Voto all'estero (degli altri).
Oggi su IG appare questo, che sollecita alcune considerazioni.
(1/n)
La prima riguarda l'inversione dell'opzione, cioè la necessità di registrarsi per votare e non l'invio universale del plico.
Da noi l'obbligo di preiscrizione - quando impiegato, e non è il caso di queste elezioni politiche- porta ad una % di partecipazione
(2/n)
compresa tra il 2 e il 5%. In molto si sono lamentati di tale modalità, che presenta però u a serie innegabile di vantaggi. È una procedura utilizzata anche all'estero, possiamo immaginare di adottarla come standard.
Una seconda considerazione riguarda la tempistica.
(3/n)
I tempi concessi dalla nostra normativa al MAECI per organizzare il voto degli italiani all'estero sono troppo compresso, e vanno dilatati.
Quello che pubblico traendolo da IG è un esempio di quello che avviene altrove.
Il #25settembrevotoLega.
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L'imbarazzante (per il PD) candidatura di Cottarelli è scomparsa dai mezzi di informazione.
L'imbarazzante (per il PD) candidatura di Crisanti è scomparsa dai mezzi di informazione.
Voglio tornarci, a proposito dei pregressi incarichi assegnati ad entrambi sulla base di (1/n)
una presunta "terziarietà" che nei fatti si è rivelata essere invece appartenenza formale ad un partito politico.
Era evidente a tutti fin dal momento in cui quegli incarichi (di formazione di un governo, di appartenenza ad organi consulenziali tecnico-scientifici) che
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entrambi i soggetti cui faccio riferimento appartenevano a una ben identificabile area politica.
Uno di loro ha successivamente ammesso di essere membro del PD da ben prima d'essere chiamato a far parte di quell'organo consulenziale, e tuttavia mai aveva dichiarato
(3/n)
Privi di argomenti veri da spendere nella campagna elettorale, i piddini (ed il sistema dell'informaz loro sodale) traggono oggi spunto da un articolo pubblic sulla Stampa per riempirvi la testa col nulla.
L'articolo è qui, così potete leggerlo anzichè farvelo raccontare.
(1/n)
La notizia vera non c'è.
Che le ambasciate (ogni ambasciata, di qualsiasi paese ed accreditata presso qualsiasi paese) dialoghino continuamente con ogni tipo di interlocutore è prassi normale: fa parte del loro lavoro, devono (non possono ma devono) farlo.
(2/n)
Quel dialogo avviene in ogni forma (ufficiale/non, eventi pubblici/privati,..), utilizzando tutto il personale disponibile (diplomatici/altro personale), continuamente, in ogni occasione, con ogni interlocutore, raccogliendo informazioni di ogni tipo.
(3/n)
Rispetto alle questioni emerse in questi giorni a proposito delle prossime elezioni, per avere un rigoroso inquadramento logico mi è tornato utile lo schema argomentativo contenuto nel "discorso perfetto" del professor Galli al goofy2019 (asimmetrie.org/interventi/opi…).
(1/n)
Al punto "Sovranità (Galli)" il professore parla di tre diverse dimensioni geometriche: la prima sono i valori non negoziabili, poi il perimetro normativo, il terzo è quello definito dalle dinamiche sociali.
Sento in questi giorni discussioni che iniziano con frasi del
(2/n)
tipo "non vi voterò mai perchè X", oppure "vi voterò solo se Y".
Credo che quei limiti vadano categorizzati: se si tratti di valori imprescindibili, o se non appartengano piuttosto alla seconda categoria.
Abbiamo visto nell'ultima legislatura quanto "i programmi"
È stato Matteo ad introdurre l'obbligo di conoscenza della lingua italiana tra i requisiti da possedere per ottenere la cittadinanza italiana: fino a quel momento era possibile diventare italiani senza conoscere nemmeno una parola di italiano.
(1/n)
Ora che si parla di ius scholæ, a sentire i mezzi di disinformazione sembra che per diventare italiani si parta dal presupposto che la conoscenza di lingua e cultura italiana siano considerate questioni imprescindibili.
Non è così.
(2/n)
Un numero significativo di cittadinanze italiane viene riconosciuto o concesso senza che sia necessario provare la conoscenza della lingua italiana.
In nessun caso è necess sostenere e superare un esame per dimostrare la conoscenza delle norme fondamentali di convivenza.
(3/n)
Alcuni strumenti sono peggiori di altri, perchè è chiaro fin da subito che sono una fregatura (MES).
Altri strumenti sono "neutri", e gli effetti che produrranno dipenderanno dall'uso che se ne farà, non dalla loro natura intrinsecamente sbagliata.
(1/n)
Il Trattato del Quirinale non è peggiore di altri trattati: produrrà gli effetti che si riterrà di fargli produrre.
Un governo sbagliato potrà produrre effetti devastanti anche con il migliore degli strumenti, esempi ne abbiamo moltissimi.
(2/n)
Perciò dire che il Trattato del Quirinale produrrà effetti negativi per il nostro Paese è sbagliato se la colpa degli esiti si ritiene essere addebitabile al Trattato: è chi lo gestisce che ne fa (potrebbe fare) l'uso sbagliato.
(3/n)
Sta circolando in rete la notizia secondo cui la Farnedina avrebbe inviato una circolare al personale di ambasciate e consolati per avvisarlo che chi si esprime sulla guerra in corso in Ucraina rischia sanzioni disciplinari.
Precisiamo.
(1/n)
È una cosa raccontata male, e le conclusioni che leggo non mi paiono corrette.
In realtà il ministero ha ricordato che una circolare (reperibile su internet) pone dei limiti al personale ( il motivo per cui spesso si usa tuìder con pseudonimo).
(2/n)
La circolare è la n.3/2016, per i più pigri la pubblico anche su Telegram. esteri.it/it/ministero/n…
(3/n)