Thread by @loretecle

«A foras le pale» si legge di fronte all'aeroporto di Alghero. «A foras» è un’espressione in lingua sarda traducibile come «via», mentre le pale sono eoliche. Oggi un luuungo thread per capire come mai in Sardegna si lotta contro l'arrivo delle rinnovabili!🧵 1/25

Luigi Pisci è un’attivista di Isili, 3000 abitanti nel centro-sud della Sardegna. «La nostra prima ragione di contrarietà ha a che fare col paesaggio. La Sardegna non è adatta a ospitare impianti così grandi e così numerosi» dice. 2/25

«Poi c’è una questione di modello di sviluppo. La Sardegna si riempirà di mega impianti, e l’energia verrà esportata verso le industrie del Nord Italia. Non ci guadagneremo nemmeno in bolletta: col prezzo unico nazionale pagheremo l’energia come gli altri». 3/25

Terna dà notizia di oltre 800 richieste di allaccio nell’isola per nuovi progetti fotovoltaici ed eolici. Se venissero tutte accolte, si arriverebbe a produrre quasi dodici volte il fabbisogno elettrico regionale – al netto però dell’elettrificazione. 4/25

Secondo la Confederazione Nazionale dell’Artigianato, in Italia circa la metà delle proposte diventa davvero un impianto, con un iter che richiede in media sette anni. 5/25

Quindi i comitati sono contrati alla transizione energetica verso fonti pulite? Tutti gli attivisti giurano che no, non è così. Vogliono una transizione diversa. Ma su come debba apparire, le idee sono varie. 6/25

Maurizio Onnis è sindaco di Villanovaforru, un comune di 700 abitanti nella provincia del sud Sardegna. Già da prima delle sollevazioni anti-eolico si era fatto notare per l’apertura nel suo paese di una delle poche comunità energetiche presenti nell’isola. 7/25

«Non dovrebbe essere il singolo comune a negoziare con la multinazionale. La Regione dovrebbe dare il permesso all’azienda proponente in base alle esigenze dei territori, e decidere quanto deve rimanere alla comunità in termini di energia e profitti» spiega. 8/25

La lotta contro l'eolico (alcuni preferiscono chiamarla lotta contro il colonialismo energetico, altri contro la speculazione) unisce sardi di destra e di sinistra, ma lacera l'ecologismo. 9/25

Da un lato i comitati hanno trovato una potente sponda mediatica nell'Unione Sarda, il principale quotidiano dell'isola. La figura chiave è quella di Mauro Pili: già presidente di Regione, poi deputato nelle fila di Forza Italia e ora caporedattore del giornale. 10/25

I suoi appassionati editoriali contro «l’invasione dei signori del sole e del vento» e a favore dell’arrivo del metano, per Pili la vera opzione energetica da perseguire, hanno un enorme impatto sul dibattito pubblico. 11/25

Dall’altro lato, l’ecologismo storico - Legambiente, Greenpeace, WWF – ha deciso di tirarsi fuori dalla protesta. «Anche noi siamo critici su alcuni progetti. Ma contestiamo la narrazione che viene fatta». 12/25

«Le richieste di allaccio – quelle famose 800 pratiche – non corrispondono a impianti davvero in realizzazione» spiega Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna. 13/25

«Non possiamo gridare alla devastazione a partire da numeri non credibili. Lo Stato ha previsto per la Sardegna 6.2GW di nuova potenza rinnovabile al 2030. Bene, se anche facessimo 10GW sarebbe sufficiente appena l’1% del territorio sardo». 14/25

La contesta inizia sui fatti. I social pullulano di post in cui si dice che l'isola ha già tutta l'energia che gli serve, anzi è già net-0. Le pale eoliche per alcuni uccidono gli uccelli, per altri i tonni, per altri addirittura le persone. Ma cosa è vero e cosa è falso? 15/25

Gianluca Ruggieri è ingegnere energetico all’Università dell’Insubria e tra i fondatori di èNostra, la cooperativa che ha fornito supporto tecnico alla comunità energetica di Villanovaforru voluta dal sindaco Onnis. 16/25

«Nessuno studio sostiene sia possibile fare la transizione senza aggiungere nuovo eolico. È bene mettere i pannelli su tutti i tetti in cui è possibile farlo. Ma dobbiamo essere chiari: anche così non potremo rinunciare al fotovoltaico a terra» dice. 17/25

«Si calcola che l’impatto sugli uccelli sia complessivamente pari allo 0,01% della mortalità indotta dalll'uomo. Gli impatti dell’eolico offshore sulla vita marina sono ancora sotto studio. Ma nessun cetaceo sembra essere mai morto o spiaggiato a causa di impianti in mare». 18/25

«Per quanto riguarda la salute umana, beh, basta dire che nonostante se ne parli da vent’anni non esiste nessuno studio scientifico che dimostri il pericolo per le persone». 19/25

Francesca Andreolli è senior researcher presso il think-tank ECCO e tra le autrici di uno studio commissionato dal WWF nel 2019 sulla decarbonizzazione del sistema elettrico sardo. «Nel nostro lavoro evidenziamo come l’arrivo del metano sia anacronistico» spiega. 20/25

Lei pone l'accento sull'elefante nella stanza della politica energetica sarda: il metano. Le infrastrutture per portare il gas fossile nell'isola procedono nell'assenso di tutti. Le mobilitazioni contro il fossile sono morte, schiacciate dal tema eolico. 21/25

«Entro il 2030 è possibile abbandonare il carbone senza ricorrere al gas installando i 6.2GW di rinnovabili previsti dai piani del governo. Al 2050 bisognerà arrivare a 10GW di eolico, in-shore e off-shore, e 7GW di fotovoltaico» dice Andreolli. 22/25

Lo studio di Andreolli e dei suoi colleghi prevede anche che venga costruito un cavo sottomarino che scambi energia tra Sardegna e Sicilia, il Tyrrenian Link. Si tratta di un progetto che trova l’opposizione dei comitati. «È fondamentale nei nostri scenari» spiega lei. 23/25

L’isola ha emissioni pro-capite più alte della media nazionale. Il 75% della corrente è ancora prodotta coi combustibili fossili. Il 40% circa viene esportata verso la penisola. Il governo ha prolungato di qualche anno la vita anche del carbone. 24/25

C'è molto altro da dire - ad esempio la posizione del governo regionale, la moratoria sulle rinnovabili impugnata da Palazzo Chigi, il tema sentitissimo dell'altezza delle torri. Raccontiamo tutto in questo lungo reportage estivo per @fanpage. 25/25fanpage.it/attualita/perc…