Thread affettuoso e per nulla semplice sulle dieci scene migliori di "Tre Uomini e una Gamba", che usciva al cinema il #27dicembre 1997 e dunque domani compie 25 anni. L'ho rivisto qualche giorno fa: è invecchiato davvero bene.
10) L'elegantissimo omaggio a "Point Break" di Kathryn Bigelow, con le maschere di Nixon, Carter, Reagan e Lyndon Johnson sostituite da quelle del presidente in carica Scalfaro, Pertini, Cossiga e - bel guizzo - Nilde Iotti per Marina Massironi.
9) "Tu hai mai rischiato?". Una bella battuta tipicamente gialappiana (tra gli sceneggiatori c'era anche Giorgio Gherarducci) che anticipa la crisi permanente dei trentenni di oggi e svela il fondo malinconico del film, che a 37 anni si coglie molto più facilmente che a 12.
8) Uno dei maggiori meriti della sceneggiatura è saper tratteggiare in cinque minuti i diversi caratteri dei tre protagonisti, senza ricorrere a banalità. Per esempio Giovanni, puntiglioso e iper-competitivo, "bastardo e pignolo", è tutto qui.
7) "Sei scaltro come una faina": i due transilvano-leghisti - chiamati non casualmente Gino e Michele - e "l'inganno della cadrèga" al povero Dracula meridionale, in uno dei tentativi di integrazione territoriale più riusciti della storia del cinema italiano.
6) "Una sera eravamo impegnati a teatro e abbiamo visto che in una sala davano Tre Uomini e Una Gamba. Siamo entrati senza farci vedere, a luci già spente. Non avevamo ancora la minima idea della reazione del pubblico: ridevano, ridevano tutti, le risate non si fermavano mai".
5) "E quella di Rrrrronaldo era finita!". Il Fenomeno era arrivato all'Inter da pochi mesi e AG&G ebbero la prontezza di inserirlo in una battute celeberrima che restituì una certa popolarità allo svizzero Ciriaco Sforza, una sola stagione alla corte di Roy Hodgson nel 1996-97.
4) "Non sono professionisti, sono presi dalla strada". Lo sketch del biglietto, cavallo di battaglia riproposto in tanti programmi tv e spettacoli teatrali, al cinema diventa un film neorealista destinato a diventare una pietra miliare del repertorio di tanti aspiranti comici.
3) L'esplicita e bellissima citazione di "Marrakech Express" ebbe anche il merito supplementare di far conoscere al grande pubblico Vinicio Capossela, dal momento che De Gregori aveva rifiutato di concedere i diritti de "La leva calcistica della classe '68".
2) Nel magnifico corto iniziale, parodia dei gangster-movie anni '60, c'è questo splendido scambio tra Aldo e Giovanni che dà la sensazione di poter andare avanti all'infinito.
1) "Ah è medico! Non lo sapevo". La mia scena del cuore, citata oltre ogni misura, involontariamente attuale nel rapporto a volte problematico tra la scienza e l'uomo comune: merito anche del "professorone", il caratterista ligure Augusto Zucchi, habitué di tanti film e fiction.
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Che succede? Che si avvicina #Sanremo2024 e allora, come ogni anno, il consueto MEGA-THREAD sanremese con la top 30 delle mie canzoni preferite dei Festival di cui ho memoria (quindi, a spanne, dal 1989 a oggi).
30) "Cosa resterà (degli anni '80)" (Raf, 1989). "Anni ballando ballando/Reagan Gorbaciov", nove mesi prima della caduta del Muro. La giacca rossa di Raf a Sanremo 1989 è uno dei miei primi ricordi in assoluto, non solo in tv, insieme ai testi del Festival su Sorrisi & Canzoni.
29) "Lasciarsi un giorno a Roma" (Niccolò Fabi, 1998). "Il pavimento/del paradiso sei per me". L'energia del romano Niccolò Fabi, indie prima che il termine non esistesse ancora, vestito come uno studente di liceo invitato a un compleanno.
Stasera a Celtic Park l'Atletico Madrid indosserà una divisa speciale, maglia rossa e calzoncini blu, per celebrare Celtic-Atletico 0-0, semifinale d'andata di CoppaCampioni 1973-74: la dimostrazione che il calcio "di una volta" non era così bello come lo si dipinge oggi.
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A riassumere le scorrettezze di quella partita basterebbe il tabellino: tredici cartellini estratti dall'arbitro turco Babacan, dodici dei quali ai danni dell'Atletico. Ma le immagini televisive renderanno ancora meglio la brutalità di Celtic-Atletico 1974.
L'Atletico era allenato dall'argentino Juan Carlos Lorenzo, ex tecnico della Lazio (dove sarebbe tornato negli anni 80) e santone del calcio sudamericano: per esempio, era il ct dell'Argentina che ai Mondiali 1966 aveva scioccato l'Europa per lo stile di gioco "machiavellico".
6 anni dopo aver spedito in rete un pallone che gli era valso il Premio Puskas, Olivier #Giroud ha cambiato consonante e ha soffiato palla a Puscas. Viaggio nel pazzo mondo dei portieri casuali di Serie A, a cominciare dall'unica volta che era capitata al Milan... 100 anni fa!
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Accadde 100 anni fa, il 4 novembre 1923: un Milan-Pro Vercelli 1-3 in cui il portiere Midali fu espulso al 72' per "un atto di giustizia sommaria" secondo la Gazzetta. Le sostituzioni non esistevano: in porta andò il difensore Rinaldo Bronzini, che riuscì a non prendere gol.
Singolare quel che accadde in Milan-Bologna del 28 febbraio 1982, quando Rosario Lo Bello (non ancora famigerato presso i milanisti) espulse Piotti per una scaramuccia con Franco Colomba, ma con democristiana prontezza fischiò la fine della partita subito dopo.
"Nervi saldi, cervello fresco e grandi gambe". 25 anni fa, il #27luglio 1998, sul Col du Galibier, il tormento e l'estasi di Marco Pantani (anzi PAN-TA-NI, come scandiva immancabilmente Adriano De Zan): chi c'era, non potrà mai dimenticare.
Partito con un ritardo di 3'01" dalla maglia gialla Ullrich, a 47 km dal traguardo Pantani inizia a "sentire le voci", come ha scritto quella mattina Gianni Mura su Repubblica. Prende atto che Ullrich non lo segue, aspetta per un po' Leblanc ma poi molla anche lui al suo destino.
La Grenoble-Les Deux Alpes diventa presto un calvario per Ullrich, che ancora arranca sul Galibier quando Pantani ha già scollinato ed è in discesa - con un unico brivido quando pensiamo che sia caduto ancora, e invece sta solo indossando la mantellina offerta da Orlando Maini.
Un anno ai Giochi di Parigi che inizieranno il #26luglio 2024. E allora THREAD ispirazionale con i 30 momenti olimpici più belli della nostra vita (o perlomeno da Seul 1988 in poi). Bonus track: l'ultimo dei tre podi tricolore della storia, conquistato dalle fiorettiste a Londra.
30) Nell'inferno di Sant Sadurnì d'Anoia lo sprint di Fabio Casartelli sull'olandese Dekker e il lettone Ozols a Barcellona 1992, nell'ultima edizione olimpica in cui il ciclismo era ancora limitato ai dilettanti.
29) Atene 2004, l'unico oro femminile conquistato negli sport di squadra: il Setterosa di Pierluigi Formiconi, Melania Grego, Tania Di Mario, che risale dalla buca di un -2 nei supplementari contro le padrone di casa, com'era riuscito ai maschi dodici anni prima.
25 anni fa, il #30giugno 1998, andò in scena una delle più grandi partite della storia dei Mondiali e contemporaneamente uno dei momenti più tragici della storia del giornalismo sportivo, per giunta sulla BBC, ad opera di Brian Moore e Kevin Keegan. Ma andiamo con ordine.
La partita in questione è Argentina-Inghilterra, ottavi Francia 1998, stadio Geoffroy-Guichard di Saint Etienne. Una partita che vive di momenti di grande cult, come il celebre assolo del Wonder Boy Michael Owen che, nell'estasi del momento, a molti inglesi ricordò Maradona.
L'Argentina arpiona il pareggio a fine primo tempo con questo geniale schema su calcio piazzato dal limite: tutti si aspettano la parabola di Veron o la stangata di Batistuta, invece...