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Apr 23, 2023 26 tweets 11 min read Read on X
BRESCIA, PER NON DIMENTICARE

Luciana Castellina

Oggi, 28 maggio 1974. Una bomba fa strage in Piazza della Loggia durante un comizio antifascista. 8 morti, 102 feriti. Sono gli anni, troppo spesso oggi rimossi, delle trame nere e della strategia della tensione. ➡️ Image
➡️ Tre processi, lungo 43 anni. Per condannare all’ergastolo un ottantenne e un altro, ormai anziano anche lui, per l’assassinio di 8 persone, donne e uomini, 5 insegnanti, 2 operai e un ex partigiano pensionato, e il ferimento di 102 esseri umani.➡️ Image
➡️ Liberi definitivamente gli altri imputati: per prescrizione, per insabbiamento delle prove, per fuga. La più celebre quella di Delfo Zorzi, oggi – e da quasi mezzo secolo – signor Hagen Roi, cittadino giapponese, non estradabile per la legge di quel Paese. ➡️ Image
➡️ Nella sentenza definitiva del 10 agosto 2016, che fa seguito a quelle precedenti di assoluzione dei tanti sospetti (la parte civile – cioè i parenti delle vittime – obbligati persino a pagare le spese giudiziarie!) è scritto: “Questo è un processo emblematico dell’opera ➡️ Image
➡️ sotterranea portata avanti da quel coacervo individuabile con certezza in una parte non irrilevante degli apparati di sicurezza dello stato”. Scrive il giudice istruttore: “si tratta di un meccanismo che fa letteralmente venire i brividi, soprattutto di rabbia, in quanto è ➡️ Image
➡️ la riprova – se mai ce ne fosse bisogno – dell’esistenza e costante operatività di una rete di protezione pronta a scattare in quel momento”.
Il processo, anzi i tanti processi cui dette luogo la bomba di Brescia, sono analoghi a quelli seguiti alle altre stragi, tutti ➡️ Image
➡️ investiti da tentativi di insabbiamento, di soppressione di documenti, di fughe, di assoluzioni prive di fondamento. Voglio ricordare fra tutte quello che Fortunato Zini, impiegato ad uno sportello della Banca dell’agricoltura di Piazza Fontana a Milano – vivo solo perché ➡️ Image
➡️ quando scoppiò la bomba si era allontanato dal suo posto di lavoro per andare alla riunione della Commissione Interna di cui era presidente – ha scritto decenni dopo, quando finalmente un giudice, Salvini, ha alzato un velo sulle verità sempre occultate di quella vicenda: ➡️ Image
➡️ “questi processi sono stati il più ignobile laboratorio di impunità giudiziaria mai concepito dalla democrazia. Ora (si riferisce alle verità finalmente trovate da Salvini) si capisce perché 45 anni fa la Suprema Corte al servizio dei potenti di turno scippò il processo ➡️ Image
➡️ e lo trasformò in una tortuosa parodia itinerante della giustizia, nell’indifferenza dei più”.
Scusate se rifaccio ancora una volta la storia della Strage di Brescia, quando il 28 di maggio del 1974 fu fatto esplodere un kg di tritolo contenuto in una bomba deposta in un ➡️ Image
➡️ cestino di rifiuti mentre la grande Piazza della Loggia era affollata dai tantissimi che denunciavano proprio la strategia della tensione. Che aveva già ucciso molto – 17 solo a Piazza Fontana a Milano – e tantissimi ne avrebbe uccisi dopo: a cominciare dagli 85 morti ➡️ Image
➡️ della stazione di Bologna. Scusate, perché proprio i compagni dell’#Anpi ricordano e aiutano a ricordare. Ma ho ricapitolato quei fatti perché tantissimi sono quelli che hanno dimenticato, e ancora di più quelli che potrebbero chiederti:➡️ Image
➡️ “Brescia? Perché, cosa accadde a Brescia?”.
La memoria non è un vizio dei vecchi che la usano per alimentare le loro nostalgie. È uno strumento decisivo, direi una forza, che possiedono gli anziani, che hanno l’obbligo di usarla. Perché chi vuole capire il presente e ➡️ Image
➡️ individuare le tendenze del domani, deve studiare archeologia, come dice un filosofo italiano, Giorgio Agamben. E dio solo sa quanto riflettere sul tempo ormai antico che ci ricorda il 28 maggio 1974 con i fatti di Brescia non sia utile in questo momento di particolare ➡️ Image
➡️ confusione che vive il mondo. Non penso solo alle bande fasciste di CasaPound e fratelli che infestano con sempre maggiore spavalderia le nostre città, ma anche agli umori torbidi che alimentano proteste manovrate, ma che potrebbero diventare pericolose.➡️ Image
➡️ Anche perché nel nostro Paese non siamo mai riusciti – come anche Brescia ci ricorda – a venire a capo dei tanti intrecci fra servizi segreti dello Stato italiano e terrorismo nero, così come dei legami fra Sid e Cia (Gladio, organizzazione armata clandestina, venne ➡️
➡️ ufficialmente alla luce solo nel 1990, ma esisteva da decenni), ma le trame di quelle operazioni stragiste restarono impunite. E penso anche ai recenti, pericolosi tentativi di rimuovere dalla memoria la strategia della tensione o di confonderla con gli anni di piombo.➡️ Image
Il terrorismo rosso fu cosa drammaticamente negativa e da condannare senza alcuna esitazione; il fenomeno del brigatismo, a sua volta inquinato dalla presenza e dalle manovre dei servizi segreti, fu successivo ai ripetuti tentativi di colpi di stato, avviatisi sin dal 1964 con ➡️
➡️ il golpe chiamato “Piano Solo” ideato dal generale Giovanni De Lorenzo e ripresi con più intensità nel decennio successivo prima con il tentato golpe organizzato dall’ex capo della X Mas Junio Valerio Borghese nel dicembre 1970, e poi con il golpe “bianco”, rimasto – sembra➡️
➡️ – allo stato di ipotesi “teorica” –attribuito all’ex partigiano anticomunista Edgardo Sogno e scoperto nel 1974. Nei primi anni 70 era comunque diffusa la preoccupazione che si fosse alla vigilia di un colpo di Stato. Quel pericolo, allora, lo abbiamo sconfitto perché la ➡️
➡️ democrazia era forte, ed erano vivi e operanti i movimenti di lotta nati col ’68. Oggi – diciamolo con chiarezza – la nostra democrazia appare più fragile, non abbiamo più la forza che ci davano i nostri partiti popolari, decenni di ripiegamento individualista hanno creato ➡️
➡️ smarrimento e passività. C’è oggi un maggior pericolo per la democrazia, magari in forme diverse dal tradizionale colpo di Stato, e per questo serve maggiore attenzione.
Nel settembre scorso al Festival del cinema di Venezia è stato presentato “Citizen Rosi”, un film diretto➡️
da Carolina Rosi, figlia di Franco, il grande regista. È un documentario con cui Carolina ripercorre le storie dei film girati da suo padre: ne emerge, purtroppo, un pezzo agghiacciante della storia italiana, quello dei tantissimi segreti che non sono mai stati svelati. ➡️
➡️ Si comincia con l’eccidio di Portella della Ginestra, si passa per l’assassinio di Enrico Mattei, il coraggioso e lungimirante presidente dell’Eni. I primi nodi di un unico, recondito filo nero. Cito il film perché penso che dovremmo farlo vedere a tutti. ➡️
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Aug 23, 2023
Un intervento di #MaurizioMontanari che vale la pena leggere tutto.

SI FA VOLARE L'AQUILONE SOLO COL VENTO FAVOREVOLE: PERCIÒ IL GENERALE VANNACCI HA SCRITTO QUEL LIBRO.

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➡️A polvere posata, credo sia troppo semplicistico commentare le parole del generale Vannacci poggiando sulle ampiamente diffuse accuse di omofobia, razzismo, timore dell’altro e via dicendo. Accuse rivoltegli da più parti e non prive di fondamento, non mi si fraintenda. ➡️
➡️ Ma fare ciò alimenterebbe la noiosa sceneggiata dell’intellighenzia ‘buona’ che stigmatizza le orrende parole dell’uomo ‘cattivo’, validando in tal senso la semplicista ed errata concezione di un mondo diviso tra ciò che è giusto (sano) e ciò che è sbagliato ➡️
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Aug 13, 2023
TECNICA DI COMUNICAZIONE SALVINIANA:

"far passare chiunque lo critichi per un ricco altolocato che non ha contatto con la gente e con la realtà, che non conosce i problemi veri e che non sa cosa sia la fatica del lavoro, ambiti in cui lui invece si presenta come vero esperto"➡️ Image
➡️ di #MichelaMurgia .
Ieri il ministro degli interni Matteo Salvini ha pensato bene di fare l’ennesimo tweet contro di me virgolettandomi come intellettuale radical chic e snob. È il suo giochetto preferito quello di far passare chiunque lo critichi per un ricco altolocato ➡️
➡️ che non ha contatto con la gente e con la realtà, che non conosce i problemi veri e che non sa cosa sia la fatica del lavoro, ambiti in cui lui invece si presenta come vero esperto. Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama “sinossi dei curriculum”. ➡️

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Jul 28, 2023
ROMPIAMO IL SILENZIO SULL'AFRICA.

Rompiamo il silenzio sull'Africa
Appello di padre Alex Zanotelli ai giornalisti italiani.

di Alex Zanotelli

Pochi giorni fa, padre Alex Zanotelli - missionario italiano della comunità dei Comboniani, nonché profondo conoscitore dell’Africa ➡️ https://t.co/Ua83F1nwex
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➡️ e direttore della rivista Mosaico di Pace - ha rivolto un accorato appello alla stampa italiana, chiedendone un’ampia diffusione. Queste le sue parole, pubblicate sulla pagina Facebook dell’associazione culturale “Participio Presente”:➡️ Image
➡️ "Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo. Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più ➡️ Image
Read 22 tweets
Jul 28, 2023
CHI DEVE DIFENDERE L'INUTILE MINISTRO DEL NULLA ATTACCANDO DON CIOTTI?

Don Ciotti, l’attacco di Salvini e le mille battaglie di un utile “grillo parlante” ➡️ Image
➡️ Ma veramente (come ha detto Salvini) Don Luigi Ciotti «Se espatria fa un favore a tutti»?
Il putiferio è scoppiato tra le parti dopo la sparatoria Matteo Salvini contro il fondatore di Libera, una rissa dove ognuno tira l’acqua al proprio mulino a prescindere dal merito ➡️
➡️ delle cose, rischia di nascondere il tema centrale: se ci siano o meno rischi anche dietro la corsa febbrile a Ponte Messina ricominciato improvvisamente dopo anni di promesse, rinvii, rinunce, oblio?
Che il prete torinese, nipote di un fornaio del Cadore, ➡️
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Jul 27, 2023
PIÙ CHE LA SANTANCHÈ, DOVREBBE DIMETTERSI LA RUSSA.
di Elio Vito
La designazione infelice del presidente del Senato ricade sulla Meloni, e l’imbarazzo per la sua presidenza e le sue plusvalenze su tutti noi. Considerazioni su autonomia, riforme e diritti dell’opposizione.➡️ Image
➡️Autonomia differenziata e presidenzialismo, proposta delle opposizioni per il salario minimo, sfiducia individuale alla ministra Daniela Santanchè, sembra che tutto debba accadere in questa accaldata settimana di luglio e che in questa settimana la nostra cara democrazia ➡️
➡️ parlamentare debba essere messa a dura prova.
Ma andiamo con ordine. Un ordine del giorno, che di per sé non ha alcun valore legislativo, presentato dai capigruppo di maggioranza al Senato, rilancia il tema delle riforme istituzionali, mischiando e intrecciando il tema ➡️
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Jul 23, 2023
QUANDO I MIGRANTI ERAVAMO NOI.
L'IMMIGRAZIONE EUROPEA DEL PRIMO '900 ATTRAVERSO LE IMMAGINI DI LEWIS HINE

La fotografia sociale di Lewis Hine: migranti e lavoro. Image
➡️ Nel primo decennio del 1900, New York era diventata la meta di moltissimi immigrati, provenienti dall’Europa, in cerca di migliori condizioni di vita.
Il fenomeno aveva ormai raggiunto grandi dimensioni, suscitando sentimenti di intolleranza e malcontento negli autoctoni.➡️


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➡️ Hine credeva fermamente nell’educazione come strumento di trasformazione sociale, tuttavia, da sola, non era sufficiente ad analizzare e denunciare quanto stava accadendo.
Per Hine, la fotografia divenne un supporto alla sua attività di insegnante, con l’obiettivo di ➡️ Image
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