbabili fattezze perché evidentemente non possono presentarsi in questa società e poi vengono a molestare chi un nome ce lo ha sempre messo.
1)
Come ho sempre scritto non sono contraria all'uso del nickname, ma quando di quella identità si fa un uso distorto, si usa per dare fastidio, fare insinuazioni, indicare le persone al ludibrio, farle oggetto di vere e proprie gogne allora no, la partita è scorretta.
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E il problema non sarebbe nemmeno questo, finché è possibile si ignora e via, il dramma è che con questi ci parlano i 'pezzi grossi' del giornalismo e della politica, soprattutto quelli che hanno il blocco facile con chi prova a discutere e a dissentire.
3)
Con tutto il rispetto per la senatrice Segre io non farei mai mettere mano alla politica riguardo una regolamentazione dei social e della rete per contrastare l'odio.
Perché poi nell'odio ci va a finire tutto, anche il semplice dissenso.
1)
I politici, che pure fanno un uso smodato degli strumenti web da anni hanno messo nel mirino i social non perché siano una zona franca come dicono in molti ma perché sono il luogo dove le gerarchie contano poco e niente,
2)
dove un utente comune può smascherare le bugie della politica, come accade ogni giorno.
Idem molti giornalisti, che da quando hanno perso l'esclusiva della prima e ultima parola imputano ai social tutte le peggiori nefandezze
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