A mente lucida un paio di cose su #Juric e su #Radonjic si possono dire, ed è non solo opportuno ma anche necessario farlo.
Provo a seguire un filo logico, e dunque:
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Parto dall'ovvietà più grande: #Jurić nel dopopartita ha parlato IN PUBBLICO e IN ITALIANO. #Radonjić è serbo ed è arrivato in estate, quindi non ha molta familiarità con la lingua, mentre Jurić è croato: per evitare fraintendimenti in privato avranno parlato in serbo-croato.
Se come Marco D'Ottavi scrive su @lUltimoUomo il tono di #Jurić è paragonabile a quello di un padre deluso dal figlio, a me sembra plausibile e probabile che la conversazione in privato sia avvenuta sempre "col cuore in mano", e la penso con un "cosa devo fare perché tu giochi?"
Proprio con il rammarico di chi sa che #Radonjić potrebbe giocare a livelli molto alti se volesse.
Poi c'è l'uscita pubblica che ha un obiettivo completamente diverso, e che - tradotta da qualche figura intermedia - ha generato la risposta su Instagram in stile camorra&love.
L'uscita di #Jurić però non è rivolta a #Radonjić: va anzi letta in continuità con le critiche mosse con costanza alla società @TorinoFC_1906.
Nell'ordine: fate restare i giocatori buoni, prendete giocatori buoni da affiancare (non sostituire), basta poco per riaccendere...
...gli entusiasmi ospiti da tempo, quando sono arrivato il #Filadelfia era in condizioni tremende, e non prendete persone che non sapete se possono giocare a calcio ai livelli della Serie A.
Cioè critiche alla società per il mercato e la mancanza di investimenti in prospettiva.
Ivan #Jurić ieri sera dopo il derby non ha insultato Nemanja #Radonjić.
Ha attaccato con piena ragione Urbano #Cairo e Vagnati.
E a fine stagione non sarà più l'allenatore del #Torino FC, tenuto in ostaggio da un inetto.
Il Toro è altra cosa rispetto all'effecì, e non è morto.