Breve storia (triste) del pensiero (?) economico.
set/18: arriva un Governo che, tra mille difficoltà e contraddizioni, evita un’ulteriore riduzione al 1,6% del deficit/PIL come chiesto da #UE e #fiscalcompact. Ecco la reazione del #PD.
Ago/19: dopo che da anni, mezzo mondo richiedeva alla UE più spesa, da ultimo @paulkrugman e @VMRConstancio, la recessione tedesca rende insostenibile le regole del #fiscalcompact.
@matteorenzi si sveglia. Si, proprio lui che aveva obbedito ad horas alle richieste della #UE.
Puntuale giunge il fido @marattin a parlare di ‘ripensamento delle regole fiscali’.
Ora l’ha detto la #UE e quindi si può dire.
Non contento, cerca di mettere una pezza. Facendo una differenza che non esiste.
#albertobagnai ha scritto a lungo contro la discrezionalità delle regole, del deficit strutturale e dell’output gap.
Il quadro, già triste, viene completato dalla De Romanis, che dimentica che il deficit/PIL è costantemente sceso dal 2014, altro che espansione.
Il fatto è che il deficit/PIL del 2019 sarà del 2,4%, per la prima volta da anni in aumento (modesto, ma c’è) rispetto al passato. E per fortuna che c’è, perché se ad ottobre avessimo ascoltato ICoNpetenti che obbedivano a #UE, ora la recessione sarebbe stata ancora più seria.
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