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Come promesso chiudo la catena di thread partita dal dibattito sul #liceoclassico con una piccola notazione su Giovanni Gentile. Ha davvero tutte queste responsabilità in una torsione umanistica della nostra istruzione secondaria? 
Sì e no. Bisogna tenere conto di questi elementi:
1) il curricolo secondario essenzialmente umanistico non è un'invenzione del 1923 ma caso mai è la conservazione dell'impianto liceale casatiano, che poi era la ripresa dei più comuni percorsi preuniversitari europei...
1) il curricolo secondario essenzialmente umanistico non è un'invenzione del 1923 ma caso mai è la conservazione dell'impianto liceale casatiano, che poi era la ripresa dei più comuni percorsi preuniversitari europei...
...almeno dal liceo napoleonico (se non dalla ratio studiorum).
2) È vero che nella sua storia ottocentesca questo percorso si inseriva in un contesto di specializzazione del sapere ancora molto contenuta, e aveva una funzione sociale di compattare l'identità...
2) È vero che nella sua storia ottocentesca questo percorso si inseriva in un contesto di specializzazione del sapere ancora molto contenuta, e aveva una funzione sociale di compattare l'identità...
Come si è capito ieri, la mia idea di scuola secondaria superiore parte dal #liceoclassico per formulare un progetto didattico basato su ambiti tematici di interesse da selezionare attentamente per ogni studente e da rendere terreni veicolari di competenze e abilità fondamentali
E' un percorso difficile da gestire, che si distacca moltissimo da un'altra idea, solitamente molto cara a chi fa riferimento al senso comune della pedagogia scolastica (uso questi riferimenti generali così nessuno se la prende...). Di fatto l'idea che spesso circola è:...
..."perché non prolunghiamo il tronco di formazione secondaria uguale per tutti, mettendoci dentro tutte le discipline che servono nella vita sociale contemporanea, magari limitando quelle che ci trasciniamo dietro dalla tradizione come centralità della letteratura o persino...
L'altroieri ero arrivato qui, a guardare alla dimensione didattica che l'istruzione secondaria potrebbe trarre, in senso lato e in tutti gli ambiti, dall'esperienza del #liceoclassico. Ma quale sarebbe la dimensione istituzionale in cui inserirla al meglio?
Ultimamente, peraltro, si comincia a parlare qui in Italia di una revisione degli attuali ordini e gradi scolastici, con quella che frettolosamente si chiama "abolizione delle scuole medie". Vale quindi la pena capirci qualcosa.
corriere.it/scuola/medie/2…
corriere.it/scuola/medie/2…
Partiamo dal nostro terreno: la secondaria superiore. I percorsi didattici che ho illustrato si dovrebbero inserire in un'unica scuola "comprehensive" (pensate, per avere un'idea, alle high schools delle serie TV americane, con un nucleo minimo di materie comuni...
Ormai dal #liceoclassico e tutte le sue specificità ci siamo allontanati e siamo arrivati a mettere in chiaro nodi che riguardano tutta l'esperienza educativa secondaria, con questa proposta di istruzione legata a nuclei tematici e a proposte progettuali identificabili
Qualcuno obietterà: ma allora siamo di fronte a una segmentazione ancora più marcata, forse non gerarchica (ma non è detto), ma di fatto non comunicante tra i vari percorsi? Tradotto: dopo tutti gli sforzi di renderla meno vincolante torniamo a scegliere i destini a 14 anni)
Il problema è serissimo e il rischio, in effetti, è dietro l'angolo. Per evitarlo bisogna andare nell'unico posto in cui un'esperienza scolastica si rende davvero significativa: in classe. Bisogna porsi il problema di come l'insegnamento può essere efficace. Un problema...
Visto che sono stato accusato anche di non portare argomenti che non siano il principio di autorità, torniamo ai thread che spiegano la mia posizione sul #liceoclassico e sulla scuola secondaria in generale. Dove eravamo rimasti? Disse qualcuno dopo un'esperienza non dissimile
Al fatto che il liceo classico, relitto di una tradizione formativa secolare, ha alla base un progetto culturale ben definito, quello di fornire le basi fondamentali per una cultura umanistico-letteraria di tradizione occidentale
Che vuol dire, tradotto? Vuol dire che ha un'impronta riconoscibile data da poche materie selezionate in modo da essere organiche e coerenti, insegnate da docenti di orientamenti simili che possono collegarsi tra loro, e con tempi e modi per un elevato livello di approfondimento
Sul #liceoclassico, chi la pensa come Boldrin ha pienamente ragione su una cosa: esso è l'erede (o il relitto) dell'istruzione secondaria pensata per la classe dirigente e intellettuale a partire dall'età moderna...
...con la ratio studiorum gesuitica poi "laicizzata" (con la grande patina di modernità data dall'introduzione del Greco) da Napoleone. Era un'istruzione pensata per introdurre a una cultura che ancora si poteva dominare con meno strumenti specialistici, e soprattutto...
...era rivolta a una classe dirigente socialmente compatta, a cui forniva non solo gli strumenti di base per proseguire la propria formazione (all'università o con l'"apprendistato" negli affari famigliari e politici), ma anche un'identità culturale individuabile
Visto che la reazione di Boldrin mi ha fatto passare per un difensore a oltranza del #liceoclassico, inizio queste pillole di riflessione sulla scuola secondaria attaccando uno degli argomenti preferiti dei suoi supporters: che "Latino e Greco insegnino a ragionare"
Questa idea che ci siano discipline la cui coltivazione faccia maturare in modo specifico delle abilità poi trasferibili in qualsiasi altro ambito della vita è ampiamente riconosciuta come fallace. Studiando (bene) Latino si impara il latino; studiando gli scacchi si impara...
...a giocare a scacchi, senza che vengano infuse particolari capacità di problem solving e di teoria dei giochi. In generale, le abilità intellettuali di base (pensiero critico, capacità di ragionamento logico, dialettica, proprietà di linguaggio, quantitative reasoning...)
