Il giorno dell'infamia, in cui noti apparati dello Stato decisero di assassinare scientemente dei cittadini.
«Nell'ottobre-novembre 1969 venne effettuata la prova pratica di
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collegamento dell'innesco a un timer "anche questa volta nell'ufficio del dr. Freda"»
Così confessa Tullio Fabris, l'elettricista che assemblò il timer della bomba.
Le parole di Fabris potete leggerle su "La Strage Di Piazza Fontana" di Saverio Ferrari dell'@OsservatorioCO.
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Ne avevo già parlato un paio d'anni fa.
Ferrari ha scritto questo libro con la filosofia del contabile che registra entrate e uscite in partita doppia.
Praticamente non ci sono commenti e giudizi, ma solo meticolosi estratti di documenti ufficiali e resoconti incontestati,
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trascritti uno sotto l'altro, con puntiglio.
Con quest'asetticità ogni paragrafo ti costringe a ripescare quello che già sapevi, ma avevi un po' dimenticato.
I 145 (uno ogni tre giorni) attentati fascisti avvenuti in Italia nel '69, l'assassinio di Pinelli, i depistaggi
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e le protezioni, etc..
Ma la cosa che diviene chiara nel leggere il libro è che tanti, tantissimi allora, sapevano dell'attentato ancor prima che avvenisse.
In ogni pagina si racconta di qualcuno che parlò, che sapeva, che testimoniò; compaiono prove acquisite,
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documenti, notizie, pezzi di indagini, etc..
La verità era conosciuta prima, durante e dopo i fatti.
Facciamolo leggere ai giovani, che in questi anni sono stati scientemente tenuti all'oscuro di ciò che è avvenuto in Italia per mano di fascisti, "gladiatori", politici.
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Ma anche prima di questo libro, quello che sapevamo, che avevamo visto e vissuto in quegli anni era già più che sufficiente a farci pretendere comunque giustizia nei confronti dello Stato stragista.
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i trafficanti d'armi sono in combutta con militari di ogni grado.
Per non parlare delle armi che gli eserciti lasciano sul campo (tutti ricordiamo quelle lasciate dagli americani quando sono fuggiti dall'Afghanistan).
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armi più ambite in ogni dove e il confine fra Colombia e Venezuela è anche uno fra i più "caldi", da questo punto di vista.
Da lì passano molte delle "rotte" per i rifornimenti dei cartelli del narco-traffico.
Lì sono già state intercettate altre armi
> news.yahoo.com/seized-guns-de…
tralascio le tante idiozie scritte nel thread, quali quelle di carattere giovanilistico o quelle di ipocultura (come le capacità di Giotto ridotte alla "O"), per concentrarmi sul mio specifico: "Morirono ... per la Patria".
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2022 ci sia ancora qualcuno che creda la Prima Guerra Mondiale sia stata combattuta per una qualsiasi, anche stupidissima, utilità patriottica, è la più completa dimostrazione del fallimento della scuola italiana.
La storia italiana è piena di tragedie scientemente provocate
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da criminali governanti. Fra queste la WWI non è seconda a nessuna.
È noto infatti che l'Italia non aveva nessuna utilità ad abbandonare la neutralità.
Non era minacciata e il plenipotenziario tedesco von Bulow aveva fatto concessioni enormi pur
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guerra anti partigiana ed è famoso per la sua ferocia.
Di loro si ricorda, fra le altre, la "Strage di Lipa" (269 morti, quasi tutti anziani, donne e bambini).
Il secondo (noto anche per aver partecipato alla "Strage del Biois", dove furono assassinati 44 civili e distrutte
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245 case) era di stanza nel bellunese.
Il terzo fu dislocato a Roma e non "passeggiava", come scrive il mentitore @alesallusti, ma percorreva con regolarità quella strada perché, essendo vigliacchi, approfittavano dello status di "Città Aperta" di Roma, per sfuggire agli
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Per prima cosa non si capisce perché l'autore cominci URLANDO. Dal punto di vista della forza scenica e della retorica classica s'inizia piano e poi si accresce via via il volume.
Ma vabbè, magari qualcuno gli ha detto che Twitter
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lo usano anche in Sicilia e voleva farsi sentire anche lontano.
Questo qualcuno però dovrebbe spiegare a questo ignorante della comunicazione digitale (ricordate l'idiozia della richiesta di documenti per iscriversi a un social?), che urlare,
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nazionale".
Come se le "scoregge" che tutti noi scriviamo qui sopra fossero bombe alla Stazione di Bologna.🙄
Fra chi si è sempre occupato di comunicazione (vale per i giornalisti, ma anche per i pubblicitari, etc.), si è sempre detto che il messaggio di un libro perdurava
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nell'immaginario collettivo una generazione, l'articolo di un mensile un mese, quello di un settimanale una settimana, di un quotidiano un giorno.
Per questo sui quotidiani viene veicolata pubblictà di tipo diverso da quella di altri giornali.
Qualche volta m'è capitato di discutere con @Emanuele676, che ogni tanto dice cose poco sensate e anche qualche balla, tipo dare dei putiniani a tutti quelli che non la pensano come lui.
Ma oggi, subito prima di bloccarmi, ha postato alcuni
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commenti in fondo a una discussione, fra i quali ha scritto una menzogna tale che non può essere lasciata nascosta e senza risposta:
Ha scritto che la famiglia di #AndreaRocchelli non pensa che quello di Andrea "fosse un assassinio mirato".
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Personalmente, mi adoprerò
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per mettere a conoscenza la famiglia di queste dichiarazioni mendaci, poi decideranno loro se e come procedere.
Qui, ricordo solo che i genitori erano parte civile nel processo a Markiv (condannato in primo grado e assolto in appello) e hanno più volte accusato il governo
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