Non che importi a nessuno dei tweet di #Stramezzi, che ha bloccato tutti quelli che gli chiedevano risposte, ma ho analizzato con un esperto di informatica i profili che hanno commentato il post di #Bassetti che commentava la radiazione della #DeMari 1/4
Quando vi raccontano come si sostiene una narrazione di disinformazione, la presenza dei bot è fondamentale. Sembrano un miliardo, ma non sono reali: l'obiettivo è aumentare il consenso di quella decina di individui veri, profilati e poi utilizzati per campagne donatori 2/4
Il post ha 1380 commenti e 1353 retweet. Quanti sono i commenti veri? Solo 32, da 23 utenti di cui solo 5 a sostegno.
1348 sono di profili bot con faccine, commenti simili, e provengono solo da due PC, in Malesia e da uno smartphone, in Thailandia 3/4
Ovviamente quella non è la loro vera provenienza, grazie a una VpN si è mascherato l'IP che li gestiva. Uno dei PC produceva solo faccine, l'altro invece commenti di sdegno. Dallo smartphone invece provenivano minacce di karma e di "giustizia" per il medico ligure 4/4
Cosa vuol dire tutto ciò?
Che Stramezzi, ed altri come lui, si servono di qualcuno che aiuta la loro narrazione. Una società, che viene utilizzata anche per commenti negativi nei confronti di tutti quelli che possono causare danni a un certo tipo di business.
Cosa fare?
Per riconoscere e non farsi profilare, una buona idea è il blocco. Inutile interagire con intelligenze artificiali che si attivano con le nostre risposte indignate.
Ignorare è sempre una grande idea.
E la malafede è confermata.
Spoiler. Abbiamo trovato anche la sede di uno dei PC server che aveva delle falle nella sicurezza: è in zona viale Abbruzzi a Milano, dalle parti di via Panzacchi. Le altri sorgenti dei bot non credo siano molto lontane da la
Viale Abruzzi, ovviamente
Negli ultimi anni gli account automatizzati sono diventati più sofisticati e complessi. Molti account falsi sono gestiti in parte da esseri umani oltre che da macchine, oppure si limitano ad amplificare messaggi scritti da persone reali (definiti "account cyborg").
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La vicenda della cosiddetta #FamigliaNelBosco registra nuovi sviluppi rilevanti sul piano educativo dei minori.
Secondo quanto riferito dalla tutrice nominata dal #Tribunale per i Minorenni, i tre bambini attualmente collocati in una struttura protetta non sanno leggere.
La figlia maggiore, di circa otto anni, sa scrivere soltanto il proprio nome, mentre i due gemelli più piccoli stanno iniziando ora l’apprendimento dell’alfabeto. Questo dato assume particolare rilievo.
Il perché è piuttosto chiaro: ,prima dell’allontanamento, i genitori avevano dichiarato di seguire un percorso di istruzione parentale. L’ordinamento italiano consente l’#homeschooling, ma impone verifiche periodiche sulle competenze effettivamente acquisite dai minori
Sorrisi e foto per festeggiare la casa gratis: io, con dei figli ancora in casa famiglia avrei poco o nulla da festeggiare. La #FamigliaNelBosco è davvero una pessima storia che dovrebbe farci riflettere tutti sul potere estremo della commiserazione.
Il vero problema che questa foto rivela?
Non è la famiglia in sé, non è la bontà di Armando, non è l’aiuto (che può anche essere sincero).
È la narrazione.
È la trasformazione di un dramma reale in un racconto consolatorio,
che nella foto si traduce così:
disagio? dissolto
bambini? fuori campo
conflitto? dimenticato
media? compiacenti
racconto? perfetto
Questa immagine non dice “stiamo lottando per riunire una famiglia”.
Dice:
“Stiamo festeggiando una storia che funziona benissimo… anche se la realtà non funziona affatto.”
La campagna di diffamazione verso chi ha redatto il dispositivo sulla #famigliadelbosco, si arricchisce di un pezzo del #LaVerita che definire da "maestri" della disinformazione è dir poco. L'ho letto, e vi spiego tutto in un thread
Quando la cronaca diventa arma politica.
L’articolo pubblicato da La Verità sul questo caso non è solo un esempio di informazione distorta. È il sintomo di un problema più profondo: la trasformazione deliberata della cronaca giudiziaria in un campo di battaglia politica.
Il bersaglio scelto non è il provvedimento del Tribunale, non sono le relazioni degli assistenti sociali, non sono i documenti tecnici che descrivono la situazione reale dei minori.
Il bersaglio è la giudice.
Donna.
Professionista.
Figura istituzionale.
E' importante, in questo momento storico spiegare bene un fenomeno, per comprenderlo. Per valutarlo con oggettività.
La propaganda sulla #famigliadelbosco afferma che con i bambini #rom non vengono portati via alle famiglie E' vero? Guardiamo i dati. alanpaulpanassiti.blogspot.com/2025/11/bambin…
La pancia non fa bene a motivare le opinioni. Ma in una epoca in cui tutti esprimono una idea per dar fiato alla bocca, guidato da politici o da influencer mistificatori che vanno avanti a slogan, l'unica cosa che occorre è spiegare.
Quando si parla di minori rom o sinti allontanati dalle famiglie, la domanda ricorrente è sempre la stessa:
“Quanti sono? Perché nessuno pubblica le statistiche?”
Grazie di aver resistito fino alla fine. Ma le cose vanno raccontate Senza giudizio. Separare sempre i fatti dalle opinioni.
E sospendere il giudizio, mai come in questo caso, è fondamentale.
Ps. Questo passaggio fa assolutamente riflettere: questo genitori hanno chiesto 50.000 euro a minore per farli visitare
Una precisazione per la privacy: sono stato autorizzato a divulgare tutto da una fonte qualificata. Anche perché i nomi e i dati di tutti erano già a disposizione di tutti perché mostrati ed enunciati in diversi programmi TV. Che non si sono mai preoccupati della privacy
Si è tanto parlato della #famiglia nel #bosco. Ma qualcuno ha letto le carte?
Io l'ho fatto, almeno quelle diffuse. Senza giudizi preventivi ecco cosa ho capito e trovato.
Un thread
Ecco un’analisi oggettiva, senza valutazioni politiche o morali.
Intanto il contesto del provvedimento.
Il documento è un’ordinanza del Tribunale per i Minori dell’Aquila, riferita a tre minori appartenenti alla stessa famiglia.
Arriva dopo un percorso già iniziato mesi prima, con: