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Quarto movimento, Veneto connection.
Seconda parte: burattini italiani
Questo thread segue quelli precedenti e completa in particolare la Veneto Connection parte 1⬇️, soffermandosi sulla rete di connivenze locali con i burattinai di Mosca.
Chi g'a paura del diaolo no fà schei: possiamo partire da questo proverbio veronese, tagliato su misura alla città,⬇️ per cercare di inquadrare alcuni personaggi che a Verona come altrove ma forse più che altrove, ordirono una pesante trama di relazioni torbide e a volte
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occulte, con centri e poteri della Russia putiniana, convinti di ricavarne prebende ed agganci da spendere come referenze nel più becero politicantato de' noantri.⬇️
Si tratta basicamente di una rete di associazioni, movimenti e soggetti correlati tra loro, che hanno
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nell'attuale Presidente della Camera (e fino al giugno 2018 vicesindaco di Verona) Lorenzo Fontana il loro punto di raccordo con istituzioni, Lega e burattinai della Santa Russia.⬇️
Tra questi ultimi spicca la figura ubiqua di Alexey Komov, faccendiere di Malofeev,
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presente sull'agenda di Fontana almeno dal 15/2/14, ossia da un incontro a Rovereto patrocinato da WFC e consolato russo di Bolzano ⬇️ ed organizzato dalla onlus Pro Vita & Famiglia: associazione antiabortista di Toni Brandi che vede nella Russia un "baluardo di valori"
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ed ha con essa un legame ideologico piuttosto profondo, compresa la convinzione di poter "curare i gay", come recentemente disposto dal Ministero della salute russo.⬇️
Comunione di intenti, dunque, che in tempo di sanzioni post-Crimea vide Pro Vita partecipare al
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meeting WFC di Mosca 2014 e che produrrà nel gennaio 2015 un ciclo di conferenze in Veneto titolato Famiglia, Tradizione, Identità: parole in sintonia con gli slogan del Cremlino, che avranno nel relatore Komov l'adeguato corifeo ⬇️.
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Del tutto analogo l'incontro del 7 novembre 2014 a Varese, anch'esso presenziato da Komov ma organizzato in sinergia con l'associazione Lombardia-Russia di Savoini.⬇️
Non solo Russia però, nel bigotto mondo di Pro Vita. Il suo presidente Antonio Brandi condivide infatti
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le posizioni tradizionaliste di Fontana, nonché un'amicizia "storica" con il leader di Forza Nuova Roberto Fiore: rapporto che non pare occasionale bensì ricorrente.⬇️
Connessioni tra Pro Vita e il clan Fiore passano infatti anche attraverso Alessandro, figlio di Roberto
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che dopo esserne stato portavoce, adesso assisterebbe la onlus nel ruolo avvocato.
Vi sono poi Carmen e Beatriz Fiore, sorelle di Alessandro e titolari di quella Rapida Vis Srl che nei suoi anni iniziali (2012/13) distribuiva il bollettino Notizie Pro Vita ⬇️.
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La Rapida Vis, ora inattiva, aveva sede nello stesso stabile romano di Forza Nuova ed era stata costituita nel 2010 da Beniamino Iannace (già candidato di FN alle Europee 2009 e consociato con Roberto Fiore in una Ltd cipriota) il quale, dopo aver ceduto le proprie quote
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alle due figlie di Fiore nell'aprile 2012, acquisirà ruolo di socio nella MP Scarl: società cooperativa che da fine 2012 sarà editrice di Notizie Pro Vita. ⬇️
Come consocio di Iannace e caporedattore del bollettino almeno fino al tardo 2015, ritroviamo Alessandro Fiore,
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coadiuvato da Toni Brandi nello staff di redazione. ⬇️
Dopodiché nel 2013, lo stesso Brandi acquisirà da Iannace Notizie Pro Vita facendone l'organo ufficiale della neocostituita Onlus Pro-Vita.
Toni Brandi e Roberto Fiore compaiono poi, assieme al solito Alexey Komov,
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in una scena del documentario omofobico russo Sodom del 2014, in cui vengono esaltati i valori della famiglia tradizionale cristiana: prendendo ad esempio quella di Fiore, il cui desco apparecchiato viene benedetto da un assorto ed ispirato Toni Brandi.⬇️
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Diretto dal giornalista sanzionato Arkady Mamontov e sostenuto da Komov con a fianco Brandi e Carlo Di Pietro di Radio Spada,⬇️ Sodom sostiene la tesi "sanitaria" dell'omosessualità equiparandola alla pedofilia e bollandole ambedue come "invenzioni e vizi occidentali".⬇️
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Altro trait-d'union con la Russia è Antonio Fallico console onorario russo a Verona decorato da Putin e presidente di Banca Intesa a Mosca, ⬇️ nonché direttore di Conoscere Eurasia, associazione creata nel 2007 nell'ambito dello stesso consolato allo scopo di organizzare
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incontri tra imprenditori italiani e russi ai vari forum economici, recentemente divenuta oggetto d'interrogazione parlamentare al Senato.⬇️
Vicepresidente di Conoscere Eurasia è Sergey Sudarikov che ebbe ruolo di primo piano nell'opaco ingresso di Rosneft in Pirelli.⬇️
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Le attività di Conoscere Eurasia includono l'organizzazione del Forum Economico Eurasiatico di Verona che nel 2022 si tenne a Baku per fare partecipare gli uomini di Putin aggirando le sanzioni. Tra questi Igor Sechin, ex KGB presidente di Rosneft e amico di Fallico.⬇️
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Conoscere Eurasia dunque, sodalizio di tangibili interessi, ben piazzata ai piani alti del Cremlino. Cosa che spiega il dogmatico supporto di Fallico alla politica di Putin,⬇️ comprese accuse all'Occidente e alla NATO, reiterate a febbraio 22 alla vigilia dell'invasione
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durante un giro di seminari tra Mosca, Milano e Genova; tra le altre spicca una imbarazzante dichiarazione rilasciata il 15/2 ovvero nove giorni prima dell'attacco, con cui Fallico "escludeva categoricamente l'ipotesi che Putin volesse attaccare l'Ucraina" ⬇️.
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Insomma, più che un'opera di diplomazia economica quella di Fallico pare una piatta e acritica condiscendenza verso Mosca da parte di un "nostalgico comunista rimpiangitore dei valori sovietici" (Sic!), come lui stesso ebbe a definirsi in una intervista a Italia Oggi.⬇️
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Anche a Verona come in Lombardia non poteva mancare una Associazione Veneto-Russia (AVR),⬇️ agganciata nei palazzi grazie all'appoggio del solito Lorenzo Fontana nonché di quello offerto dal deputato leghista Vito Comencini sposato a Natalia Dandarova di S.Pietroburgo.⬇️
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Platealmente russofilo Comencini fa parte della nutrita claque leghisto-veneta di Putin ⬇️ ed ha spesso condiviso in consiglio comunale a Verona le posizioni del consigliere Andrea Bacciga, considerato vicino a Fortezza Europa, gruppo neofascista nato nel 2017 da una
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scissione di Forza Nuova e confluito nel bacino elettorale del sindaco entrante Federico Sboarina
Scopo formale dell'AVR è il "rafforzamento dei legami di amicizia tra popolo russo e quello italiano", che vuol dire soprattutto servilismo filoputin.⬇️
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Ne fanno parte l'indipendentista veneto Palmarino Zoccatelli nel ruolo di presidente,⬇️ Gualtiero Mazzi ex-presidente del Corecom veneto in quello di segretario, Luciano Sandonà come presidente onorario e consigliere regionale ammogliato a Svetlana Kuryatnikova⬇️,
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nonché Stefano Valdegamberi delegato ai rapporti con la 🇷🇺 e consigliere regionale.
Tutti in quota Lega o Lista Zaia, ma capaci di fughe in avanti: come quella di Zoccatelli, filorusso al punto da dare del "rinnegato" a Salvini. ⬇️
Gente di curriculum, per così dire.
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Come quello dello stesso Zoccatelli già presidente del gruppo integralista cattolico veronese Famiglia e civiltà, protagonista fin dal 1995 di una lunga querelle ideologico-giudiziaria con il circolo LGBT Pink di Verona, passata attraverso messe "riparatrici",
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veglie di preghiera e condanne per omofobia passate in giudicato. ⬇️
Non solo ideologia ovviamente, ma anche affari, che pur ci tocca di mangiare e di parole non si campa: da qui l'investimento di Zoccatelli con Eliseo Bertolasi
in una impresa della Calmucchia russa,
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la Agrovenetsiya, ora apparentemente inattiva.⬇️
Figura interessante quella di Bertolasi: ex-folgorino, asserito ricercatore di antropologia alla Bicocca, collaboratore del media propagandistico russo Sputnik Italia, corrispondente dal Donbas, membro di Veneto-Russia
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e frequentatore del think-tank IsAG, Istituto Alti studi Geopolitici fondato nel 2010 e presieduto fino al 2017 da Tiberio Graziani, figlio di Clemente fondatore di Ordine Nuovo.⬇️
Molti ruoli dunque, quelli di Bertolasi, ma tutti funzionali a quello di plauditore
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delle veline del Cremlino nonché cantore della regolarità dei "referendum" Donbas 2022, cui fece da corrispondente embedded ai soldati russi⬇️.
Liaisons dangereuses. Come quella che porta dal Veneto al Donbas e segnatamente alla csd repubblica secessionista di Donetsk,
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che dispone d'una rappresentanza a Verona aperta l'8/2/19 gestita dallo stesso Zoccatelli⬇️ peraltro già pratico di quelle plaghe dove a novembre 2015, su invito dei separatisti, aveva accompagnato Comencini, Bertolasi ed il vp della provincia di Verona Gualtiero Mazzi.
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Liaisons dangereuses, come quelle che dal 2016 hanno portato Valdegamberi in Crimea nonostante le sanzioni.⬇️
Presente in consiglio regionale veneto dal 2005 Valdegamberi si era fatto notare il 18/5/16 per avere presentato e fatto approvare una mozione di riconoscimento
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dell'annessione della Crimea, evidentemente considerata terra di opportunità da sfruttare economicamente.⬇️
Da qui, il 14/10/16 il suo ruolo di referente per una delegazione imprenditoriale veneta in "missione d'affari" nella Crimea sotto sanzioni,
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ma anche di partecipante alle edizioni del Forum Economico di Yalta, con lo spericolato intento di sviluppare business in una zona in cui sarebbe proibito investire: da cui la sconcertante chiosa di Valdegamberi "purtroppo ci tocca ricorrere ai raggiri". ⬇️
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Dunque bissinìss a ogni costo anche dove non si potrebbe, strettamente correlato ad attività di natura più ideologica anche quando non si dovrebbe:⬇️
Valdegamberi infatti è un esempio di pasdaran filorusso contrario alle sanzioni, ostile alla NATO e piattamente allineato
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al pdv del Cremlino, al punto da aver provato ad opporsi, assieme a Sandonà, al ritiro del riconoscimento Crimea, poi tardivamente avvenuto in consiglio regionale il 29/3/22, un mese dopo l'invasione dell'Ucraina.⬇️
Una fedeltà verso Mosca che lo ha visto organizzare,
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assieme ai sodali di Veneto-Russia, delle malinconiche manifestazioni anti-NATO e filorusse: come quella
raccogliticcia del 4/2/23 ⬇️ che vide l'intervento di Bertolasi e della Forzanovista Gloria Callarelli portavoce dell'Associazione ultracattolica e No-Vax Vicit Leo,
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a sua volta in rapporti con Roberto Fiore.⬇️
A dare sostegno alla manifestazione il gruppo No-Vax Verona per la libertà nonché gli attivisti dell'associazione Vento dell'Est.
Dei primi basti ricordare un post su fb del 28/3/22
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diretto all'ambasciata russa in Italia con cui veniva invocato Putin affinchè intervenisse anche in Italia "per il ripristino della democrazia".⬇️
Della seconda, costituita a Lucca nel novembre 2022 è sufficiente citarne il presidente Lorenzo Berti,
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leghista transfuga di Casa Pound, salito alle cronache nel 2021 per un post su Instagram con cui definiva il 25 aprile come "giornata di lutto nazionale".⬇️
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Saldature ed intrecci, identità e tradizione, leghismo cialtrone e clericofascismo bigotto, bissinìss un po' straccione e raggiri da magliaro: perché sui soldi non si sputa, nemmanco se son rubli, che i schei fa schei e miseria fa miseria. ⬇️
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La Verona assai per bene, elegante e bacchettona, borghese e censoria. Dove ancora nel 2016 un futuro Presidente della Camera arrivava a definire la Russia di Putin un "modello da seguire".⬇️
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Errata corrige
Mi sono accorto di avere fatto un po' di casino con la numerazione dei tweet.🙄😅
Chiedo venia.
L'ordine di lettura è comunque quello postato 🙏🙏
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Dice:
"Ma se la Russia ha intenzione di invadere l'Europa, perché non lo fa subito invece di dare il tempo all'Europa di riarmarsi?"
È questo il nuovo mantra di putinisti e pacifinti che sentiamo ripetere in questi giorni su tutti i
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canali web, come obiezione al #ReArmEurope : obiezione subdola che nasconde in realtà una strategia di disinfoprop elaborata da Mosca e veicolata dagli amplificatori mediatici del Cremlino
L'obiezione parte da un doppio assunto di base per tentare di dimostrare
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la presunta fallacia della "narrativa allarmistica russofobica" e cioè:
1) che l'esercito ruSSo non sia riuscito in 3 anni a prendere l'Ucraina e che pertanto è impossibile che riesca a conquistare l'Europa
2) che anche ammesso fosse vero, la ruSSia non darebbe
Baltici, polacchi, scandinavi. Hanno il terrore di Mosca. Ne avvertono la minaccia
Chiedetevi perché.
Perché loro li conoscono.
Li hanno subiti, li hanno combattuti, li hanno visti all'opera sul loro stesso territorio
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Hanno pagato col sangue le porcate di Mosca.
Sanno di cosa sono capaci.
Quindi si attrezzano, come è giusto che sia. Si riarmano, si integrano.
Non hanno problemi a chiamare NEMICA la ruSSia.
E siccome loro li conoscono per esperienza, da loro dovremmo imparare.
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Dovremmo imitarli, se non altro per buon senso.
E invece no: noi preferiamo farci le seghe davanti allo specchio deformante per vedercelo più grosso, troppo orgogliosi per prendere esempio, troppo ignoranti per capire di esserlo.
È un insieme di cause.
Putin si era illuso di poter replicare lo scenario Crimea-Donbas, con una variante: l'utilizzo palese di un esercito di invasione al posto degli anonimi "omini verdi" (Crimea") e delle milizie irregolari (Donbas).
Era convito cioè di chiudere la
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partita senza impegnativi combattimenti, in quanto buona parte del lavoro sporco era stato fatto nelle settimane e mesi prima dell'invasione (corruzione, infiltrazione, soffiate sui campi minato, resa dei comandi ucraini, occupazione dei municipi cittadini da parte di
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quinte colonne e collaborazionisti, formazione di un governo-ombra ucraino che doveva prendere il potere una volta eliminato Zelensky ed il suo inner circle ecc).
I servizi FSB in primis avevano garantito a Putin che tutto era pronto e che si sarebbe messo in moto con
C) Elezioni amministrative Donbas
Esattamente un anno dopo la farsa referendaria russa nei territori ucraini occupati, furono organizzate delle cosiddette elezioni amministrative limitate alle due entità separatiste di Donetsk e Lugansk.
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In questo caso la Camera Pubblica della federazione russa volle limitare a 33 gli osservatori embedded, tre dei quali italiani che andiamo ora a conoscere.
Le fonti da cui sono stati estrapolati i nomi sono le segg.: EPDE ➡️1, Ukrinform ➡️2; altri media italiani e russi.