Vorrei spendere due parole su Matteo Salvini e la strategia di questi due anni. Dobbiamo riconoscergli che è stato fra i pochissimi politici, forse l’unico, che, almeno a breve termine, ha sacrificato il partito pur di minimizzare il danno agli italiani. /1
Se fosse restato fuori, specialmente facendo casino, ritengo che avrebbe conservato molti dei voti che sono traslati verso FdI. Però ciò non avrebbe permesso di bloccare mostruosità come la riforma del catasto e favorire la caduta anticipata di Draghi. /2
Purtroppo però temo che avremo ancora le spalle scoperte agli attacchi dell’oligarchia finanziaria perché chissà chi FdI ha raccattato… A mio parere rispetto al 2018 non è cambiato NULLA: 6% di Lega + (se va bene) 6% di FdI non-PUDE non fanno ben sperare. /3
Del resto, che i tempi non siano maturi per un vero cambiamento è abbastanza noto ed è stato segnalato varie volte da Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Quindi ci aspettano almeno 4-5 anni di dolore, che dovremo sfruttare per far crescere il sentimento anti-PUDE. /4
Come sapete da tempo, non nutro più fiducia in FdI che in FI; se togliamo Malan e pochi altri, siamo nel PUDE purissimo, nell’atlantismo cieco e quindi, nel globalismo, cioè oligarchia finanziaria. L’Italia non è pronta, e forse mai lo sarà, a camminare con le proprie gambe. /5
Spero che fari come Bagnai, Borghi, Molinari, Romeo e altri impongano una svolta nella strategia leghista; per il resto, ci penseranno le ristrettezze, il dolore e il ricambio generazionale, nel quale però ripongo poche speranze (miei figli a parte). Deluso. /FINE