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Sep 12, 2020, 33 tweets

Il Nero non è un colore, ma eccoci a parlarne nella rubrica #artistantecolore, per un sacco di buone ragioni che immaginate e altre sulle quali, forse, non avete mai riflettuto.

Se si parla di sintesi additiva, il nero è semplicemente l'assenza di luce, e se si parla di sintesi sottrattiva nero è un materiale che, non riflettendo alcuna lunghezza d'onda della luce che lo investe, non restituisce nessun colore. In pratica, il tutto o il niente: la base.

Il nero rappresenta anche la prima convenzione della rappresentazione artistica: il contorno. Fin dalle caverne, quando gli uomini hanno cominciato a tracciare con il carbone le figure degli animali, il tratto nero del contorno, lontanissimo dal vero,

è stato il tramite che ci ha permesso di fare quel salto essenziale tra natura e rappresentazione. Il pensiero astratto è stato in grado di tradurre un cervo o un cavallo in un contorno e così nascono la pittura, prima, e la scrittura, in seguito.

Per raccontare il Nero ho pensato di procedere in un modo diverso dal solito, senza un unico filo conduttore, ma raccontando tre piccole storie. Le metterò in ordine cronologico, per rispettare una convenzione, ma vi accorgerete che godono tutte di una longevità fuori dal tempo.

Storia 1 di 3: Nero Divino- Tezcatlipoca, il dio nero della Bellezza

Il British Museum è pieno di reperti interessanti anche nelle stanze meno frequentate, ma ricche di sorprese. Una di queste è costituita dall'armamentario magico di John Dee (1527-1608), matematico e astrologo di corte di Elisabetta I.

Non dobbiamo stupirci del fatto che, all'epoca, un uomo di scienza si dedicasse alla magia: ricordiamoci, ad esempio, che più tardi Newton si dedicò all'alchimia e che il confine fra osservazione scientifica, esoterismo e religione non era ancora stato tracciato.

Nella vetrina dedicata a John Dee, spicca un oggetto nero tondeggiante, con una specie di manico su cui si vede un foro. Si tratta di uno specchio Azteco realizzano in Ossidiana Nera, che lo scienziato usava per riti di divinazione e per parlare con gli angeli.

Ossidiana nera, vi dice qualcosa? Se siete appassionati di Games of Throne, vi ricorderete del "Dragon Glass" e del potere che gli viene attribuito contro l'esercito dei morti. Non è la sola storia legata a questo materiale:

la mitologia celtica e norica è costellata di armi di ossidiana in mano a guerrieri o ai druidi, in grado di veicolare poteri soprannaturali. Tutt'oggi, coloro che praticano la Wicca si servono di strumenti in ossidiana per officiare i loro riti, utilizzando specchi simili.

Dee conosceva l'origine azteca del suo specchio, ma forse non sapeva che lo specchio veniva usato per officiare dei riti in nome di Tezcatlipoca, Il dio dello specchio fumante (qui glielo vedete appeso al collo).

Il culto di Tezcatlipoca proveniva dalle civiltà Maya e Olmeche, e fu poi mutuato da quella Azteca. Era associato con diversi concetti, la cui convivenza nella stessa figura trovo estremamente interessante:

egli è il dio del nord, della notte, del cielo stellato, del vento, della guerra, della stregoneria, ma anche della bellezza e della tentazione. Andava in giro avvolto in pelli di leopardo, con delle bande nere e uno specchio nero fumante, decorato da piume.

Elegante e misterioso, era il cavaliere nero e l'antitesi del Quetzacoatl, il cavaliere bianco, di cui era fratello e nemico, e con il quale aveva creato la terra. Sembra proprio che l'associazione della bellezza con il nero, carica di connotati magici, misteriosi e pericolosi,

costituisse già per le civiltà precolombiane una sorta di standard, come poi si è affermato nella moda e nel design, fino ai giorni nostri.

Storia 2 di 3: Nero Artistico - Quadrato Nero: la nascita dell'arte astratta

Kazimir Severinovič Malevič aveva 37 anni quando espose il Quadrato Nero, non un ragazzino, eppure l'entusiasmo che la sua opera gli suscitava era talmente travolgente che pare gli avesse tolto il sonno. (nella foto è di 15 anni più giovane)

Non la chiamava neppure opera, ma scoperta: riteneva di aver trovato l'origine, di aver azzerato la storia dell'arte e di aver dato vita ad una nuova era. Era il 1915, a Pietroburgo.

Era il periodo delle avanguardie. Nel 1910 Picasso aveva inaugurato il cubismo e prima, nel 1909, Marinetti aveva lanciato il futurismo con il suo Manifesto. Malevič non voleva essere da meno: scrisse anche lui un manifesto.

Il nuovo movimento artistico si chiamava Suprematismo, e decretava la superiorità dell'arte astratta e della pura sensibilità artistica, rappresentata dal colore, sull'arte figurativa e sull'oggetto in generale.

Presenta il suo manifesto in una esposizione che intitola "0.10. Ultima mostra futurista" e al centro vi pone il Quadrato Nero.  Si capisce che è questo il fulcro della mostra, per il posto speciale che occupa: lo appese ad angolo fra due pareti, in alto.

Il Suprematismo non ebbe seguito e M.non godette di grande fortuna. La sua intuizione oggi appare ingenua, eppure nessuno prima aveva rinunciato completamente all'oggetto. M. stesso non riuscì a sostenere il peso di questo assolutismo, tanto è vero che tornò all'arte figurativa.

Ma se si osserva un suo autoritratto, ironicamente abbigliato come Cristoforo Colombo, si nota in basso a destra un segno: quel segno.

Storia 3 di 3: Nero Assoluto - Vantablack, il nero tecnologico

Mi trovavo nelle profondità della Grotta del Vento in Garfagnana, quando la guida ci radunò in un luogo sicuro e spense le luci. Tutte le luci. Aspettai che l'occhio si abituasse alle tenebre, come di notte in una stanza buia, ma non accadde.

Per quel che mi riguarda, quella fu la sola volta che vidi il nero assoluto.
Si può riprodurre in una tinta? No, ma la tecnologia ci è andata vicina.

Esiste un materiale composto da nanotubi di carbonio in grado di trattenere fino al 99,96% delle radiazione dello spettro visivo: quindi, per noi, non ha colore e ci appare nero, di un nero assoluto, senza sfumature,

Il nome commerciale di questo materiale è Vantablack, che sta per Vertically Aligned NanoTube Arrays Black ed è stato creato in Inghilterra dal National Physical Laboratory.

Ne è stata poi ricavata una vernice spray, che conserva quasi la stessa efficacia e con la quale la BMW ha presentato un concept della X6 nel 2019: lo ammetto, decisamente affascinante, ma non andrà in produzione.

E gli artisti come hanno reagito alla dispobilità di questa nuova tinta rivoluzionaria?
La risposta è una, nel senso che abbiamo a disposizione un solo punto di vista sull'argomento, quello di Anish Kapoor.

Lo scultore e architetto britannico ha infatti acquistato i diritti sul Vantablack per l'uso artistico. E quindi, per adesso, dobbiamo accontentarci della sua ricerca.

Come al solito, trovate queste altre storie sul colore sul sito: artistante.com/colore/

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