PROCESSIONARIE 🧵
ISTRUZIONI PER UN INCONTRO 1) In Italia abbiamo un centinaio di specie di bruchi pelosi di farfalle e falene; innocui o lievemente urticanti.
Molto urticanti sono solo le Processionarie. Due specie: Processionaria del Pino (Thaumetopoea pityocampa)
e
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Processionaria della Quercia (Thaumetopoea processionea) che raramente può andare su faggi, carpini, castagni o betulle, ma la specie è legata alle QUERCE.
Pure la Processionaria del Pino eccezionalmente può nutrirsi di altre conifere, ma la sua presenza è legata ai PINI.
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🧵 2) Come riconoscerle?
NON è una processionaria ogni bruco peloso singolo o comunque distanziato o avvistato da luglio a gennaio.
Sono invece processionarie i bruchi pelosi che si spostano sul terreno o sui tronchi in perfetta fila indiana. Soprattutto da febbraio a maggio.
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🧵 3) Nonostante antiche credenze, le processionarie sono erbivori autoctoni e naturali e non uccidono alberi sani. Soprattutto non mettono in pericolo interi boschi.
Mai alcun querceto o pineta è stato distrutto dalle processionarie.
Infatti non è più obbligatorio eliminarle
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🧵 4) Anche la pericolosità per gli umani è reale ma esagerata.
Ci provocano certo gravi e dolorose irritazioni se andiamo a toccare i loro peli (o se i peli ci cadono addosso), ma i dati medici ci dicono che non hanno mai ucciso o invalidato permanentemente nessun umano.
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🧵 5) Pure gli animali selvatici non subiscono danni, anzi: esistono vari animali che si nutrono dei bruchi o delle falene adulte (cince, cuculi, pipistrelli, upupe, picchi, vespe, rospi, coleotteri...).
Se NOI riduciamo i predatori, NOI facciamo aumentare le processionarie
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🧵 6) Le processionarie possono rappresentare un rischio serio, anche mortale, solo per alcuni animali domestici che hanno perso l'istinto a evitarle.
Cani e gatti domestici, se ci mettono sopra il muso, rischiano guai grossi.
Motivo in più per tenerceli sorvegliati accanto.
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🧵 7) IN DEFINITIVA è prudente eliminare (senza veleni) le processionarie solo qualora si trovassero in giardini, parchi urbani, alberature stradali o comunque accanto alle abitazioni.
Nei boschi in equilibrio, le processiomarie fanno naturalmente parte dell'ecosistema.
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CICOGNE INDUSTRIALI 🧵
Sulla rotonda stradale di Faenza svettano due grandi vasi di ceramica.
Si sa, Faenza è la città della ceramica (visitatene lo splendido museo).
Ma sopra le ceramiche svetta pure un animale. Un uccello, e non un uccello qualunque, soprattutto a dicembre: 1/
2/ È una Cicogna Bianca (Ciconia ciconia) e più in là un'altra su un lampione della zona industriale.
La presenza attuale delle Cicogne in Romagna è una storia particolare, direi unica, indissolubilmente legata sia al volontariato che alla grande industria. 2/
3/ Accompagnato dall'attuale referente e vulcanico deus ex machina, Sergio Montanari, ho visitato quella che è probabilmente la più antica "Oasi delle Cicogne" al mondo
LA SACRA ORSA
I nuovi accadimenti sulla vicenda degli orsi trentini non mi lasciano dormire.
Mi corre nella testa un pensiero inquietante.
E non per eventuali errori di analisi o di misura mandibolare.
Per ben più gravi cecità mentali.
Cosa stiamo faticosamente comunicando
1/
2/ noi zoologi, naturalisti, ecologisti, biologi della conservazione?
Stiamo cercando di spiegare che l'obiettivo per il benessere umano è la conservazione delle specie, degli habitat.
Perché è la biodiversità il vascello su cui galleggiamo in questo pianeta.
E la tutela delle
2/
3/ specie avviene a prescindere dalla tutela dei singoli individui.
Anzi, spesso avviene (e capita regolarmente in natura) attraverso il doloroso sacrificio di singoli individui.
Così, la tutela degli orsi e del loro vasto habitat di boschi
può avvenire solo se anche noi umani
3/
UOMINI & ORSI IN TRENTINO🧵
Alcune domande ricorrenti:
-Sono una presenza naturale e spontanea?
Naturale sì. Ci sono sempre stati. Ma circa 25 anni fa, per colpa del nostro sterminio, erano ridotti a 3 soli esemplari anziani.
Si rimediò all'altrimenti sicura estinzione
1/
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importando alcuni esemplari dalla Slovenia.
Oggi gli orsi in Trentino si stima siano 120.
-Perché non si è fatto lo stesso in Abruzzo?
Gli orsi appenninici sono una sottospecie, distinta (Ursus arctos marsicanus) unica, endemica, più piccola e timida.
Purtroppo a forte 2/
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rischio di irrimediabile estinzione (sono forse meno di 50 al mondo).
-Gli orsi del Trentino sono minacciati di estinzione?
No. Non lo sono come specie (Ursus a. arctos) e oggi neppure come popolazione.
-Quando andiamo nei boschi invadiamo un territorio non nostro? 3/
AGNELLI & DEMAGOGIA 🧵
Sotto Pasqua si moltiplicano appelli a non acquistare carne di agnello.
È comprensibile se questi animali ci fanno soggettivamente pena.
Ma ci sono oggettve ragioni di etica, ecologia o sostenibilità per non mangiare in particolare carne di agnello? 🐑🤔
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Ragioniamoci assieme.
Etica:
la vita di un agnello pasquale come etica vale quanto quella del maialino o del vitello di Pasquetta, o del dentice della vigilia.
Sostenibilità:
l'impatto ecologico dell'allevamento degli ovini è mediamente minore di quello di bovini e suini.
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Trasporti:
orribili le immagini degli agnelli stipati sui camion;
capita però pure a maiali e vitelli e, in tutti i casi, noi consumatori POSSIAMO SCEGLIERE etichette con "nato, allevato e macellato nel medesimo luogo"; realtà per fortuna sempre più diffusa.
Può essere utile chiarire alcuni punti se venivano in discorso con amici incappati nella propaganda dei complottisti.
È vero che:
- "Non siamo fatti per mangiare insetti che sono fatti di chitina"?
Gli umani sono mammiferi onnivori molto 1/
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adattabili. Possediamo un enzima per digerire la chitina (che troviamo ad esempio nei funghi, o nei gamberetti che mangiamo interi come ricercato anticipasto) e gli insetti sono mangiati regolarmente dai mammiferi.
Ne sono ghiotte le cugine scimmie, gli orsi, persino i lupi 2/
3
non disdegnano cibarsi di grosse cavallette.
E comunque, se non digeriamo un componente di un alimento, non è detto che in sé sia un male. Perché allora non dovremmo mai mangiare verdura che contiene la, per noi totalmente indigeribile, cellulosa. 3/
2) C'è chi ha scritto che tra noi umani ci sono oggettive differenze genetiche, morfologiche e fisiologiche.
Vero. Sono geneticamente diversi gli abitanti di Limone sul Garda, i sardi, i baschi, gli estoni... o, in Africa, i baka dagli oromo.
Ma sono popolazioni, non razze. 2/4
3) Su qualsiasi argomento ormai spunta immancabile il refrain populista e demagogico che
"ciò che dice la scienza non va accettato con fede cieca, gli scienziati non devono sentirsi superiori".
Sinceramente: si parli di razze, clima, lupi, ogm o vaccini...
e che due maroni ! 3/4