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Jul 12 19 tweets 4 min read
Oggi, il #FattoQuotidiano titola:
"Birra #Ichnusa, rischio fluoruri nell'acqua"

L'ho trovato un titolo curioso, perché è normale che ci siano fluoruri nell'acqua, quindi mi sono chiesto se intendessero sottolineare un problema di elevate concentrazioni e mi sono incuriosito.
L'articolo parte subito con il raccontare la potenziale pericolosità del fluoro, l'inquinamento denunciato dai pastori, la problematica presenza della Fluorsid, un'azienda chimica che proprio come Ichnusa ha sede ad Assemini e che si pensa possa inquinare le fonti d'acqua.
Momento, momento: chi ha fatto cosa? Il fluoro è pericoloso? La birra Ichnusa è pericolosa?
Andiamo con calma.
Innanzitutto, non c'è nulla di male ad avere fluoruri (sali di fluoro) nella birra o, più in generale, nell'acqua: il fluoro è un oligoelemento ampiamente diffuso in natura in forma minerale ed infatti l'articolo stesso parla di rischio associato a «massicce quantità».
Basse dosi di fluoro quotidiane sono indicate per la salute dentale, infatti i fluoruri vengono appositamente messi in molti dentifrici.
Per questo motivo, ci sono paesi (es. Irlanda) che addirittura sottopongono le acque ad un processo di fluorurazione, al fine di ridurre l'incidenza di carie. Noi, comunque, non lo facciamo: è una pratica la cui utilità è dibattuta, perché l'acqua non è l'unica fonte di fluoruri.
Viaggiando insieme all'acqua, infatti, i fluoruri finiscono in tanti cibi, innanzitutto in frutta e verdura. L'esposizione giornaliera varia tantissimo in base alla zona, perché è la quantità di fluoruri nelle acque a variare naturalmente nel territorio.
In Irlanda quasi si raggiungono i 6 mg/L, in Finlandia i 3 mg/L, in Germania invece generalmente si supera di poco l'unità. Secondo OMS, il valore ottimale sarebbe proprio 1 mg/L, ma per le acque potabili 1.5 mg/L è considerato il valore guida per la massima concentrazione.
In accordo con OMS, la normativa europea individua in 1.5 mg/L il parametro indicatore per le concentrazioni massime di fluoruri e la normativa italiana condivide lo stesso valore, perché recepisce la direttiva europea.
Questo vuol dire forse che non dovremmo assumere cibi o bevande che abbiano un valore di fluoruri superiore? Assolutamente no: il discorso sull'acqua potabile è importante perché presuppone un consumo cronico di circa due litri al giorno.
I cavoli, per esempio, contengono relativamente molti fluoruri, ma questo non significa che siano pericolosi, perché non mangiamo cavolo a pranzo e cena ogni giorno in elevate quantità.
Tornando all'articolo, leggiamo i risultati delle analisi di una serie di campioni di birra Ichnusa effettuati da laboratori diversi, sparsi sul territorio italiano. Espressi in mg/L, abbiamo nell'ordine: 4.8, 3.5, 27.7, 0.45, 16.1.
Se 0.45 è ampiamente sotto, altri "superano più di dieci volte il limite fissato per l'acqua potabile", si allarma l'autore, il quale poi onestamente aggiunge: Bisogna dire che quel limite vale solo per l'acqua potabile, non per la birra, per la quale non esistono limiti di legge
Seguendo il discorso fatto sopra, si capisce bene che c'è un motivo se i limiti sono previsti per l'acqua e non per la birra: se l'assunzione di birra fosse tale da superare i due litri al giorno fissi, allora avreste ben altri problemi a cui pensare che non il fluoro.
Inoltre, i valori rilevanti possono variare per tante ragioni: non solo vanno considerate le oscillazioni locali dell'acqua di produzione, ma pure vanno tenute a mente le interazioni con il vetro della bottiglia che, a differenza della lattina, può assorbire o rilasciare ioni.
Con tutto questo mio discorso, comunque, non volevo invalidare la tesi dell'articolo, ma solo reinterpretare i dati secondo un punto di vista più ragionevole dal punto di vista tossicologico. Che risultati come 16 o 27 mg/L siano parecchio fuori scala non c'è dubbio.
Piuttosto che associare il problema al brand di Ichnusa (nonostante la mancata collaborazione con la testata che si lamenta nell'articolo), sarebbe decisamente meglio analizzare le acque della zona e stabilire le responsabilità di Fluorsid e lo stato delle attività di bonifica.
Se le acque di Assemini/Macchiareddu sono esposte a simili livelli di fluoro, infatti, in pericolo non sono tanto i bevitori della birra sul territorio nazionale, ma i cittadini e la fauna locale, che verosimilmente si ritrovano alte quantità di fluoro in tutti i prodotti.
Concludo così per evitare fraintendimenti: non bisogna sottovalutare l'allerta data dai veterinari per i casi di fluorosi tra le pecore, né i risultati dell'inchiesta sulle attività inquinanti di Fluorsid, che anzi vanno approfonditi come altri elementi sottolineati nell'articolo

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