Abbiamo confuso il volto, la voce, le parole sempre cangianti ed il corpo dei politici con la politica.
La politica è altrove: nelle idee.
Concentrarsi sul corpo e sul volto ha ristretto la politica a mera comunicazione: conta quel che appare nel fugace attimo in cui appare.
L'efficacia di questo processo è solo legata al consenso: funziona se ne produce.
L'efficacia comunicativa del politico ridotto a corpo immanente giustifica QUALSIASI contenuto e l'unico indicatore d'efficacia è il consenso.
Gli studiosi di comunicazione la chiamano "politica veloce", nei fatti è politica ridotta a mera propaganda.
A cosa porti "la politica veloce" non in termini di consenso, ma economici, sociali, culturali e geopolitici lo stiamo vedendo.
Una sclerotizzazione nazionalista che parla alle paure ed esalta conflitti in termini identitari.
L'evoluzione del politico ridotto ad emittente di messaggi volti a strappare consenso è un graduale sclerotizzarsi in affermazioni sempre più estreme, in parallelismi religiosi, in immagini sempre più forti, in conflittualità sempre più spinte e contraddittorie.
L'approdo inevitabile è perdere definitivamente l'ancoraggio alle idee. Conta il dire epidermico e "veloce", vale tutto ed il contrario di tutto anche negli atti (mozioni di sfiducia presentate e ritirate, minacce di guerra poi pacche sulle spalle, ecc.)
Una politica senza idee.
Le idee chiedono sforzo e pazienza per essere comprese, mentre un abbaiare slogan riempie immediatamente le orecchie di emozioni. Così anche l'elettorato si è abituato alla "politica veloce" e chiede gesti, parole roboanti, volti espressivi e teatrali.
Non contenuti.
Schieramenti e sondaggi, elezioni come incontri sportivi, trasmissioni giornalistiche che sono "maratone" o "arene".
Nella perenne confusione non si parla più di idee, programmi e politiche di lungo termine (le uniche veramente efficaci).
Un comizio continuo.
Non uscire dalla logica della "politica veloce" ci sta già portando alla paralisi e alla mancata soluzione dei problemi reali in cui siamo immersi come Italiani e come abitanti del pianeta.
Urge un ritorno alle idee ed a una "politica lenta" o ne pagheremo le amare conseguenze.
Auspico un ritorno ad un'ecologia della mente che ci è sfuggita evidentemente di mano, nell'urgenza di scagliarci parole l'un l'altro.
Questo thread è conservato nelle raccolta ECOLOGICA-MENTE twitter.com/i/moments/1164…
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