Giuseppe Pastore Profile picture
Giornalista per @ilfoglio_it, @CronacheTweet, eccetera. Appassionato di sport, di cinema, di gggente. IG: giuseppe.pastore85

Aug 15, 2020, 12 tweets

Buon #Ferragosto a tutti con un bel #cinethread registrato sul Film Ferragostano per eccellenza degli ultimi 40 anni: Un Sacco Bello, girato nella Roma deserta dell'estate 1979, esordio alla regia di Carlo Verdone foraggiato e incoraggiato da Sua Maestà Sergio Leone.

1) Già l'inizio è memorabile. Verdone avrebbe far voluto ballare Enzo su "Traintime" dei Cream, ma i diritti costavano troppo: così Leone gli consigliò di lasciar lavorare Morricone (“Famola fà a Ennio che c'aa fà uguale!”), che s'inventò questo splendido pezzo quasi fotocopia.

2) Il passaggio più celebre della colonna sonora è però il fischio malinconico e annoiato, perfetto per le città deserte d'estate, che trascina le vite dei tre protagonisti: merito di Alessandro Alessandroni del quale Morricone aveva già sfruttato le doti negli spaghetti-western.

3) Verdone si fa in sei e ognuno ha il suo personaggio preferito: per esempio, difficile restare indifferenti davanti a questo magnifico pezzo comico in cui il coatto Enzo s'inventa incidenti mai avvenuti: più che le parole, guardate le smorfie, l'espressività, i tic...

4) Capita che in alcune scene siano inquadrati due personaggi contemporaneamente. In quel caso la soluzione è artigianale: uno dei due non è Verdone - come in questo caso don Alfio, che è palesemente un altro attore.

5) Solo uno riesce a rubare la scena a Verdone e quell'uno è Mario Brega, caratterista di lungo corso che folgorò Verdone quando lo vide arrivare a casa Leone reggendo una grossa cassa di frutta e verdura. I pizzicotti sulle guance lasciarono a Verdone i lividi per molto tempo.

6) Verdone impiegò particolare cura verso il personaggio di Mario Brega (che nel film si chiama come nella realtà), tenero e volgare, chiassoso e contraddittorio: "So' comunista cosììì!" urla, mentre sfoggia al collo un vistoso crocifisso.

7) "Ancora oggi succede che qualcuno mi ferma per strada e mi chiede: mi dici "a stronzo"?". Isabella De Bernardi (Fiorenza) era la figlia 16enne dello sceneggiatore Piero: un giorno Verdone la sentì litigare con la sorellina, rimanendo molto colpito dalla sua parlata.

8) Commedia più malinconica di quello che sembra, con una punta di romantico squallore: il goffo racconto dell'ingenuo Leo sulla sua storia con una "cugina di Viterbo" potrebbe benissimo essere lo spunto per un noir di periferia alla Garrone o stile fratelli D'Innocenzo.

9) Oppure la bomba che scoppia all'improvviso verso la fine (non la prima, a quanto pare: si accenna a una scoppiata in precedenza in Campidoglio), un classico del periodo, che non coglie neanche tanto di sorpresa i tre protagonisti. Verdone non ne spiegherà mai l'origine.

10) Ma il cuore del film, sulla solitudine ferragostana dei tre personaggi, è nell'agendina che Enzo sfoglia compulsivamente in cerca di qualcuno con cui passare Ferragosto: ce la immaginiamo piena di donne, invece Elettrauto, Stadio Olimpico, Olimpico Stadio, "Volsgahen"...

Per altri racconti e curiosità sul film, ne ho aggiunti un altro po' qui:

tg24.sky.it/spettacolo/cin…

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