Nel 1975, mentre il mondo si inchinava al dominio incontrastato di Jaws, il blockbuster di Steven Spielberg che terrorizzava i cinema americani, l’Italia viveva un fenomeno cinematografico completamente diverso.
Nelle sale italiane, a dettare legge non era il grande squalo 1/8
marino, ma un gruppo di amici alle prese con scherzi irriverenti e una parola destinata a diventare leggenda: la “supercazzola prematurata”.
Il film in questione era Amici miei, diretto da Mario Monicelli.
Nonostante la modestia dei mezzi rispetto ai kolossal americani, il 2/8
film conquistò il pubblico italiano con una comicità brillante e surreale, capace di trasformare il linguaggio quotidiano in una forma di satira irresistibile. Le sale italiane si riempirono per vedere le gesta dei quattro protagonisti, e il successo fu così travolgente da 3/8
sorprendere persino Hollywood. Secondo fonti d’epoca, Spielberg stesso si incuriosì, tanto da considerare l’acquisto dei diritti per un remake americano. Ma il progetto naufragò rapidamente. Il problema? La celebre “supercazzola prematurata”, frase enigmatica e intraducibile 4/8
elemento centrale della comicità del film.
L’interprete incaricato di spiegare al regista il concetto non riuscì a rendere giustizia al suo spirito surreale, e Spielberg, forse frustrato dalla complessità linguistica, decise di abbandonare l’idea. L'episodio è oggi ricordato 5/8
come un curioso incrocio tra il cinema italiano e quello americano: un momento in cui l’inventiva nazionale, fatta di giochi di parole e ironia sofisticata, riuscì a fermare il gigante hollywoodiano, seppur solo idealmente.
La “supercazzola” non solo superò Lo Squalo agli
6/8
incassi italiani temporaneamente, ma entrò nella storia culturale del Paese come simbolo di un’arte comica capace di sorprendere il mondo.
Amici miei resta così un esempio di come il cinema italiano, pur senza effetti speciali o budget milionari, potesse raccontare storie
7/8
universali con intelligenza e leggerezza, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva. Nel 1975, per pochi mesi, in Italia la comicità batté il terrore del mare. 8/8
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
La pazzesca storia di Gaetano Fuardo, l'uomo che inventò la benzina solida.
Questa storia, se non fosse documentata, sembrerebbe una fantasia. Ma è tutta vera. Nato a Piazza Armerina nel 1878, Gaetano era un brillante studente. Rimasto orfano in giovane eta, proseguì gli
1/12
studi grazie a un lascito e a borse di studio ottenute per merito. Si laureò in ingegneria chimica a Milano.
Si sposò con Gerli Clelia Anna, che morì poco dopo a causa di un tumore. Il dolore per la perdita della moglie, osteggiata dalla famiglia di lei, lo segnò
2/12
profondamente.
Si rifugiò nello studio, dedicandosi completamente a un’idea che lo ossessionava: rendere solida la benzina.
Durante la Prima Guerra Mondiale servì come ufficiale di fanteria.
Vedere gli aerei esplodere per via del carburante liquido rafforzò in lui la
3/12
«Quando Comencini mi chiamò per fare Geppetto nel suo “Pinocchio” televisivo, me so’ molto arrabbiato, perché ero ancora giovane, e gli ho chiesto le ragioni della scelta. La risposta fu bellissima: “Ho scelto te perché, secondo me, sei l’unico attore in Italia che può 1/7
parlare con un pezzo di legno”. Questa cosa mi commosse, allora gli chiesi due giorni di tempo per riflettere, per trovare la chiave del personaggio. Li passai ai giardinetti, scrutando questi vecchietti in pensione che prendevano il sole o portavano i nipotini a giocare.
2/6
A un certo punto, mentre chiacchieravo con uno di loro, sento il nipotino che parla con un pupazzo: “Adesso tu stai fermo qui, che ti vado a prendere l’acqua, perché l’acqua fredda ti fa male al pancino”. “Sì, vai pure – gli dico io – sto attento io che non beva, perché
3/6
"Dopo essere diventato presidente, ho chiesto alla mia scorta di andare a pranzo in un ristorante. Ci siamo seduti e ognuno di noi ha chiesto cosa desiderasse.
Al tavolo davanti c'era un uomo che aspettava di essere servito. Dopo averlo servito, dissi a uno dei miei soldati:
⬇️
va' e chiedi a questo signore di unirsi a noi. Il soldato andò a portargli il mio invito. L'uomo si alzò, prese il piatto e si sedette proprio accanto a me.
Mentre mangiava, le sue mani tremavano in continuazione e non sollevava la testa dal pasto. Quando abbiamo finito,
⬇️
mi ha salutato senza guardarmi, gli ho stretto la mano e se n'è andato.
Il soldato mi disse:
Madiba, quest'uomo doveva essere molto malato, le sue mani continuavano a tremare mentre mangiava.
Assolutamente no! La ragione del suo tremore è un'altra:
Quest' uomo era il
⬇️
Tradizionalmente inizia il 6 di luglio a mezzodì, nella piazza del municipio con il lancio di un razzo denominato “chupinazo”.
La festa di San Firmino a Pamplona, in Navarra, e la famosa corsa con i tori tra la folla.
Ma vediamo di cosa si tratta. ⤵️
La manifestazione è collegata alle corride e in realtà si tiene con analoghe modalità di Pamplona, resa celebre da Ernesto Hemingway dal suo romanzo “Fiesta”. in Navarra, in molte altre località spagnole e alcune nel Sud della Francia.
Il pezzo forte della celebrazione è la ⤵️
corsa dei tori, detto "encierro".
Altre località conosciute per l'encierro sono San Sebastián de los Reyes nella Comunità di Madrid, ad Apurro in Cantabria, a Tudela, sempre in Navarra e in molti altri grandi e piccoli centri. Tra i più pericolosi vi è quello che si tiene nelle⤵️
Lo studio è stato condotto per valutare la percezione estetica femminile del solo aspetto fisico.
Il test ha coinvolto oltre 1000 studentesse alle quali è stato chiesto di indicare il più attraente tra 6 diversi morph fotografici, ciascuno alterato nelle proporzioni del 25%⬇️
rispetto all’altro.
Risultato? Il 100% (la totalità!) delle osservatrici ha scelto il morph 5 o il 6.
I morph 5 e 6 sono quindi oggettivamente più belli e dello "stesso livello estetico".
(giudizio oggettivo)
ma c’è chi "soggettivamente" preferisce il 5 e chi il 6.⬇️