Dear @dreynders, you may have already noticed the private conversations of managers of @juventusfc recently published by some Italian newspapers, last ones today. /1
These private exchanges are known today because they were contained in the wiretap records of the investigation vs Juventus for possible financial fraud. Investigations are now closed and the judges have to decide whether or not to send Juve to trial. /2
We are wondering how the pubblication of these, in our view, totally irrelevant conversations can be permitted by law. Some of the talk involves citizens, who are not even being prosecuted. /3
💥 THREAD 💥
Torniamo sulla pubblicazione da parte del Corriere di intercettazioni irrilevanti riguardanti indagati - che, ricordiamo, non sono stati ancora rinviati a giudizio - e persino persone non indagate nell'inchiesta Prisma.
Vediamo cosa dice la legge. 👇
Art. 3 DL 188/2021: la diffusione di notizie può avvenire esclusivamente attraverso comunicati ufficiali o tramite conferenze stampa e a condizione che «risulti strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini» o ci siano «altre specifiche ragioni di interesse pubblico»
Il decreto legge recepisce una direttiva UE del 2016 che indica precisi limiti per la diffusione di informazioni riguardanti gli indagati: "qualora ciò sia strettamente necessario per motivi connessi all’indagine penale", spiegando bene la fattispecie, con esempi opportuni.
Oggi il Corriere pubblica anche conversazioni scagionanti per gli indagati:
"(...) sembrava che fossero operazioni così costruite più su valori economici che non su tecnici. In realtà abbiamo fatto delle operazioni interessanti anche dal punto di vista proprio tecnico".
Ovviamente, però, nel titolo preferisce affidarsi al caro e vecchio colpevolismo, altrimenti chi gliele passa poi le intercettazioni?
Ovviamente continuiamo a sostenere che le intercettazioni non dovrebbero essere pubblicate e che la Direttiva Europea e anche la legge nazionale parla chiaro in proposito.
Si capisce il problema: non ci fidiamo né della selezione degli inquirenti né di quella del Corriere.
"È ora di cambiare: il rischio imprenditoriale nel calcio grava interamente sui club. Ma quando c’è da prendere decisioni importanti, troppo spesso sono costretti a starsene in disparte mentre le basi sportive e finanziarie dell’intera industria crollano intorno a loro."
O no?
E aggiungiamo: sono pure costretti a subire le decisioni della giustizia sportiva che orgogliosamente rivendica di essere autonoma rispetto ai principi del giusto processo.
La burocrazia che si mangia il business.
La frase è di Bernd Reichart, amministratore delegato dell’A22 Sports Management Group che sta rilanciando la Superlega.
FACCIAMO RIGOROSAMENTE COME CI PARE 1/6
Dice: “Noi della giustizia sportiva mica dobbiamo seguire le regole e i tempi di quella ordinaria. Giusto processo? Ma tanto noi comminiamo sanzioni disciplinari, non penali” (Corte Federale d’Appello, Decisione/0063/CFA-2022-2023, pag. 19)
FACCIAMO RIGOROSAMENTE COME CI PARE 2/6
Dice: “E quindi, siccome noi della giustizia sportiva siamo autonomi e veloci, la valutazione del materiale probatorio acquisito da una Procura della Repubblica avviene come pare a noi, ci mancherebbe.”
FACCIAMO RIGOROSAMENTE COME CI PARE 3/6
"Non possiamo mica perdere tempo con quelle storielle che ancora non c’è un rinvio a giudizio, che le intercettazioni sono un mezzo di ricerca della prova e non una prova, che nel fascicolo del PM ci finiscono solo quelle che vuole il PM?”
Non saranno solo i nostri soldi a scomparire.
Chi può pensare che investitori seri vogliano immettere denaro in un sistema che non ha regole certe, in cui domina l'arbitrio?
È l'esatto contrario di ciò che dice Gravina: le norme esistenti non sono rigorose ma flessibili.
In quale sistema serio si ricorre a norme di chiusura che enunciano principi astratti anziché applicare la norma che disciplina espressamente il fatto in questione?
Solo in un sistema che si flette opportunamente ad assecondare le esigenze del potere politico.
Nessuna persona seria può accettarlo. E, non a caso, la reazione dei più nel mondo della comunicazione è di silenzio.
Tra gli accusatori, fanno la parte del leone i bassifondi del già culturalmente misero giornalismo sportivo. È un potere che per megafono usa la carta igienica.