Ieri sera a #chilhavisto c'erano i genitori di Claudio Mandia, il ragazzo che si è suicidato nel college americano dopo essere stato messo in isolamento perché accusato di aver copiato un compito.
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Mentre li sentivo parlare mi è tornato in mente l'orrido siparietto della cena a casa di Maria Latella, dove il sedicente ministro del merito e istruzione e Bruno Vespa, sotto lo sguardo compiaciuto della padrona di casa,
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parlavano dei metodi di punizione che meriterebbero gli studenti troppo esuberanti. Vespa addirittura parlava di sbattere in biblioteca o nello stanzino delle scope perché no quelli che non si piegano e non ubbidiscono.
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La storia di Claudio è orribile, un ragazzino con la famiglia a migliaia di chilometri lasciato solo ad affrontare un'esperienza così traumatizzante imposta sulla base di un sospetto di plagio, non perché avesse fatto chissà quale atto violento
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verso un compagno o un insegnante. Solo pochi giorni fa i genitori hanno saputo che verso la scuola, dove si paga una retta di migliaia di dollari l'anno non verrà preso nessun provvedimento penale, potrà quindi continuare ad applicare quel tipo di 'insegnamento'
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che prevede il metodo coercitivo manco fosse un carcere di massima sicurezza per serial killer e qui abbiamo un ministro che dice di inserire le punizioni, le umiliazioni nella pedagogia scolastica e due giornalisti che lo ascoltano, annuiscono e rilanciano.
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