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Questo thread in 2 parti, che si collega ai precedenti ⬇️ riassume le infiltrazioni russe nel Veneto fascio- catto- leghista.
In questa prima parte parleremo dei burattinai russi.
Nella seconda parte che uscirà tra una settimana, ci occuperemo dei burattini italiani.
Terzo movimento, Veneto connection
Prima parte: burattinai russi
"Tosi è uno stronzo. Ha portato nella Lega un sacco di fascisti".
Parole e musica di Umberto Bossi datate ottobre 2011 ed accompagnate da un sontuoso dito medio ⬇️
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Eppure, nella sua eleganza non proprio oxfordiana, Bossi non aveva torto: Tosi infatti nel 2007 aveva accalappiato, nella lista civica che lo appoggiava alle elezioni a sindaco, i voti dell'estrema dx veronese, garantendosi una solida maggioranza a Palazzo Barbieri.⬇️
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Espediente elettorale o forse anche no, la semina di Tosi attecchì su solchi fertili, predisposti all'adunata. Predestinazione storica potremmo chiamarla, già dai tempi di Salò e dei sussulti neri dei '70-80 con le trame eversive di Ordine Nuovo ed il processo a Freda⬇️
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ed ai suoi sodali del Fronte Nazionale: elementi che avevamo guardacaso già incontrato nel 🧵sui rossobruni, dove citammo il laboratorio dell'Uomo Libero tra i referenti ideologici di quel Veneto Fronte Skinhead da cui Tosi fece poi pesca di voti e candidati.⬇️
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È l'eterno ritorno dell'eguale, il cerchio che si chiude su sé stesso ma che prima si allarga ad inglobare terre affini: come quelle dell'ultratradizionalismo cattolico, delle chiese preconciliari e delle associazioni integraliste pro-life,
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che nel Veneto bianco e nella nera Verona hanno sempre trovato facile approdo e risonanza politica. ⬇️
Paradigma palese di tale saldatura tra dx estrema ed attivismo religioso sono i tre giorni veronesi del XIII World Congress of Families (WCF)
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che dal 29 al 31 marzo 2019 ⬇️ videro la partecipazione di una nutrita componente leghista: a partire da Salvini e dal presidente regione Veneto Luca Zaia, per finire con l'allora ministro della famiglia ed attuale presidente della Camera Lorenzo Fontana,
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veronese, catto-tradizionalista e simpatetico con le tesi etico-misoneiste russe, non a caso invitato da Mosca come osservatore del "referendum" annessionistico in Crimea del 2014, di cui volle validarne la regolarità bulgara al 96,6% stigmatizzando invece le sanzioni. ⬇️
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Patrocinato da Ministero della Famiglia, regione Veneto e comune di Verona, l'evento WCF è stato il primo del suo genere ad avere ampia risonanza mediatica e si può dire abbia rappresentato la convergenza politica su scala internazionale di una larga parte
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dell'universo veterotradizionalista, pro-life, omofobo, fascistoiode ed ultraconservatore, compresa una specie di santa alleanza tra la dx religiosa USA e quella ortodossa reazionaria russa ⬇️.
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Nei fatti più che nelle idee (già da tempo elaborate), l'adunata di Verona è stata quindi il turning point espansivo del WCF, da gruppo attivista radicato nel proprio territorio a punto di aggregazione di sigle e gruppi ultratradizionalisti di tutto il mondo,
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accomunati per un lato da una ostilità fanatica verso le democrazie occidentali considerate decadenti e disvaloriali, e dall'altro lato dalla ricettività alle suggestioni autoritarie ed iperconservatrici propalate da Mosca.⬇️
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Si può pertanto affermare come il WCF di Verona, dopo le prove generali delle edizioni precedenti, abbia segnato il debutto di un fronte ideologico definibile come "internazionale tradizionalista", vale a dire un movimento coagulato attorno alla condivisione
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di quei precetti etici fondamentalisti elaborati nella Russia di Putin a partire dal 2007 e poi confluiti nel più ampio schema geopolitico del Russkyi Mir.⬇️
È quindi da tali presupposti che deriva la permeabilità del WCF (complice una certa penuria di fondi propri),
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ad una influenza russa lubrificata dai finanziamenti di oligarchi sanzionati post-Crimea: generosità interessata perché scambiava moneta con l'opportunità di accedere alla potente macchina evangelica americana e relative ricadute politiche, lobbystiche ed elettorali.⬇️
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Konstantin Malofeev⬇️ è il più noto dei due principali oligarchi-benefattori del WCF: titolare di un patrimonio di circa 2mld USD, ha il proprio core business nella società di private equity Marshall Capital Partners, con le sue attività asseritamente filantropiche
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affidate invece ad un apposito ente religioso ortodosso: la St.Basil Foundation ⬇️ che dal 2007 sovvenziona politici russi di orientamento reazionario e compare tra i partners ufficiali del WCF.
Vicepresidente della fondazione è il metropolita Tikhon, ⬇️⬇️
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confidente spirituale di Putin, nonché sostenitore della teoria antisemita del complotto ebraico rituale celato dietro la fucilazione dello zar Nicola II, resa oggetto di indagine da parte di una commissione del patriarcato ortodosso di Mosca da lui stesso presieduta.⬇️
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Le relazioni esterne della fondazione e quindi la funzione di raccordo e connessione finanziaria con enti e soggetti (compreso il WCF) sono invece affidate ad Alexey Komov, che in questo ambito opera di fatto come braccio destro e faccendiere di Malofeev ⬇️
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veicolandone gli interessi: come nel caso del WCF di cui Komov è membro del board nel ruolo di rappresentante della Russia.⬇️
Ricordiamo poi come Alexey Komov risulti assai apprezzato dalla platea leghista lombarda tanto da essere stato nominato presidente onorario
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della savoiniana Associazione Lombardia-Russia.
Malofeev è poi proprietario del canale televisivo Tsargrad TV per la cui realizzazione (2013) si era avvalso di Jack Hanick, ex-Fox News nonché membro (e qui il cerchio si chiude), del comitato pianificazione del WCF. ⬇️
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Tsargrad TV, che riflette in toto l'ideologia del proprio fondatore, ospita frequentemente Dugin e trasmette in forma di intrattenimento programmi religiosi ortodossi, xenofobici, omofobici, propagandistici e complottistici, allineati alla narrativa di Mosca,
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che trovano la loro base ideologica in quel think-tank Katehon, considerato il principale veicolo di disinformazione, propaganda ed ingerenza nelle società occidentali a disposizione di Malofeev. ⬇️
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Attraverso la sua costellazione di fondazioni ed enti benefici Malofeev ha potuto erogare, tra il 2013 ed il 2018 oltre 77mln USD ad una varietà di beneficiari occidentali tra cui il WCF, nonché a partiti e movimenti della destra estrema,⬇️
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senza ovviamente dimenticare i fondi e le risorse materiali investite nelle operazioni insurrezionali in Crimea e Donbas, dove in posizione apicale furono insediati Igor Girkin e Alexander Borodai, ambedue a libro-paga di Malofeev.⬇️
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Oltre a Malofeev un secondo oligarca alimenta il WCF: Vladimir Yakunin ex-KGB ⬇️, sodale di Putin dai tempi di San Pietroburgo e già padrone delle ferrovie russe.
Anche Yakunin, sanzionato nel post-Crimea, dispone di una costellazione di fondazioni, think-tank
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ed enti benefici religiosi tra cui la St. Andrew Foundation di Ginevra, attraverso i quali tra il 2013 ed il 2018 ha potuto erogare oltre 110mln USD ad una varietà di beneficiari occidentali compreso il WCF nonché partiti e movimenti della destra estrema ⬇️.
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In particolare, dalla fondazione St.Andrew sarebbero stati forniti i fondi per l'organizzazione del summit WCF del 10/9/2014 a Mosca, che nel post-Crimea vide la presenza di una delegazione della Onlus italiana antiabortista ed antigender Pro Vita e Famiglia ⬇️.
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Non solo oligarchi però. Nel 2012/2015 le connessioni finanziarie russe coi movimenti pro-life ed antigender sono passate, sia pure in misura minore, anche tramite la fondazione Terrae Novae di Luca Volonté deputato UDC poi condannato a 4 anni per corruzione nel 2021.⬇️
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Operativamente attiva a Saronno dal 2012, la fondazione risulta aver finanziato gruppi antiabortisti ed antigender sia italiani che non, invitati ai meeting del WCF. ⬇️
La particolarità di Novae Terrae, così come ricostruito dagli inquirenti, è avere funzionato
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da lavanderia per un provvista di 2,39mln USD proveniente da Azerbaijan attraverso società offshore, facente parte d'un flusso ben maggiore di 2,9mld USD alimentato da istituzioni locali azere e società russe collegate al regime di Putin.
I fondi ricevuti da Novae Terrae
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sarebbero stati quindi suddivisi e girati ai percettori finali, tra cui l'associazione DHI di Steve Bannon.⬇️
Dal 2014 Novae Terrae prese parte ai vari meeting del WCF compreso quello di Verona, assieme a Pro Vita di Toni Brandi e Generazione Famiglia di Jacopo Coghe.
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Dal 2015 entrò nel direttivo della fondazione il senatore leghista Simone Pillon, che a Verona sarà tra i relatori.
Complessivamente, nel 2009/2018, >186mln USD perlopiù provenienti dagli oligarchi, risultano affluiti verso i percettori politici occidentali
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come parte della strategia russa di colonizzazione ideologica ⬇️, secondo un andamento che pare geopoliticamente calcolato: infatti un primo picco corrispondente ad oltre 50mln USD si ha nel 2014, ovvero nell'anno della Crimea, seguito da una rapida discesa
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fino ad un minimo di 20mln nel 2017. Poi nuovamente in risalita nel 2018 (25mln): in attesa dei dati aggiornati è plausibile che il secondo rialzo sia proseguito negli anni successivi fino a raggiungere un nuovo massimo nel 2022/2023, con l'invasione dell'Ucraina.⬇️
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Oltre agli oligarchi, tessitori nelle
retrovie, la presenza russa al WCF di Verona comprendeva altre due componenti.
In primo luogo vi era la chiesa ortodossa rappresentata dall'arciprete, ora defunto Dmitrij Smirnov ⬇️, allora presidente della commissione
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patriarcale famiglie russe, vale a dire un pensatoio religioso preposto a consigliare la politica russa sui temi etici, morali e familistici. Smirnov, il cui curriculum ideologico era tutto un programma ⬇️ e che definiva le donne conviventi "prostitute non pagate",
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è stato tra gli applauditi relatori del convegno di Verona.
Da notare come a segretario della commissione patriarcale ritroviamo il solito Alexey Komov.
In secondo luogo vi era la politica istituzionale russa, attraverso la vice-presidente della Duma Olga Yepifanova
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ovvero il volto (forse) presentabile della commissione Duma su famiglia, donna e bambino, dominata dalla potente Yelena Mizulina ⬇️, autrice delle più controverse leggi omofobiche e misogine approvate dalla Duma, compresa la depenalizzazione delle violenze domestiche.
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È dunque con un simile parterre ed in un contesto di pesante inquinamento politico, ideologico-religioso e finanziario che il 29 marzo 2019 si aprì a Verona il congresso internazionale delle famiglie,
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entusiasticamente partecipato da membri del governo, delle istituzioni e della società (asseritamente) civile italiana ⬇️.
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Dice:
"Ma se la Russia ha intenzione di invadere l'Europa, perché non lo fa subito invece di dare il tempo all'Europa di riarmarsi?"
È questo il nuovo mantra di putinisti e pacifinti che sentiamo ripetere in questi giorni su tutti i
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canali web, come obiezione al #ReArmEurope : obiezione subdola che nasconde in realtà una strategia di disinfoprop elaborata da Mosca e veicolata dagli amplificatori mediatici del Cremlino
L'obiezione parte da un doppio assunto di base per tentare di dimostrare
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la presunta fallacia della "narrativa allarmistica russofobica" e cioè:
1) che l'esercito ruSSo non sia riuscito in 3 anni a prendere l'Ucraina e che pertanto è impossibile che riesca a conquistare l'Europa
2) che anche ammesso fosse vero, la ruSSia non darebbe
Baltici, polacchi, scandinavi. Hanno il terrore di Mosca. Ne avvertono la minaccia
Chiedetevi perché.
Perché loro li conoscono.
Li hanno subiti, li hanno combattuti, li hanno visti all'opera sul loro stesso territorio
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Hanno pagato col sangue le porcate di Mosca.
Sanno di cosa sono capaci.
Quindi si attrezzano, come è giusto che sia. Si riarmano, si integrano.
Non hanno problemi a chiamare NEMICA la ruSSia.
E siccome loro li conoscono per esperienza, da loro dovremmo imparare.
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Dovremmo imitarli, se non altro per buon senso.
E invece no: noi preferiamo farci le seghe davanti allo specchio deformante per vedercelo più grosso, troppo orgogliosi per prendere esempio, troppo ignoranti per capire di esserlo.
È un insieme di cause.
Putin si era illuso di poter replicare lo scenario Crimea-Donbas, con una variante: l'utilizzo palese di un esercito di invasione al posto degli anonimi "omini verdi" (Crimea") e delle milizie irregolari (Donbas).
Era convito cioè di chiudere la
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partita senza impegnativi combattimenti, in quanto buona parte del lavoro sporco era stato fatto nelle settimane e mesi prima dell'invasione (corruzione, infiltrazione, soffiate sui campi minato, resa dei comandi ucraini, occupazione dei municipi cittadini da parte di
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quinte colonne e collaborazionisti, formazione di un governo-ombra ucraino che doveva prendere il potere una volta eliminato Zelensky ed il suo inner circle ecc).
I servizi FSB in primis avevano garantito a Putin che tutto era pronto e che si sarebbe messo in moto con
C) Elezioni amministrative Donbas
Esattamente un anno dopo la farsa referendaria russa nei territori ucraini occupati, furono organizzate delle cosiddette elezioni amministrative limitate alle due entità separatiste di Donetsk e Lugansk.
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In questo caso la Camera Pubblica della federazione russa volle limitare a 33 gli osservatori embedded, tre dei quali italiani che andiamo ora a conoscere.
Le fonti da cui sono stati estrapolati i nomi sono le segg.: EPDE ➡️1, Ukrinform ➡️2; altri media italiani e russi.