30 anni fa, il #4ottobre 1992, la domenica più allegra e spettacolare della storia della serie A: 48 gol in 9 partite, mai così tanti, e tutti contemporaneamente, dalle 15 alle 17. Un record che durava da 61 anni: ecco Gian Piero Galeazzi che legge la schedina a 90° Minuto.
La parte del leone spettò ai 10 gol di Fiorentina-Milan 3-7, con Radice che tentò assurdamente di sfidare la squadra più forte del mondo con una zona dai risvolti vagamente suicidi. Fu l'ultimo dei due 3-7 della storia della serie A (l'altro, Venezia-Sampdoria 1949-50).
Era quella una serie A stupendamente spendacciona, zeppa di campioni formidabili anche nella bassa classifica: guardate che meraviglia esce dal sinistro di Gheorghe Hagi, il Maradona dei Carpazi, in Brescia-Foggia.
Per gli appassionati del neoclassico, invece, la palletta di mezzo esterno di Roberto Baggio per Andy Moeller in Napoli-Juventus: al San Paolo Roby indossava sempre il vestito migliore.
Genere Italian Slasher, invece, la stangata di sinistro al volo di Pietro Vierchowod a fissare sul 2-2 una piovosa Torino-Sampdoria - da consigliare a chi sostiene ancora adesso che il fortissimo Zar fosse solo un rude maniscalco.
A dare una mano alla gragnuola di gol ci pensarono anche le nuove regole FIFA, ancora non digerite da difensori e portieri: il secondo gol di Signori in Lazio-Parma arrivò su punizione a due in area dopo che Taffarel aveva toccato di mano il retropassaggio di Matrecano.
Ancora più bizzarri i motivi della punizione a due in Genoa-Ancona, trasformata da Skuhravy: Nista dell'Ancona si macchiò dello stesso errore veniale commesso da Zenga in Germania-Italia degli Europei 1988.
Anche sui falli da ultimo uomo era arrivata da poco la stretta della FIFA: così il 4 ottobre 1992 arrivò anche la prima delle 16 espulsioni in serie A del recordman assoluto Paolo Montero, che qui placcò Nicola Berti lanciato a rete in Inter-Atalanta.
Ma non erano tutte rose e fiori: gli stadi, per esempio, erano delle fogne a cielo aperto molto più di ora. Vergognose le immagini del pubblico di Napoli che lancia oggetti verso Julio Cesar, costretto a uscire in barella dopo essersi rotto la tibia.
Altre schegge da quell'epoca felice (almeno calcisticamente): il primo gol in serie A di un calciatore costaricano, messo a segno in Brescia-Foggia da Hernan Medford, meteora dei "Ticos" a Italia '90 prontamente ingaggiata da Pasquale Casillo.
Oppure il delizioso rigore "a mestolo" di Edi Bivi in Udinese-Pescara, simbolo della squadra di Galeone leggera fino alla sconsideratezza.
E infine la rete che più rappresenta la valanga dei 48 gol del #4ottobre 1992: il gol del 4-4 in Genoa-Ancona. Rovesciata di Felice Centofanti, traversa, rovesciata del Condor Agostini, gol. Holly e Benji eravamo noi, e non ce ne rendevamo conto.
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Che succede? Che si avvicina #Sanremo2024 e allora, come ogni anno, il consueto MEGA-THREAD sanremese con la top 30 delle mie canzoni preferite dei Festival di cui ho memoria (quindi, a spanne, dal 1989 a oggi).
30) "Cosa resterà (degli anni '80)" (Raf, 1989). "Anni ballando ballando/Reagan Gorbaciov", nove mesi prima della caduta del Muro. La giacca rossa di Raf a Sanremo 1989 è uno dei miei primi ricordi in assoluto, non solo in tv, insieme ai testi del Festival su Sorrisi & Canzoni.
29) "Lasciarsi un giorno a Roma" (Niccolò Fabi, 1998). "Il pavimento/del paradiso sei per me". L'energia del romano Niccolò Fabi, indie prima che il termine non esistesse ancora, vestito come uno studente di liceo invitato a un compleanno.
Stasera a Celtic Park l'Atletico Madrid indosserà una divisa speciale, maglia rossa e calzoncini blu, per celebrare Celtic-Atletico 0-0, semifinale d'andata di CoppaCampioni 1973-74: la dimostrazione che il calcio "di una volta" non era così bello come lo si dipinge oggi.
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A riassumere le scorrettezze di quella partita basterebbe il tabellino: tredici cartellini estratti dall'arbitro turco Babacan, dodici dei quali ai danni dell'Atletico. Ma le immagini televisive renderanno ancora meglio la brutalità di Celtic-Atletico 1974.
L'Atletico era allenato dall'argentino Juan Carlos Lorenzo, ex tecnico della Lazio (dove sarebbe tornato negli anni 80) e santone del calcio sudamericano: per esempio, era il ct dell'Argentina che ai Mondiali 1966 aveva scioccato l'Europa per lo stile di gioco "machiavellico".
6 anni dopo aver spedito in rete un pallone che gli era valso il Premio Puskas, Olivier #Giroud ha cambiato consonante e ha soffiato palla a Puscas. Viaggio nel pazzo mondo dei portieri casuali di Serie A, a cominciare dall'unica volta che era capitata al Milan... 100 anni fa!
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Accadde 100 anni fa, il 4 novembre 1923: un Milan-Pro Vercelli 1-3 in cui il portiere Midali fu espulso al 72' per "un atto di giustizia sommaria" secondo la Gazzetta. Le sostituzioni non esistevano: in porta andò il difensore Rinaldo Bronzini, che riuscì a non prendere gol.
Singolare quel che accadde in Milan-Bologna del 28 febbraio 1982, quando Rosario Lo Bello (non ancora famigerato presso i milanisti) espulse Piotti per una scaramuccia con Franco Colomba, ma con democristiana prontezza fischiò la fine della partita subito dopo.
"Nervi saldi, cervello fresco e grandi gambe". 25 anni fa, il #27luglio 1998, sul Col du Galibier, il tormento e l'estasi di Marco Pantani (anzi PAN-TA-NI, come scandiva immancabilmente Adriano De Zan): chi c'era, non potrà mai dimenticare.
Partito con un ritardo di 3'01" dalla maglia gialla Ullrich, a 47 km dal traguardo Pantani inizia a "sentire le voci", come ha scritto quella mattina Gianni Mura su Repubblica. Prende atto che Ullrich non lo segue, aspetta per un po' Leblanc ma poi molla anche lui al suo destino.
La Grenoble-Les Deux Alpes diventa presto un calvario per Ullrich, che ancora arranca sul Galibier quando Pantani ha già scollinato ed è in discesa - con un unico brivido quando pensiamo che sia caduto ancora, e invece sta solo indossando la mantellina offerta da Orlando Maini.
Un anno ai Giochi di Parigi che inizieranno il #26luglio 2024. E allora THREAD ispirazionale con i 30 momenti olimpici più belli della nostra vita (o perlomeno da Seul 1988 in poi). Bonus track: l'ultimo dei tre podi tricolore della storia, conquistato dalle fiorettiste a Londra.
30) Nell'inferno di Sant Sadurnì d'Anoia lo sprint di Fabio Casartelli sull'olandese Dekker e il lettone Ozols a Barcellona 1992, nell'ultima edizione olimpica in cui il ciclismo era ancora limitato ai dilettanti.
29) Atene 2004, l'unico oro femminile conquistato negli sport di squadra: il Setterosa di Pierluigi Formiconi, Melania Grego, Tania Di Mario, che risale dalla buca di un -2 nei supplementari contro le padrone di casa, com'era riuscito ai maschi dodici anni prima.
25 anni fa, il #30giugno 1998, andò in scena una delle più grandi partite della storia dei Mondiali e contemporaneamente uno dei momenti più tragici della storia del giornalismo sportivo, per giunta sulla BBC, ad opera di Brian Moore e Kevin Keegan. Ma andiamo con ordine.
La partita in questione è Argentina-Inghilterra, ottavi Francia 1998, stadio Geoffroy-Guichard di Saint Etienne. Una partita che vive di momenti di grande cult, come il celebre assolo del Wonder Boy Michael Owen che, nell'estasi del momento, a molti inglesi ricordò Maradona.
L'Argentina arpiona il pareggio a fine primo tempo con questo geniale schema su calcio piazzato dal limite: tutti si aspettano la parabola di Veron o la stangata di Batistuta, invece...