Stefano #Pioli è il difensore della Juve che nel 1984 toglie accidentalmente la scarpa sinistra all'attaccante del Verona Preben Elkjaer - cognome quasi identico all'altro danese che gli ha sistemato la difesa e svoltato la stagione - che segna uno storico gol "a piede nudo".
Nella piccola storia del calcio italiano Pioli è una presenza stabile però di contorno, ripreso sempre di schiena come in questa foto con Gullit. A 54 anni nessun trofeo da allenatore, nessuna promozione e solo due qualificazioni alle Coppe, non una frase celebre o una citazione.
In serie A 202 presenze e un solo gol, che non si trova nemmeno su Youtube: questo - oggettivamente molto brutto - in Cremonese-Fiorentina, stagione 1989-90.
Ogni tanto le sue squadre vivono inaudite esplosioni di gioco in contrasto con la sua pacatezza emiliana, come le strisce di vittorie consecutive ottenute un po' ovunque, o certi risultati stile Borussia Monchengladbach anni '70 come il 7-1 all'Atalanta di Gasperini nel 2017.
Due anni fa il destino lo ha sottoposto alla prova più terribile che possa capitare a un allenatore. Pioli lo ha involontariamente sfidato entrando subito dopo in un altro spogliatoio il cui capitano fa il difensore centrale e indossa la numero 13.
Al #Milan è stato fortunato ma anche audace, bravo a ripartire dai blocchi come nessuno, togliere il guinzaglio a tutte le lepri a sua disposizione (Rebic, Hernandez, Saelemaekers...) e insinuare il dubbio, con il solito fare morbido e pacato, nei balbettii della sua dirigenza.
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