Storia alla poverella del massacro di un Innocente. Strage di #PiazzaFontana
Valpreda subì un forte linciaggio mediatico dai giornali (spesso riportando le parole di Rolandi, «è lui!»), che lo presentarono come «il mostro di piazza Fontana
epiteto apparso sul giornale del PCI l'Unità, che lo descrisse come «un personaggio ambiguo e sconcertante dal passato oscuro, forse manovrato da qualcuno a proprio piacimento»
sull'Avanti! del PSI venne descritto come esponente di un gruppo anarco-fascista, un «individuo morso dall'odio viscerale e fascistico per ogni forma di democrazia»
il giornalista Bruno Vespa, in diretta dal TG1, lo presentò come il «vero» e sicuro colpevole, per Mario Cervi, che fa ricorso anche a stereotipi lombrosiani, «il crimine ha oramai una fisionomia precisa: il criminale ha un volto . la sua salute è insidiata da un'infermità
grave, il morbo di Burger. La menomazione che lo impedisce, lui ballerino, nelle gambe, potrebbe avere contribuito a scatenare una forsennata e irrazionale avversione per l'umanità intera»
Per il Secolo d'Italia, quotidiano del MSI, Valpreda è «una belva oscena e ripugnante, penetrata fino al midollo dalla luce comunista»; per Il Messaggero «una belva umana mascherata da comparsa da quattro soldi»
su La Nazione «un mostro disumano»; per l'organo del PSU, Umanità, è «uno che odiava la borghesia al punto da gettare rettili nei teatri per terrorizzare gli spettatori»; su Il Tempo diviene «un pazzo sanguinario senza nessuno alle spalle»
«Cari compagni, vi accludo queste note che credo vi potranno servire, anche perché‚ vedo da "Umanità Nuova" che dovete spulciare notizie da altri giornali.Fatene l'uso che credete meglio. In carcere per ora, malgrado la grande repressione, vedo solo anarchici. Saluti e anarchia.»
Pietro Valpreda.
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Questa epopea che sta davanti a noi la scriveranno le masse affamate degli indios, dei contadini senza terra, degli operai sfruttati; la scriveranno le masse progressiste, gli intellettuali onesti e brillanti che sono così abbondanti nelle nostre sofferenti terre d’America latina
Lotta di masse e di idee, epopea che sarà portata avanti dai nostri popoli maltrattati e disprezzati dall’imperialismo, i nostri popoli sconosciuti fino ad oggi, che già cominciano a non farlo più dormire. Ci considerava come un gregge impotente e sottomesso e già comincia ad
aver timore di questo gregge, gregge gigante di duecento milioni di latinoamericani nei quali il capitalismo monopolistico yankee vede già i suoi affossatori.
Breve stralcio del discorso di Che Guevara alle Nazioni Unite dell’ #11dicembre 1964
Oggi alla camera si terrà il discorso del bivacco. A presentare il nuovo governo ci saranno Gianni e Pinotto in arte Renzi e Calenda. Storia alla poverella. Era il #16novembre 1922 Facta e Giolitti stendono il tappeto rosso all’uomo del secolo dopo la marcia su Roma.
Con l’arroganza paragonabile solo a quella del pagliaccio di Rignano sull’Arno, il pipistrello pronuncio nel suo primo discorso alla camera le seguenti parole:”Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti.
Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non vi abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato
6:00 a.m. – Salvador Allende viene informato che la Marina si è impadronita della città di Valparaíso.
7:30 a.m. – Allende giunge alla Moneda. Cerca inutilmente di mettersi in contatto con i comandanti in capo delle Forze Armate.
7:55 a.m. – Attraverso Radio Corporación, il presidente comunica alla nazione che è in atto una sollevazione contro l’esecutivo.
8:15 a.m. – Allende si rivolge nuovamente alla nazione, invitando i lavoratori a restare in allerta ai rispettivi posti di lavoro in attesa di
di ulteriori informazioni.
8:30 a.m. – I militari golpisti dichiarano deposto il governo “illegittimo” di Allende, il quale, sempre via radio, afferma la sua irrevocabile decisione di resistere a costo della vita pur di difendere il paese, la sua tradizione, la Costituzione.