Thread by @MarioMartinell7

1/ Vi racconto una storia, scusate se è un po’ lunga ma penso che valga la pena leggerla fino in fondo.

L’anno scorso un vigile voleva fare una multa per divieto di sosta a me e ad un’altra decina di miei condomini perché avevamo parcheggiato l’auto in un’area che secondo lui

2/ in divieto di sosta. Noi abbiamo contestato la cosa perché in quel punto non c’era alcun cartello di divieto di sosta. Siamo andati dal giudice di pace che ha accolto il nostro ricorso, riconoscendo che in effetti in quel punto non c’era alcun cartello di divieto di sosta.

3/ Non contento, il vigile ha fatto appello, ma anche in secondo grado il giudice ci ha dato ragione, seppure con una motivazione leggermente diversa: infatti ha detto che non si sa se in quel punto ci fosse o meno un divieto di sosta, ma in ogni caso il vigile non aveva

4/ dimostrato che ci fosse.
Pensavo che la cosa fosse finita lì. Invece qualche tempo dopo il poliziotto del mio quartiere, che in più occasioni ha detto pubblicamente di odiarmi, ha passato al vigile di cui sopra alcune mie chat e vocali whatsapp in cui io dicevo ai miei

5/ amici: “qui non c’è mai parcheggio e io non so dove lasciare l’auto, spesso mi tocca pure lasciarla in divieto di sosta”. Sulla base di questi nuovi elementi acquisiti, il vigile è andato dalla corte d’appello che ci aveva assolto chiedendo la revocazione della sentenza.

6/ La corte d’appello, con gli stessi giudici che avevano pronunciato la precedente sentenza, stavolta ha dato ragione al vigile, ritenendo che grazie a quelle mie chat e vocali whatsapp il divieto di sosta risultava provato. Ma non solo, è andata persino oltre:

7/ siccome io stesso ho detto ai miei amici che la lascio “spesso” in divieto di sosta, mi ha accusato di essere un delinquente seriale e, invece di limitarsi a infliggermi la multa per divieto di sosta da cui tutto era partito, mi ha sequestrato la macchina. Agli altri condomini

8/ invece è andata bene: per loro la sentenza di assoluzione è stata confermata perché per loro nessun poliziotto di quartiere aveva trasmesso le chat e i vocali di whatsapp e quindi non c’erano le prove che anche loro avessero parcheggiato in divieto di sosta, nonostante

9/ avessero lasciato l’auto nello stesso identico punto della mia.
Ora, siccome io ritengo che la sentenza sia ingiusta e il sequestro della macchina mi procura un grave danno economico perché io con la macchina ci lavoro, sto per fare ricorso alla Corte di Cassazione.

10/ Nel frattempo la vicenda sta avendo un certo clamore: il capo dei vigili urbani, che sin qui aveva sempre bonariamente tollerato per altri automobilisti violazioni al codice della strada anche assai più gravi delle mie, ha rilasciato interviste in cui improvvisamente richiama

11/ ad un rigido rispetto delle regole (e io sarei pure d’accordo, infatti se ci fosse stato il cartello del divieto non avrei parcheggiato l’auto in quel punto) e dice che sarebbe triste se il mio ricorso si basasse su vizi di forma anziché sul merito della questione

12/ (e anche qui sarei d’accordo, se non fosse che la Corte di Cassazione giudica soltanto su questioni di diritto, di forma, e non entra nel merito). Comunque, già questa cosa mi mette un po’ di inquietudine. Poi ci si è messo pure un giudice della Cassazione (parente

13/ della Presidente del collegio a cui con ogni probabilità sarà affidato il mio ricorso) che in una intervista ha detto che la sentenza della corte d’appello è ben motivata e sarà difficile che il mio ricorso possa essere accolto. E le mie inquietudini aumentano. Infine,

14/ alcuni miei amici si sono messi a cercare sui profili social degli altri giudici della Cassazione e hanno trovato che molti di loro hanno pubblicato dei post contro di me, dicendomene di tutti i colori. Ora sono veramente preoccupato per il clima che temo di trovare quando

15/ mi presenterò davanti alla Corte di Cassazione.
Ma la cosa più strana è che, nel clamore suscitato dalla vicenda, la maggior parte dei media è accanitamente contro di me. Mi accusano di essere un delinquente della peggior specie, addirittura il male assoluto.

16/ C’è persino chi dice che il sequestro della macchina non è abbastanza, perché dovrebbero sbattermi in galera e buttare via la chiave. Quei pochi che hanno preso le mie difese vengono sbeffeggiati, e i miei amici che hanno divulgato i video in cui il poliziotto di quartiere

17/ dice apertamente di odiarmi sono stati a loro volta accusati di voler creare un clima di odio.
Sono seriamente preoccupato di ciò che potrà accadermi.
Anche perché gira voce che presto il solito vigile, sempre su imbeccata del solito poliziotto di quartiere, mi voglia

18/ affibbiare un’altra multa perché una volta avrei grattato il biglietto del parcheggio facendo decorrere l’inizio della sosta un’ora dopo di quando era effettivamente iniziata. Anche qui penso di poter spiegare le mie ragioni: siccome il parchimetro non funzionava, ho dovuto

19/ trovare un tabaccaio aperto (era il periodo del lockdown ed erano quasi tutti chiusi) per comprare un biglietto del parcheggio, così quando sono tornato all’auto per grattarlo era già trascorsa un’ora e io ho fatto decorrere l’inizio della sosta da quel momento anziché

20/ da quando era effettivamente iniziata. È vero, forse ho sbagliato, ma in compenso poi sono andato via un’ora prima del termine della mia sosta pagata, quindi alla fine ho pagato lo stesso il giusto importo per la mia sosta. E poi ho scoperto che anche tutti gli altri

21/ che avevano parcheggiato l’auto quel giorno in quella strada hanno fatto la stessa cosa, e che persino il Comune aveva emesso un comunicato in cui riconosceva che il parchimetro quel giorno non funzionava e quindi aveva invitato gli automobilisti che avessero utilizzato

22/ il biglietto da grattare per pagare il parcheggio a spostare in avanti l’orario di inizio della sosta, recuperando alla fine il tempo non pagato all’inizio. Quindi dovrei stare tranquillo.
O no?
[FINE]

Se interessa (cit. @Nino_TheBest) @JU29ROTEAM @CozzolinoSalvo @massimozampini @mike_fusco
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