Esattamente 79 anni fa stava per avere inizio l'ultima eruzione di uno dei vulcani più famosi di tutto il pianeta. Stiamo parlando del nostro temutissimo #Vesuvio e della sua eruzione avvenuta il 18 marzo 1944. 1/15 🧵
Quella del 1944 fu un'eruzione ibrida caratterizzata da un'attività sia effusiva che esplosiva che causò numerosi danni e disagi in una vasta area del napoletano. 2/15
Essa fu preceduta da un lungo periodo eruttivo iniziato nel 1913 che aveva causato il completo riempimento del cratere sommitale e formato un cono di scorie che era diventato più alto dei suoi stessi bordi. 3/15
Nel pomeriggio del 18 marzo una debole attività stromboliana provocò la distruzione di questo piccolo cono di scorie permettendo alla lava di traboccare verso l'esterno formando due colate laviche che interessarono i fianchi settentrionali ed orientali del vulcano. 4/15
Il 21 marzo il fronte di una di queste colate travolse, e in parte distrusse, le città di San Sebastiano e di Massa di Somma, fortunatamente evacuate in tempo dalle truppe alleate. 5/15
Nel pomeriggio dello stesso giorno l'attività effusiva si arrestò con l'inizio di una violenta fase parossistica che formò delle fontane di lava alte fino a 2 km. 6/15
Tale fase proseguì fino alla mattina seguente e provocò una modesta ricaduta di materiale vulcanico (cenere e lapilli) inngran parte dei comuni presenti a sud-est del vulcano. Il pomeriggio successivo le fontane cessarono e l'attività diventò ancora più intensa. 7/15
Durante questa fase si formò una colonna eruttiva alta circa 10 km che produsse un'abbondante ricaduta di cenere e lapilli in molti comuni presenti a sud e ad est del vulcano. Piccole quantità raggiunsero perfino l'Albania e la Jugoslavia. 8/15
Questa fitta ed abbondante ricaduta di materiale vulcanico causò nel napoletano il crollo di numerosi tetti e la morte di almeno 23 persone tra Terzigno, Pompei, Scafati, Angri, Nocera, Poggiomarino e Cava dei Tirreni. 9/15
Durante la giornata la colonna eruttiva subì dei parziali collassi che causarono la formazione di diversi flussi piroclastici che percosero circa 2,5 km sui fianchi dell'edificio vulcanico. 10/15
Tale fase si concluse nella mattina del 23, quando le esplosioni diventarono più sporadiche e meno violente. Da quel momento i terremoti che hanno accompagnato l'intera fase eruttiva diminuirono di numero e di intensità. 11/15
Dalla cima del Vesuvio iniziò l'emissione di una cenere molto più chiara che preannunciava la fase finale dell'eruzione che si concluse ufficialmente il 29 marzo. Con le prime osservazioni fatte il 7 aprile si scoprì che la piattaforma craterica era collassata. 12/15
Al suo posto era presente una grande voragine. Il fondo del cratere era inoltre ostruito, il che voleva dire che il ciclo eruttivo a condotto aperto era appena terminato e stava per avere inizio quello a condotto chiuso in cui ci troviamo tutt'ora. 13/15
L'eruzione del 1944 fu tutto sommato molto modesta. Secondo Giuseppe Imbò, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'epoca, il Vesuvio espulse solo 21 milioni di metri cubi di lava e 50 milioni di metri cubi di materiale piroclastico (ceneri, lapilli, bombe, scorie). 14/15
Piccola curiosità: all'interno della colonna eruttiva che si è formata durante la fase parossistica del 21 marzo, l'attrito tra le particelle di cenere e di lapilli ha generato diversi fulmini vulcanici che sono stati perfino immortalati in questa preziosa fotografia. 15/15
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Dopo una quiescenza di 472 anni si è risvegliato il vulcano #Krasheninnikov, sulla penisola di #Kamčatka, in Russia. Ecco cosa sappiamo sulle dinamiche dell'eruzione e sul suo possibile collegamento con il violento terremoto di M 8.8 che ha colpito la penisola pochi giorni fa 🧵
L’eruzione è di natura esplosiva e sta avvenendo da una delle due bocche sommitali, dove è in corso un’attività freatomagmatica causata, probabilmente, dall’interazione del magma con la neve e il ghiaccio che ricoprono la cima del vulcano.
Dai sorvoli aerei sembra intravedersi anche una frattura eruttiva laterale a quote più basse da cui sembra essere in corso una modesta attività stromboliana. Su quest'ultimo aspetto attendiamo eventuali notizie ufficiali che per il momento non sembrano esserci.
Il violento #terremoto di M 8.8 che ha colpito ieri la #Kamčatka è il sesto più forte avvenuto sul nostro pianeta in epoca moderna. La scossa ha innescato uno #tsunami che si è propagato in tutto il pacifico senza provocare vittime. Cosa sappiamo? Ecco un (lungo) riassunto! 🧵
Il violentissimo terremoto di M 8.8 è stato localizzato 130 km ad est di Petropavlovsk-Kamčatskij, capoluogo del territorio, ad una profondità di 35 km. Parliamo di una zona non molto abitata in cui gli edifici sono stati costruiti con criterio. Mappa di @LastQuake
Qui la placca pacifica va in subduzione – ovvero sprofonda - sotto la microplacca di Okhotsk, un'estensione della più nota placca nord-americana. Questo scontro tra titani avviene ad una velocità media di 8 cm l’anno, tra le più alte al mondo!
All'alba del 21 luglio 365 d.C. un violentissimo #terremoto di magnitudo stimata tra 8.0 e 8.5 si è verificato sull’isola di #Creta, in Grecia, lì dove la placca africana va in subduzione sotto la microplacca egea. Ecco cosa sappiamo su questo evento catastrofico 🧵
Il terremoto ha avuto una durata sicuramente superiore al minuto e oggi viene considerato l'evento sismico più intenso avvenuto nel Mediterraneo in epoca storica. Non a caso l'area in cui si è verificato è tra le più sismiche di tutto il continente.
Nel giro di pochi istanti il fondale marino si sollevò di 8-9 metri, un valore incredibile che ha modificato per sempre la morfologia di un intero paesaggio. Oggi possiamo vedere i segni di questa trasformazione sul molo di Phalasarna, l'antica città portuale di Creta.
Questo video entra di diritto nella storia della geologia: ci mostra la rottura in diretta della faglia di Sagaing durante il #terremoto di M 7.7 in #Myanmar. L'intero paesaggio slitta lateralmente di diversi metri in pochi secondi, ecco una faglia trascorrente dal vivo!
È come se le illustrazioni dei libri di geologia prendessero vita! Vi consiglio di rivedere il video più volte, concentrandovi sempre in punti diversi del paesaggio, così da notare tutti gli effetti della rottura sul contesto urbano e naturale.
Il video è stato ripreso da una telecamera di sorveglianza nella città di Thazi, un centinaio di chilometri a sud dell'epicentro del violento terremoto.
L'Osservatorio Vesuviano ha rivisto i dati del forte #terremoto che giovedì è avvenuto ai #CampiFlegrei: la magnitudo è passata da 4.4 a 4.6, la più alta in assoluto da quando l’area viene monitorata. Ecco un lungo riassunto di quello che è successo (nessun complotto!) 🧵
Tutti i terremoti che vengono pubblicati sul sito dell’INGV possono subire delle variazioni più o meno marcate con il passare dei giorni o delle settimane per l’arrivo di nuovi dati che si vanno a sommare ed integrare con quelli usati nelle prime ore dell'evento (Gargano 👇🏻).
La magnitudo di tutti i terremoti è sempre soggetta ad un margine di errore nell’ordine di ± 0.3. Questo vuol dire che nel caso del terremoto di giovedì scorso, la magnitudo dell’evento era di 4.4 ± 0.3, quindi la stima finale poteva variare tra 4.1 e 4.7, come poi è stato.
Il 18 marzo del 1944 avveniva l’ultima eruzione del #Vesuvio. Ecco un (lungo) riassunto dell'eruzione che ha decretato la conclusione del ciclo eruttivo a condotto aperto e l'inizio di quello a condotto chiuso, in cui ci troviamo tutt'ora! 🧵
L'eruzione del 1944 è l'ultimo capitolo di un periodo eruttivo iniziato nel 1913. Il materiale emesso in quei 3 decennì finì per rimpire completamente il cratere sommitale e contribuì a formare un piccolo cono di scorie che superò in altezza i bordi stessi del cratere.
L’equilibrio raggiunto in quegli anni si spezzò nel pomeriggio del 18 marzo 1944, quando un’attività stromboliana più intensa provocò la distruzione di questo piccolo cono e permise alla lava di traboccare verso l’esterno formando due colate che avanzarono sui fianchi del vulcano