Baltici, polacchi, scandinavi. Hanno il terrore di Mosca. Ne avvertono la minaccia
Chiedetevi perché.
Perché loro li conoscono.
Li hanno subiti, li hanno combattuti, li hanno visti all'opera sul loro stesso territorio
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Hanno pagato col sangue le porcate di Mosca.
Sanno di cosa sono capaci.
Quindi si attrezzano, come è giusto che sia. Si riarmano, si integrano.
Non hanno problemi a chiamare NEMICA la ruSSia.
E siccome loro li conoscono per esperienza, da loro dovremmo imparare.
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Dovremmo imitarli, se non altro per buon senso.
E invece no: noi preferiamo farci le seghe davanti allo specchio deformante per vedercelo più grosso, troppo orgogliosi per prendere esempio, troppo ignoranti per capire di esserlo.
Perché sia mai definire NEMICA la ruSSia.
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Ci portavano i soldini in Adriatico i ruSSi, oltre a zoccolame da sbarco per i gonzi di turno.
Compravano i nostri vini del cazzo i ruSSi. I nostri formaggi pregiati. I nostri mobili così fighi, delle fabbrichette del trevigiano in quota Lega e degli artigiani del barese
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in quota mafia.
E col sorriso untuoso di quelli che ti stanno per fottere, ci vendevano (mica regalavano) il loro merdoso gas siberiano, con cui per anni si sono tenuti in mano le nostre palle.
E noialtri italidioti, poveri stronzi provinciali con l'ombelico come
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obiettivo ed il culo al posto del cervello; noi che pensando di essere i più furbi, ci siamo venduti ai ruSSi come puttane per un pugno di monete.
Noi le zoccole dei giri di valzer, che siamo alleati ma non più di tanto, che siamo contro ma in fondo anche con; che siamo
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nemici ma fino ad un certo punto.
Noi furbetti del quartierino, convessi con i concavi e concavi con i convessi, come Silvio insegnava: quell'arcitaliano che mezza Italia detestava ma solo perché vedeva in lui il proprio specchio riflesso.
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Noi mercanti di tappeti, che tiriamo a fottere l'ingenuo, ma sempre tenendo il piede in due scarpe e le chiappe a disposizione a quelli furbi e forti che ci offrono di più.
Noi magliari da bancarella, fascisti per convenienza, antifascisti per moda. In nessun caso per
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convinzione, molto spesso a giorni alterni.
Noi qualunquisti del fottesega, di inossidabili principi da applicare solo agli altri, dogmatici ma anche relativisti perché tutto si tiene e tutto fa brodo e del porco non si butta via nulla. Fascisti che commemorano a
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Predappio, con la camicia nera sotto il doppiopetto grigio, sentori di dopobarba da discount e nostalgie di ricino da ingoio, ministeriali in pubblico ed alalà in privato.
Comunisti duri e puri, spacciatori di valori etici a coprire i troppi scheletri nascosti negli
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armadi ed in fosse anonime della bassa emiliana, per decenni a pasturare nella greppia del Cremlino, fondi neri e gladio rosse.
Cattolici da sacrestia con la Messa di domenica mattina e la troia d'ordinanza dopo pranzo il pomeriggio, con la scusa del baretto e degli
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amici del bianchetto.
Leghisti di bassa lega, ignoranti come paracarri ma sempre meno che cialtroni, prostitute del Cremlino tra t-shirt da Piazza Rissa e salamelle da Pontida.
Sovranisti patriottardi dell'italietta da operetta, opliti feroci delle proprie libertà
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ma sticazzi di quelle altrui, pensatori indipendenti ma servi contenti del padrone di Mosca.
Cinque stelle grancazzari, signori del vaffanculo, masanielli da cabaret, a volte con ma quasi sempre contro, né destra né sinistra, né movimento né partito, né opposizione né
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governo, né carne né pesce. Praticamente un cazzo vuoto.
È un insieme di cause.
Putin si era illuso di poter replicare lo scenario Crimea-Donbas, con una variante: l'utilizzo palese di un esercito di invasione al posto degli anonimi "omini verdi" (Crimea") e delle milizie irregolari (Donbas).
Era convito cioè di chiudere la
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partita senza impegnativi combattimenti, in quanto buona parte del lavoro sporco era stato fatto nelle settimane e mesi prima dell'invasione (corruzione, infiltrazione, soffiate sui campi minato, resa dei comandi ucraini, occupazione dei municipi cittadini da parte di
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quinte colonne e collaborazionisti, formazione di un governo-ombra ucraino che doveva prendere il potere una volta eliminato Zelensky ed il suo inner circle ecc).
I servizi FSB in primis avevano garantito a Putin che tutto era pronto e che si sarebbe messo in moto con
C) Elezioni amministrative Donbas
Esattamente un anno dopo la farsa referendaria russa nei territori ucraini occupati, furono organizzate delle cosiddette elezioni amministrative limitate alle due entità separatiste di Donetsk e Lugansk.
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In questo caso la Camera Pubblica della federazione russa volle limitare a 33 gli osservatori embedded, tre dei quali italiani che andiamo ora a conoscere.
Le fonti da cui sono stati estrapolati i nomi sono le segg.: EPDE ➡️1, Ukrinform ➡️2; altri media italiani e russi.
Diamo uno sguardo al suo profilo LinkedIn.⬇️ ➡️1
Scopriamo che dal 07/2010 svolge il ruolo di mediatore (culturale?) presso ICT-La Sapienza di Roma.
Fino a qualche tempo fa la sig.ra aveva un account fb, citato dal sito ucraino Myrotvorets,
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che attualmente risulta cancellato➡️2
Ha anche un profilo sul social russo VKontakte, dove conferma la sua connessione con La Sapienza e da dove sparge bordate di propaganda russa⬇️ ➡️3
Diamo ora un'occhiata a cosa è ICT-La Sapienza.
Secondo quanto dichiarato dalla loro
8) Giannantonio Micalessin ⬇️
Giornalista professionista iscritto all'albo.
Originario di Trieste e membro del Fronte della Gioventù, nel 1983 fa parte del gruppo fondativo della Albatross Press, agenzia di stampa specializzata in fotoreportage dalle zone di guerra.
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Molto noti, nell'ambiente, i nomi di Almerigo Grilz (poi caduto in Mozambico) e di Fausto Biloslavo, autori di importanti reportage professionali pubblicati sulle riviste del settore tra cui RID.⬇️
Micalessin è il terzo del gruppo con focus su Jugoslavia, Medio Oriente,
Certificando la farsa. Gli osservatori italiani in Russia e Donbas 2021-2023
Parte 2
Questa è la seconda parte, interamente centrata sugli osservatori ai csd "referendum" nei territori ucraini occupati.
Il thread si concluderà con la Parte 3.
B) "Referendum" nel Donbas
Secondo quanto dichiarato da Vito Grittani al quotidiano Domani, il monitoraggio "referendum" in Donbas gli fu richiesto dai separatisti di Donetsk e Lugansk ed il trasferimento avvenuto su un volo militare russo da Mosca atterrato a Rostov.➡️1
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Dei 15 elementi convocati, alcuni facevano parte della lista Grittani, mentre gli altri sarebbero giunti autonomamente.
Nell'elenco non è compreso Maurizio Marrone ⬇️ consigliere regionale di FdI in Piemonte, che inizialmente convocato, avrebbe rinunciato all'ultimo.➡️2